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Maggio 2012

Tutte le notizie del mese

01-05-2012 di redazione

Esplosione a Nairobi, non è terrorismo
E' giallo sull'esplosione avvenuta oggi nel centro di Nairobi, che ha provocato 28 feriti. Se per la polizia locale è stata scatenata probabilmente da un guasto elettrico, come detto dal commissario di polizia Mathew Iteere, il primo ministro del Kenya, Raila Odinga, ha attribuito la deflagrazione ad un atto terroristico. "Condanniamo i terroristi, sappiano che hanno i giorni contati", ha dichiarato Odinga alla rete televisiva Ntv, riferendosi agli al Shabaab somali. L'esplosione, che si è verificata poco dopo le 13.00, ha distrutto una serie di stand espositivi davanti all'università lungo l'avenue Moi. "Al momento vi sono 28 feriti, quattro gravi, e pensiamo siano un guasto elettrico - ha detto Iteere - nessuno è morto. Le indagini sono in corso". La notizia della deflagrazione è stata riferita immediatamente dai guerriglieri somali attraverso il loro sito on-line, «al-Kataib», pur senza alcuna specifica rivendicazione. Su Twitter, il Gruppo Giovanile Musulmano, organizzazione locale che secondo le Nazioni Unite è legata anch'essa ad al-Qaeda, ha commentato la vicenda con un messaggio eloquente: «Il Kenya è sotto attacco?», si legge. «È chiaro, i "kuffar" (gli infedeli, ndr) hanno attaccato la Somalia!». Obiettivi degli attentati attribuiti agli integralisti sono stati spesso chiese o raduni di fedeli cristiani.(30/05/2012)

Sabaki esondato

L'esondazione del fiume Sabaki ha creato non pochi danni nel distretto di Malindi, Circa settanta famiglie, a causa dell'alluvione dei giorni scorsi, sono state messe in salvo. La Croce Rossa e intervenuta con la distribuzione di cibo, medicine, tende, coperte, utensili domestici e altro. I soccorsi in certe zone non possono arrivare per le strade danneggiate. Molti dei sinistrati hanno trovato rifugio nelle scuole, causando ritardi nell’apertura del trimestre, altre scuole non hanno ancora aperto perché alluvionate. Nei distretti di Malindi e Magarini oltre 2.000 alunni non sono ancora ritornati a scuola.(29/05/2012) 

Babbuini al potere, meno stress
L’adagio andreottiano “il potere logora chi non ce l’ha” sembra piacere molto anche ai babbuini kenioti. Nella comunita’ di babbuini della riserva dell’Amboseli, infatti, i maschi che occupano le posizioni dominanti godono di migliore salute rispetto agli altri, grazie alla capacità di recuperare più in fretta da malattie e infortuni. La ricerca, opera degli scienziati dell’Universita’ di Notre Dame in Indiana, pubblicata sulla rivista ”Proceedings of the National Academy of Sciences” ha mostrato che i maschi delle posizioni maggiori e quelli delle posizioni minori condividevano gli stessi livelli di stress, cosa che debilita il sistema immunitario, ma la migliore posizione sociale dei primi sembrava riuscire a contrastare questi effetti dannosi. I biologi hanno infatti scoperto che la posizione sociale poteva essere un predittore del sanguinamento in seguito a ferite migliore addirittura dell’eta’ dell’animale. Gli scienziati hanno raccolto dati relativi a 27 anni, scoprendo che i maschi piu’ in alto nella gerarchia sociale avevano minori probabilita’ di ammalarsi e in generale recuperavano piu’ rapidamente da infortuni e malattie, rispetto agli altri babbuini.(28/05/2012)

(segue dalla home page)La storia della nostra scuola calcio, raccontata da Freddie del Curatolo e illustrata dalle belle foto di Franco Oriot, è sul periodico "Phit Magazine" del mese di maggio. La rivista esce in edicola ma viene data anche in omaggio ai clienti delle palestre Virgin Active in Italia. Ecco il racconto apparso sul mensile: "La chiamano “la Rimini d’Africa” e hanno ribattezzato le sue spiagge “Sardegna 2”: Malindi è ormai una perla del turismo italiano sulle coste del Kenya. Ogni anno, infatti, sono oltre 100.000 i connazionali che vi trascorrono le vacanze, mentre 10.000 possiedono una casa in loco e oltre 3.000 si sono trasferiti a vivere qui, magari con tutta la famiglia. Tra questi, c’è anche Riccardo Botta. Trentasette anni, biellese, ex calciatore “globetrotter” in serie C e D, un patentino da allenatore e tanta voglia di insegnare ai giovani. Tanta che tre anni fa, insieme alla moglie Cristina Bordone, ha deciso di aprire un’accademia di calcio proprio a Malindi, per aiutare gli adolescenti in difficoltà e provare a migliorare le loro condizioni di vita e i loro obiettivi, attraverso il pallone. Magari – chissà – scovando anche un nuovo Eto’o o un altro Drogba... 
LE REGOLE
Ad aiutare Riccardo e Cristina nell’impresa, poi, mi sono aggiunto anch’io: sono Freddie del Curatolo, giornalista, scrittore e da anni abitante di Malindi. Era il luglio del 2009 quando Riccardo e io abbiamo preso in affitto lo stadio di Malindi e iniziato le selezioni: mano a mano che si spargeva la voce, arrivavano ragazzini da ogni villaggio e da ogni radura della foresta intorno alla città… Baraka, per esempio, si era fatto 20 chilometri a piedi e non mangiava da due giorni, ma ce l’ha messa tutta per convincere il mister, fino a cadere a terra stremato. Una settimana di pranzi e cene regolari hanno fatto il miracolo: oggi Baraka è il migliore della sua scuola, nonché il terzino titolare della Under 18 keniota. All’inizio abbiamo dovuto selezionare oltre mille ragazzini dai 10 ai 13 anni, che poi sono diventati duecento e, infine, un’ottantina. Tre i criteri d’ammissione all’accademia: buoni voti a scuola, disciplina e talento calcistico. Se due su tre non vengono raggiunti, allora il posto viene preso da qualcuno di più meritevole. Viceversa, ai migliori sono destinati borse di studio, premi partita e altri tipi di regalo.
LA REALTÀ
Le regole e la serietà sono più che mai importanti. Perché per un bimbo africano sognare, più che un diletto o un volo aggraziato della fantasia, è un bisogno naturale. Il bisogno di evadere dalla miseria di un piatto di polenta ed erbe di campo, di una capanna di fango, di cinque chilometri a piedi nudi per raggiungere la scuola. Certo, a Malindi, la cittadina ad alta densità italiana, i sogni sembrano più a portata di mano: hanno le arcate ampie come gli ingressi di resort e villaggi turistici, o le forme squadrate di un televisore che trasmette immagini di gente famosa… Tuttavia, basta uscire dalla strada asfaltata e inoltrarsi nei quartieri poveri, per accorgersi quanto è difficile sognare quando si vive sotto la soglia di una vita accettabile, quando si ha a disposizione un solo pasto al giorno (quasi esclusivamente a base di carboidrati), quando non ci sono soldi per la più banale cura medica, quando le ragazzine sono costrette a prostituirsi, per portare a casa qualche spicciolo. In questi quartieri i bambini crescono in fretta e, altrettanto in fretta, dimenticano l’importanza di un sogno e il profumo della speranza. Presto abbandonano la scuola, cominciano a vivere di espedienti, si avvicinano alla microcriminalità e alla droga.
I SOGNI 
L’accademia Malindi United ha provato a dare un senso ai sogni necessari dei bambini di Malindi. Ha messo loro a disposizione un campo di calcio in cui conoscersi e fare amicizia, ha consegnato loro un pallone e una divisa. Ha provato a insegnare che la vita con lo sport è più libera e sorridente, ma senza istruzione è triste come un leone della savana chiuso in una gabbia. Ha spiegato loro che la droga uccide e alimenta un sistema che li vuole sempre più aridi e disperati. Ha voluto conoscere la loro situazione familiare, curandoli e seguendoli in un percorso medico personalizzato. Grazie al cuore dei tanti altri italiani che si sono avvicinati al progetto, poi, molti di questi ragazzi hanno abbandonato la strada e le cattive compagnie. E ogni giorno vengono ad allenarsi al campo. Poco alla volta, si sono aggiunti i donatori privati, una Onlus che ha creduto nel progetto (la Karibuni di Como) e alcune società italiane (dal Genoa al Bari, passando per piccole realtà di provincia, come l’abruzzese Virtus Cupello): è grazie a tutto questo che la Malindi United può disporre oggi di una struttura simile a quella di una vera e propria scuola calcio, con la Under 13, la Under 16, la Under 18, la Senior Team e la squadra femminile. Ma sono tantissimi i coetanei dei partecipanti che accorrono allo stadio il sabato e la domenica per le partite, sognando di potervi entrare… Tanto che recentemente il Prefetto di Malindi ha applaudito al lavoro della scuola calcio italiana: se la microcriminalità adolescenziale nei quartieri vicini al campo di gioco è diminuita del 60% in due anni, è anche grazie allo stimolo che la Malindi United dà ai ragazzi. Insomma, siamo riusciti a convogliare l’amore per questa terra e questa gente con la passione per il calcio. E lo dico io che, da tifosissimo genoano quale sono, sono persino riuscito a far sponsorizzare dalla società calcistica ligure la scuola Under 13, chiamata ormai amichevolmente “Genoa Malindi”. Il progetto, però, non si limita a formare piccoli campioni: ha una valenza sociale ben più ampia, poiché vuole portare al livello di istruzione superiore quanti più ragazzi possibili e fornire loro le chiavi per migliorare la propria condizione, puntando sull’educazione, sulla consapevolezza e sullo spirito di gruppo.
CAMPIONI
Detto questo, Riccardo insegue anche il suo sogno di allenatore: trovare qualche vero talento che possa seguire le orme di McDonald Mariga, il più famoso calciatore keniota, laureatosi campione d’Europa con l’Inter di Mourinho. Alla fine, grazie alla tenacia che lo porta a girare di continuo per tutto il Kenya, e grazie al suo buon lavoro tecnico e tattico, Riccardo è stato chiamato dalla Federazione per fare da supervisore alle nazionali giovanili del Kenya. I successi non sono tardati ad arrivare… L’anno scorso, per esempio, la nazionale keniota Under 19, con ben cinque giocatori del Malindi United, è stata invitata al torneo 10 nazioni in Umbria: un evento storico per il Paese africano, di certo non tra i migliori del ranking Fifa. Eppure i leoni africani, spronati dal mister piemontese, sono riusciti ad arrivare in finale, dopo aver battuto l’Inghilterra, arrendendosi solo di fronte ai padroni di casa italiani. «Il nostro gioiellino – racconta orgoglioso Riccardo – si chiama Charles Bruno: a soli 16 anni aveva terminato gli studi ed era già nel giro delle nazionali maggiori e oggi è un difensore poliedrico e richiestissimo. Ad agosto, con ogni probabilità, sarà acquistato dai portoghesi dello Sporting Braga, dopo essere stato corteggiato da numerose squadre italiane di serie B e C. La sua eventuale cessione non solo permetterà all’accademia di proseguire il suo lavoro,ma fungerà anche da stimolo per tutti gli altri…». Charles, anche umanamente, è un ragazzo straordinario, che incarna in tutto e per tutto i valori della Malindi United: serietà, abnegazione e tanta umiltà. Più la voglia forte di uscire da una situazione ancestrale e smettere di piangersi addosso. «Il calcio è un divertimento e io sono fortunato a poter sperare di vivere lavorando come calciatore» spiega “il gioiellino”. «Non mi faccio illusioni, ma ce la metterò tutta per realizzare il sogno di poter giocare in Europa».Della spedizione italiana in Umbria faceva parte anche Vincent, che ora gioca in una squadra di serie A di Nairobi e porta a casa uno stipendio di tutto rispetto per un keniota: 200 euro al mese. Nellasenior team, una sorta di terza serie che da quest’anno affronta il campionato regionale, sono in molti a sperare in un salto del genere. 
VITA NORMALE
Ma c’è anche chi si augura, proprio grazie al calcio, di poter studiare fino all’università: è il caso del nuovo talentino Eugene Moses, 15 anni, una visione di gioco “alla Pirlo” e un provino già effettuato con il Genoa l’anno scorso. «Il calcio è la mia vita, ma so che è difficile arrivare in alto. Così vorrei diventare medico, per poter curare la mia gente, che ne ha tanto bisogno». Per la cronaca, Eugene è stato adottato a distanza da una coppia di Roma che ha garantito di farlo studiare fino alla laurea. «Chi viene a vedere il nostro progetto – spiega Cristina Bordone Botta – si innamora di questi ragazzi e li vuole aiutare, perché vede soprattutto giovani seri e maturi, che capiscono l’importanza di crescere con valori sani e sogni puliti, possibili».
Intanto, il sogno della scuola calcio italiana in Africa prosegue. I goal più belli, comunque, sono sempre i sorrisi dei piccoli calciatori, lo sguardo orgoglioso dei genitori che li seguono oltre la recinzione e un piatto di polenta o riso in più a casa, magari – finalmente – con un po’ di carne. Ecco il sogno che si avvera, un sogno di normalità, condivisione, libertà. Con il semplice gesto di far rotolare un pallone sulla terra africana.(27/05/2012)

 

Workshop per investitori in Kenya a Latina
"Operare ed investire in Kenia". È il titolo del I Workshop che si terrà oggi pomeriggio alle 16 presso la sala conferenze del Comune di Latina. L'amministrazione del capoluogo ha inteso patrocinare l'importante evento offrendo una opportunità di incontro, coordinato dal dott. Simone Di Leginio e a cui parteciperanno aziende ed istituzioni del territorio, vedrà la partecipazione dell'Ambasciatore del Kenya in Italia S.E. Josephine W. Gaita, a seguito anche della recente visita a Latina dello stesso ambasciatore ricevuto dal sindaco Di Giorgi.

"Con la sua posizione strategica, la presenza di un sistema infrastrutturale migliore rispetto ai Paesi limitrofi e l'utilizzo della lingua inglese parlata ormai fluentemente dalla popolazione - si legge in una nota di presentazione dell'evento del Comune -, il Kenya è uno dei mercati più appetibili agli occhi degli investitori stranieri ed attualmente è il Paese leader dell'Est Africa dal punto di vista economico e commerciale"."Il Kenya offre molteplici opportunità su vari fronti: dal settore dell'allevamento all'agricoltura, dalle telecomunicazioni ai trasporti, dal turismo all'industria. Si giova di collegamenti aerei e marittimi di primo ordine nel contesto regionale e continentale e ha sviluppato, nel tempo, un'articolata e sostanzialmente efficiente rete di servizi per le imprese, da quelli finanziari alle comunicazioni, da quelli doganali a quelli di assistenza da parte "Operare ed investire in Kenya", il Comune ospita il workshop
„"Il Governo offre una serie di incentivi diretti agli investitori stranieri, tra i quali detrazioni totali sugli investimenti effettuati in impianti, macchinari, attrezzature e fabbricati. E' anche possibile importare direttamente gli impianti, le attrezzature nonché le materie prime senza il pagamento dei dazi doganali. Sono dunque molte le opportunità e le basi per un investimento di successo. Sul punto, la consolidata presenza in loco di molti operatori economici soprattutto italiani ne è la riprova senz'altro positiva".(24/05/2012)

Fa "attaccare" all'amante da uno stregone la consorte traditrice
Che i kenioti (e gli africani in generale) credano molto alla magia “nera” e riescano a suggestionarsi talmente tanto da subirne le conseguenze, è cosa nota. Sono migliaia gli aneddoti e gli esempi che potremmo addurre. Malindikenya.net ha spesso trattato questo argomento e non sempre in maniera scettica o spiritosa. Ma l’ultimo caso salito agli onori del gossip nazionale, fa decisamente sorridere. Un marito di Nairobi, che spiava da tempo la moglie ed era certo che avesse una relazione con un amante molto più che occasionale, ha deciso (a suo dire) di ricorrere ad un “mganga”, lo stregone locale. Così durante l’ennesimo “rendez vous”, la consorte e l’amante, nel mezzo del rapporto sessuale, sono rimasti incastrati a letto senza potersi staccare fisicamente. La paradossale situazione pare sia durata parecchie ore, fino a quando lui è riuscito, allungando la mano, a chiamare un’ambulanza. Ma invece dei medici, sul luogo (avvertiti dal marito che era appostato e ha radunato anche un bel po’ di gente) è arrivata la polizia. Nel frattempo qualcuno ha anche girato un video ed è riuscito, al seguito degli agenti, a fare irruzione nella casa, scattando alcune foto che sono finite su internet. Da qui in poi la storia si ammanta di leggenda: pare che il marito dalla rabbia sia passato al business, chiedendo un risarcimento sostanzioso all’amante della moglie, per far cessare il malocchio. Una volta promessa la cifra, al cospetto dei poliziotti, il video mostra la coppia che riesce a liberarsi dalla morsa amorosa. Per molti kenioti non ci sarebbe niente di strano, storie del genere sono all’ordine del giorno. Ma a Nairobi, davanti a quelle immagini, in molti gridano alla messinscena.(23/05/2012)

AIEA e i suoi corsi
Insegnamenti e prevenzione: così l’Associazione Italiana Esperti d’Africa si adopera in Kenya per migliorare la conoscenza da parte dei rangers di riserve private e fornire adeguate nozioni riguardo alla lotta al bracconaggio. Questa settimana il presidente di AIEA Davide Bomben sarà a Nairobi e dintorni con il responsabile AIEA per il Kenya Massimo Vallarin e l'Expert Member AIEA, Elisabetta Levis per tenere un corso per formare le guide di due importanti compagnie di safari locali. E’ una delle iniziative dell’associazione, che presto lancerà anche veri e propri corsi per portare tour-leader e driver di safari di Malindi e Watamu a poter diventare guide esperte certificate KPSGA (Kenya Professional Safari Guide Association). Le iniziative di AIEA puntano a migliorare la conoscenza da parte di chi organizza safari in Kenya o è deputato a proteggere la bellezza delle riserve faunistiche. In questo ambito prosegue la collaborazione con il KWS per la prevenzione al bracconaggio ed altre di cui daremo notizia sul nostro portale. A Malindi sempre più turisti e residenti decidono di diventare guide esperte certificate AIEA e questo non può che far bene alla consapevolezza che il patrimonio faunistico e naturale del Kenya deve essere preservato e curato, e di conseguenza al turismo stesso.(22/12/2012) 

Un film sul turismo sessuale femminile. 

Il tema è noto a chi frequenta il Kenya e specialmente le sue bianche spiagge. Il risvolto è quello che riguarda in particolar modo i dintorni di Mombasa. Semmai la stranezza è che in questo caso parliamo di un film che approda nientemeno che al prestigioso Festival del Cinema di Cannes. Si tratta di "Paradise Love" del regista austriaco Ulrich Seidl. Non c'è moralismo né compiacimento in questo film, secondo quanto raccontano i critici che lo hanno visto in anteprima nella cittadina francese. Non si parla di prostituzione, ma di incontri di anime che reciprocamente cercano qualcosa: una vita migliore economicamente i ragazzi kenioti e la fuga da una società ostile e dalla emarginazione le signore di una certa età. "Paradise Love" narra infatti della vacanza di una matura donna austriaca nel mondo dorato di un resort per occidentali. Al pari di tante altre donne europee, anche questa grassa signora è in cerca di ristoro per la sua solitudine: instupidita e involgarita dalla corsa al divertimento imposta dalla vita contemporanea, giunge in Kenya in cerca delle attenzioni sessuali dei tanti giovani neri che si guadagnano con quelle che chiamano “sugar mamas”. Col suo tradizionale sguardo impietoso e tagliente, Seidl segue la sua protagonista dall'arrivo nell'hotel ai primi appuntamenti con i "beachboys" che attendono impazienti di attirare l’attenzione delle tante "mzungu" sdraiate al sole sulla spiaggia. La frontalità dell’approccio del regista adotta uno sguardo impassibile e astratto, pari solo alla volgarità delle situazioni, cercando evidentemente l’imbarazzo del pubblico e il senso del grottesco che scaturisce dalla riproposizione fedele e senza veli dell’intimità delle situazioni. Non c'è pudore, ma nemmeno sentimento in questo film. Piuttosto uno sguardo disincantato e perfino freddo. Seidl non esita a fare mostra della “pornografia” sentimentale cui si abbandonano queste donne mature in cerca di sesso, soffermandosi sulle loro nudità grasse e appassite come sulla giovinezza dei corpi neri dei “beachboys”. Il percorso emotivo della protagonista va dalla timidezza iniziale al rifiuto delle attenzioni sessuali offerte esplicitamente, al cedimento alla compagnia che finge sensibilità e attenzione sentimentale, per poi sfociare in richieste di aiuto economico per far fronte a più o meno inventate disgrazie familiari. Il risultato è un film che parla della solitudine e della disperazione illustrando il vuoto d’umanità in cui il nostro mondo versa.(21/05/2012)

Malindi United senza sponsor: salta il campionato?

Per affrontare un campionato regionale pari alla Legapro italiana, ci vorrebbe uno sponsor, ci vogliono soldi per le trasferte, i premi partita, gli approvvigionamenti. Tutto questo lo abbiamo potuto fare grazie all'aiuto di donatori singoli fino ad ora, ma senza uno sponsor non si riesce ad andare avanti, anche perché l'obbiettivo primario dell'accademia di calcio è quello di crescere i giovani. Ma è un peccato che per mancanza di aiuti (ricambiati con la pubblicità sulle maglie o altre forme di promozione) Mister Riccardo Botta abbia dovuto sospendere l'attività fino a data da destinarsi. Speriamo presto!!!(20/05/2012) 

Malaria in calo anche quest'anno

La Malaria sulla costa keniota si avvia, anno dopo anno, a diventare un ricordo, una leggenda legata ai racconti di chi, come chi scrive, se la ricorda più di venti anni fa come un vero spauracchio. Quest'anno, seguendo un trend che da tre anni a questa parte vede in calo le persone infettate dalla zanzara anofele, i casi di malaria sulla costa keniota sono diminuiti del 25 per cento rispetto allo scorso anno (30 per cento), e all'anno precedente, quando si era verificato un calo record, del 40 per cento rispetto al 2008. C'è da considerare che i rilevamenti del servizio sanitario regionale vengono effettuati nei quartieri storicamente più a rischio delle loalcità della costa e che la media si alza "grazie" a Mombasa, che com'è noto sorge su un'istmo circondato da acqua e acquitrini. Nei prossimi giorni sarà possibile conoscere nel dettaglio la situazione di Malindi. Anche quest'anno, però, i casi di malaria tra gli occidentali si sono praticamente azzerati. Abbiamo notizia di un paio di residenti alle prese con forme lievi e di nessun turista. Il calo vertiginoso si deve, oltre che al cambiamento delle condizioni climatiche e alle bonifiche effettuate in alcune zone, soprattutto all'introduzione sempre più serrata dei farmaci a base di artemisina, sostanza che non soltanto cura la malaria a posteriori (rendendo inutile la profilassi, oggi solo dannosa, benchè consigliata per ignoranza e superficialità dai medici e per scarico di responsabilità da parte dei tour operator) ma che è in grado di sterilizzare le zanzare anofele evitando loro, una volta che hanno punto chi l'ha assunta, di riprodursi. Queste medicine ovviamente sono in vendita a prezzi molto bassi per i kenioti, mentre il kit combinato per i turisti nelle farmacie locali non supera i 20 euro. I neofiti di Kenya e tutti coloro che si apprestano a una vacanza, possono consultare la nostra sezione dedicata alla malaria.(19/05/2012)

Attentato a Mombasa

Attentato con una granata a Mombasa. Obiettivo il ristorante locale "Club Bella Vista", frequentato prevalentemente da kenioti e situato nel centro della città. Il ristorante è stato preso d’assalto da tre uomini armati respinti dalle guardie. Uno di loro ha lanciato una granata verso l’ingresso del locale, uccidendo una persona e ferendone altre quattro. Si tratta dell’ultimo di una serie di attacchi compiuti nel più ricco dei Paesi dell’Africa orientale, tra i quali si sono registrati diversi rapimenti di turisti.
La testimonianza di uno dei feriti: “Ho sentito uno scoppio, seguito da fumo e fiamme. Volevo scappare. Non so se è arrivato da una macchina o chi l’abbia scagliato, ma ho visto un oggetto metallico che rotolava, poi lo scoppio e tanto fumo”.
Secondo le autorità kenyane dietro le violenze, moltiplicatesi da quando sono state inviate truppe in Somalia per combattere gli integralisti islamici, c‘è il gruppo di al Shabaab, legato ad al Qaeda.(18/05/2012)

Solidarietà per Mama Anakuja

Una serata di solidarietà per ricordare un ragazzo sfortunato che amava l'Africa. Ogni anno la famiglia di Matteo organizza un concerto in memoria del figlio che perse la vita in un incidente stradale. Questa domenica l'evento è particolarmente speciale, per gli ospiti presenti e perché il ricavato della serata andrà ad aiutare Mama Liliana e il suo orfanotrofio di Muyeye Mama Anakuja. La stessa mitica fautrice della children home malindina sarà presente alla serata in cui l'ensemble Cantosospeso interpreterà la Missa Luba africana, diretti dal maestro Martinho Lutero Galati. Un grande concerto che evoca la tradizione cattolico-animista dell'Africa nera, con uno dei classici tradizionali, interpretato anche dalla grande Miriam Makeba. In più nel corso della serata il griot (una via di mezzo tra un cantastorie e un sacerdote musicale del villaggio) senegalese Baderà Seck, già noto per i suoi splendidi duetti con Massimo Ranieri, impreziosirà il concerto che si terrà alla Palazzina Liberty di Milano, alle 20 di domenica prossima, 20 maggio. Il prezzo del biglietto è di € 30 e l'intero ricavato della serata andrà a Mama Anakuja. Un motivo in più, oltre alla musica che ci farà sentire in Africa per una sera, per partecipare a questo evento tutto da vivere, nel ricordo di un ragazzo che aveva grande voglia di vivere e che amava il Kenya ed in particolare i bambini di Malindi e dintorni.
Per informazioni e prenotazioni, si può chiamare il 3454196336 o inviare una mail all'indirizzo missaluba@hotmail.com.(17/05/2012) 

Happy Samp a Watamu

Scherzando, si potrà dire che anche in Kenya, come a Genova e nel calcio italiano, i "cugini" sono arrivati dopo. A Malindi da tre anni c'è il Genoa, sostenuto dalla Onlus Karibuni e dalla Malindi United, a Watamu è arrivata in questi giorni la sponsorizzazione sportiva del Sampdoria Club Bogliasco. Merito di Marco Narizzano, uno dei sostenitori italiani dell'orfanotrofio e scuola "Happy House", creata dall'inglese Sue Hayward. Un progetto splendido di cui malindikenya.net si è occupato più volte. Ora la Happy House finalmente ha una scuola calcio che, con l'aiuto già operativo dell'accademia Malindi United del simpatizzante doriano Riccardo Botta, può preparare i suoi ragazzi al primo derby Genoa-Sampdoria in terra d'Africa. Il tutto potrebbe avvenire a luglio, ma intanto i ragazzini della Happy House sorridono e potranno usufruire anche di donazioni da parte dei tifosi della seconda squadra ligure per un vero derby di solidarietà.(16/05/2012) 

Coccodrillo fossile più lungo del mondo in Kenya

I ricercatori dell'Università dell'Iowa hanno annunciato di aver rinvenuto i resti del più grande coccodrillo mai conosciuto in Africa orientale. Christopher Brochu, professore associato di geologia, ha detto in una intervista ai media locali che l'animale, 27 metri, è perfino più lungo del "coccodrillo del Nilo" che misura poco meno di 21 metri. I ricercatori hanno lavorato sui fossili presenti nel Museo Nazionale del Kenya a Nairobi. Il coccodrillo, secondo la ricerca finanziata dal National Science Foundation, sarebbe vissuto tra i 2 e i 4 milioni di anni fa nel periodo Pliocene e Pleistocene nella regione kenyana del Turkana e sarebbe stato il più grande predatore nel suo ambiente. L'animale è stato denominato "Crocodylus thorbjarnarsoni" in ricordo di John Thorbjarnarson, famoso esperto di coccodrilli e collega di Brochu, morto di malaria diversi anni fa.(14/05/2012) 

Saba Anglana e il suo disco "keniota"

Oggi al Salone di Torino la cantante italo-africana Saba Anglana, presentera' in diretta Live su Radio 3 il suo nuovo lavoro discografico 'Life Changanisha', all'interno dello spazio Rai. L'album, il cui titolo ha il profondo significato 'la vita ci mescola', e' un progetto speciale per Amref e racconta del viaggio che l'artista italoafricana ha condotto in Kenya. Durante questa esperienza, seguendo la rotta verso i villaggi ed i luoghi remoti che la maggiore organizzazione sanitaria in Africa sostiene, aiutando migliaia di persone, l'artista si e' fatta raccontare dagli abitanti le proprie storie, condividendo con loro i sogni, il cibo e la lotta per la sopravvivenza. La musica e l'espressione canora diventano dunque ponti immediati di comunicazione e fecondano cosi' nuovi ricchi territori dove ci si racconta senza necessita' alcuna di difendere la propria identita' culturale dal cambiamento.Inglese, kiswahili e somalo sono le lingue che raccontano in 11 tracce inedite questo viaggio geografico, umano ed artistico: le prime due intese come idiomi universali, il somalo invece come il filo conduttore del legame di nascita di Saba con quella parte del mondo, l'Africa Orientale. L'album e' stato prodotto da Fabio Barovero, arruolando fra i diversi musicisti Thomas Gobena, dei Gogol Bordello, Luca 'Vicio' Vicini, dei Subsonica, Federico Sanesi, uno dei massimi suonatori di tabla, il Maestro Rajab Suleyman fondamentale depositario dell'arte del qanoun di Zanzibar, i Kayamba Africa, il piu' famoso gruppo vocale dell'East Africa e le Bismillahi Gargar, collettivo femminile di voci somale.(12/05/2012) 

Africa Project costruisce scuola a Ganze

Due amici italiani e un ragazzo, Katana. In uno dei distretti più poveri della costa keniota, quello di Ganze, nell'entroterra di Kilifi. Uno dei quei luoghi che abbiamo visitato più volte e dove proprio non puoi fare a meno di aiutare, se ti cali nella loro realtà. Così hanno fatto William Andreani, che da 20 anni frequenta il Kenya e Fabio Sevegnani, presidente dell'associazione di solidarietà Africa Project. Nel villaggio di Mgamboni urge la costruzione di una scuola elementare, perché l'attuale Primary è disastrata e perlopiù di fa lezione sotto gli alberi (nella foto). L'associazione Africa Project, come abbiamo documentato qualche settimana fa, ne ha costruita una in poco tempo a Shakaola, vicino Langobaya. Ora William ha chiesto a loro di aiutarli in questo nuovo progetto, i cui costi si aggirano intorno ai 35 mila euro. La scuola successivamente verrà donata al Governo, i cui fondi non sono comunque sufficienti per garantirne il corretto funzionamento secondo standard accettabili. Per informazioni e poter dare una mano, potete scrivere all'indirizzo: william.19@tiscali.it Per ogni donazione superiore ai 2000 euro una delle aule verrà intestata ai donatori o a un loro parente che non c'è più.(10/05/2012) 

Situazione difficiole nei campi profughi a nord

“La situazione nei campi profughi è drammatica, gli aiuti governativi alquanto insufficienti, tutti hanno paura di recarsi nella zona, manca quindi l’essenziale, soprattutto l’acqua, aumentando il rischio di epidemie e morte soprattutto tra i più indifesi, i bambini”. E’ l’appello che il Superiore generale dei Missionari della Consolata, padre Stefano Camerlengo, ha fatto pervenire all’agenzia Fides, descrivendo la situazione in cui si trovano i missionari della Consolata che operano nella parrocchia di Camp Garba, nella diocesi di Isiolo (Kenya). Spesso le tribù di nomadi del Nord del Kenya si scontrano, a volte anche in modo violento, per il possesso del bestiame e per assicurarsi il diritto al pascolo – racconta il Superiore generale -, ma recentemente, interessi di politici locali, hanno trasformato la convivenza tradizionale delle varie tribù, in sopraffazione e violenza, per togliere le terre ai popoli nomadi con la prospettiva di arricchirsi in accordo con potenze economiche internazionali. La Commissione Giustizia e Pace della Regione Kenya, in un suo recente rapporto, ha documentato come dall’ ottobre 2011 a oggi, in tre diversi occasioni, i Borana hanno attaccato insediamenti Turkana, uccidendo 20 persone, distruggendo 150 case, bruciando i raccolti e disperdendo le loro mandrie di cammelli. “I sopravvissuti hanno trovato rifugio nelle scuole, nelle chiese e nelle cappelle della missione, e in campi profughi allestiti nel territorio della parrocchia – prosegue padre Camerlengo -. Altri ancora sono fuggiti nei vicini centri abitati, ritenuti più sicuri. La stima approssimativa delle persone assistite nel territorio della parrocchia è di circa 3.300 persone. Mi auguro che al più presto si possano far sedere allo stesso tavolo i capi delle parti in conflitto, per raggiungere un accordo di pace, di riconciliazione e di perdono, e si riprenda così al più presto la convivenza pacifica, nel pieno rispetto dei diritti di tutti" (da Radio Vaticana 09/05/2012)

Strade e palazzi, come cambia Malindi

Siamo abituati a vedere vendere Malindi come paradiso turistico tropicale (che poi per correttezza bisognerebbe dire "equatoriale", ma va bene lo stesso, oggi il giornalismo non è più così pignolo e preciso...). Chi sogna una vacanza dalle nostre parti, pensa alle bianche spiagge, al clima ideale, alla natura, alla controversa bellezza del Terzo Mondo, ai safari. In realtà Malindi è una realtà commerciale di un certo tipo ormai da venticinque anni. Da quando i primi charter atterravano a Mombasa e a Kilifi non c'era ancora il ponte costruito dai giapponesi, ma un lentissimo ferry che trasportava da un lato all'altro del creek. Malindi ha unito allo sviluppo di hotel e resort (che una volta si chiamavano "villaggi turistici") quello di case, ville e appartamenti e la logica apertura del cosiddetto "indotto", ovvero attività commerciali legate allo sviluppo edilizio. Ma non solo! Ha assistito e sta assistendo soprattutto negli ultimi anni, grazie soprattutto al benessere portato dagli italiani, alla nascita di numerose attività della popolazione locale per la popolazione locale: ristoranti, bar, negozi di abbigliamento, di computer, di telefonia mobile e d'altro, le cosiddette "piccole e medie imprese" per una categoria di persone che sta uscendo dalla povertà e assaporando i benefici della piccola borghesia africana. Che magari inizia a dormire su un pavimento, invece che sul fango e va a comprare le piastrelle per il bagno, anziché le canne di bambù. L'edilizia popolare arriva di conseguenza. Sorgono nuovi palazzi a più piani e si stanno già preparando le costruzioni di grandi condomini. Anche in quest'ottica è normale assistere all'apertura, tra qualche mese dei centri commerciali Nakumatt (in pieno centro turistico) e Tusky, altra catena molto nota in Kenya. E vedrete che, oltre a residenti occidentali, saranno frequentati soprattutto da kenioti.(08/05/2012)

Il Kenya a tavola in piazza Duomo a Milano

Un assaggio di Kenya all'interno dell'Expo Food milanese "Il mondo a Tavola", una delle manifestazione che fanno da "antipasto" al grande appuntamento europeo dell'Expo 2015 per il quale la metropoli meneghina si sta preparando ormai da tempo. Nell'ambito di queste iniziative, nel weekend in piazza del Duomo cittadini milanesi e turisti hanno potuto prendere confidenza, tra altre dodici gastronomie del mondo, anche con alcuni prodotti della cucina tipica keniota. Il tutto grazie all'associazione Umoja Kenya Solidarity Cultural Association di Lucy Bellotto, una keniota che vive da molti anni in Italia, felicemente sposata con un italiano. L'iniziativa è stata patrocinata dal Kenya Tourist Board e dall'Ambasciata Keniota. Seduti uno accanto all’altro, lungo una tavolata di 200 metri, i milanesi hanno assaporato gratuitamente i piatti tipici del Kenya, tra samosa e ghiteri, mataka ed altre specialità che chi frequenta questo paese ben conosce. Condividere il pasto è un gesto altamente simbolico: la tavola e il cibo rappresentano uno dei momenti più significativi di incontro e di scambio culturale tra i popoli. Da qui, dall’apertura e dal dialogo, è partita Expo Milano 2015 per incontrare e far incontrare il mondo, anticipando ciò che accadrà durante l’Esposizione Universale milanese, piazza del Duomo per un giorno è diventato luogo in cui anche il Kenya ha potuto esprimere la propria sensibilità e creatività culinaria. (foto Maurizio Maule07/05/2012) 

Muore capitano nazionale di rugby femminile

Il capitano della nazionale di rugby femminile del Kenya, Aberdeen Shikoyi, è morta sabato a causa delle gravi lesioni riportate il 21 aprile scorso in uno scontro di gioco. Il 21 aprile scorso contro l'Uganda a Kampala, nella finale di andata della Elgon Cup, la 27enne giocatrice si era fratturata la colonna vertebrale scontrandosi contro un'avversaria. Dopo l'incidente la Shikoyi era stata trasportata all'ospedale della capitale ugandese su un'unità speciale, da dove in seguito è stata poi trasferita a Nairobi. «È stato uno sciagurato incidente, non è colpa di nessuno» ha detto un portavoce della Federazione keniana, Michael Kwambo(06/05/2012) 

Ancora non piove, campi pronti

E' una situazione quasi irreale, nell'immediato entroterra della costa keniota: quasi tutti gli shamba, ovvero i campi coltivabili della popolazione locale, sono pronti per la semina del mais, in attesa delle piogge che però tardano ad arrivare. E' un rituale che si consuma ogni anno ad aprile. Ovviamente da questa "buttata" dipende buona parte del raccolto estivo, quindi del fabbisogno di mais di ogni famiglia keniota. Sulla costa, specialmente, il piatto quotidiano è rappresentato dalla sima, ovvero la farina di mais, accompagnata solityamente con verdure dello stesso campo e pomodori. Nei prossimi giorni le prime innaffiate dovrebbero dare speranza alla povera gente giriama, ma intanto la siccità nella costa inizia a creare qualche problema, a differenza del resto del Paese, già colpito da inondazioni. Anche a Mombasa sono più frequenti le precipitazioni.(05/05/2012)

Prosegue la collaborazione tra malindikenya.net e la prestigiosa rivista italiana di cucina "Chef", con la rubrica mensile "Alle falde del Kilimangiaro" curata da Freddie del Curatolo. Ecco in anteprima l'articolo del nostro direttore sul numero di maggio del periodico.
Malindi è una meta da sogno che nel corso del tempo ha ispirato anche grandi scrittori, oltre ad artisti di vario genere, naturalisti, storici e viaggiatori. Sulle coste dell’Oceano Indiano, a poche centinaia di metri da dove Vasco Da Gama nel 1498 approdò per fare tappa nel suo viaggio alla scoperta delle Indie (quelle vere), si fermò a metà degli anni Cinquanta anche il grande Ernest Hemingway. 
Il romanziere americano era appassionato di pesca, oltre che di caccia grossa e Malindi era la “posta” ideale per essere vicino a entrambe le sue passioni. Il parco nazionale dello Tsavo a un centinaio di chilometri, e il porto dell’antica Melinde davanti alla sua camera con vista al Sinbad Hotel, l’unico in cui sapevano preparare un buon mojito. 
In ricordo di questo passaggio illustre nella cittadina che oggi è più italiana che statunitense, sul lungomare del porto sorge il ristorantino “The old man and the sea” (Il vecchio e il mare).
Il nome del locale riporta ad uno dei capolavori dello scrittore e ben si adatta alla vista che si gode dalla sua veranda affacciata all’oceano, quando alla sera gli anziani pescatori africani preparano le nasse per la pesca notturna. Sulla griglia a vista, sfrigola il pescato del giorno: sogliole e cernie rosse, gamberoni e aragoste. Hemingway amava i grossi pesci d’oltre barriera, il Marlin e il Red Snapper. Una giornata intera per pescarli, la sera per gustarli all’ombra di infinite bottiglie di birra. All’Old Man and the sea la cura è anche per gli antipasti. Qui si può gustare ad esempio un ottimo sashimi di tonno pinna gialla, ma la specialità è assolutamente il pesce vela affumicato. Il Sailfish, altra preda ambita dal pescatore Hemingway, è il simbolo araldico di Malindi. Simile allo spada, la sua carne non è però indicata per essere consumata alla brace o in padella. 
Gli inglesi nel corso del tempo hanno trovato il suo migliore utilizzo nell’affumicatura. Così viene proposto con accompagnamento di burro e aglio o con salse varie. Qui la fetta di pesce vela invece viene utilizzata per cingere medaglioni di gamberi saltati con aneto e coriandolo, alla maniera swahili, dopo essere stato marinato con una vinaigrette delicata all’aceto balsamico. 
Il tutto viene guarnito da una morbida maionese impreziosita da altre erbe. Se il fumè tende leggermente a coprire il delicato gusto dei gamberi, l’insieme dei medaglioni ha un gusto irrinunciabile e irripetibile, proprio come il piacere che ti può dare, in questi luoghi, rileggere alcune pagine de “Il vecchio e il mare”. (foto di Leni Frau 04/05/2012)

Torneo Karibuni Onlus
Anche quest'anno il Torneo Karibuni Onlus, evento di solidarietà che coinvolge orfanotrofi, squadre di quartieri disagiati e le leve calcistiche della scuola calcio Malindi United, ha segnato un momento importante di solidarietà e di gioia per la comunità malindina. Una due giorni di festa, all'insegna dello sport e della sana competizione senza inutili rivalità, come il giuoco del calcio dovrebbe essere. Nella giornata finale sono affrontati i ragazzini dell'orfanotrofio di Watamu Happy House, le ragazze della scuola calcio femminile, la Karibuni Genoa e i sorprendenti bambin under 10 della Malindi United. Questi ultimi, che rappresentano la vera speranza per la continuità di questa importante operazione sociale, si sono dati veramente da fare, e hanno messo il cuore oltre l'ostacolo per arrivare fino in fondo. La finale che li ha visti affrontare i più grandicelli (under 13) della Karibuni Genoa, è stata coinvolgente, con tutto il pubblico di coetanei e adulti a fare il tifo per i più piccoli, che hanno stoicamente portato la partita in parità (0-0) fino ai calci di rigori, dove hanno perso per 4-3. Sono loro comunque i vincitori morali e questo la dice lunga sul tipo di iniziativa che la Onlus e l'accademia di calcio italiana hanno approntato. Un altro weekend di sport e solidarietà che ha visto trionfare l'unità tra giovanissimi, la consapevolezza di rendere migliore la propria vita e la speranza di proseguire nella strada del binomio sport-educazione.(02/05/2012)

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