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Novembre 2008

Tutte le notizie del mese

01-11-2008 di redazione

La solita Malindi dei luoghi comuni nell'ultimo libro di Beppe Severgnini. 
Severgnini e Malindi, un'occasione persa. Il giornalista scrittore cremasco ha da poco dato alle stampe il libro “Italians, il giro del mondo in 80 pizze”, in cui raccoglie dieci anni della sua esperienza di viaggiatore nelle comunità italiane di tutto il mondo.
“Una scommessa”, la definì ai tempi l'editorialista del Corriere della Sera. A giudicare dal successo del forum in internet si può dire che la scommessa sia stata vinta, non c'è dubbio. La sua maniera di affrontare gli argomenti senza la presunzione del tuttologo e di approfondire le questioni sempre “in punta di penna”, ne hanno fatto uno dei personaggi della rete: adorato, criticato, scopiazzato e dileggiato, ma sempre e comunque cliccatissimo.
Ma c'è anche una scommessa non vinta, quella di non aver voluto approfondire una delle poche comunità italiane non facilmente relegabili in un clichet e che non meriterebbero di essere limitate a qualche luogo comune, peraltro trito e ritrito. Sì, perchè Severgnini avrà passato mesi e mesi a New York, Londra, Los Angeles, Parigi, Berlino, Pechino (sommando le tante visite negli anni di onorata carriera) ma a Malindi è stato soltanto un giorno e qualche ora. 
Il capitoletto che dedica alla cittadina e ai suoi residenti italiani, scritto di getto dopo quella visita, nel libro non è stato cambiato di una virgola, mentre la comunità di connazionali è in continua evoluzione e proprio perché è così eterogenea, atipica e difficile da delineare (anche per un gran viaggiatore e conoscitore dell'essere umano, del mondo e delle sue lusinghe come Severgnini), avrebbe meritato un'indagine più profonda, o piuttosto il silenzio. Invece no, anche per il giornalista Severgnini (che poi con un “copia-incolla” da tastiera in quest'ultimo volume si trasforma in scrittore) Malindi è ancora quella degli anni Ottanta e secondo lui gli “scappati” sono in maggioranza rispetto a chi può tornare in Italia in ogni momento, gli italiani trafficoni sono molti più degli imprenditori e operatori seri, che magari hanno lasciato l'Italia proprio perché non riconoscevano più quel Paese che hanno tanto amato. Della Malindi che si appresta a presentare il primo progetto pilota nel mondo in cui l'industria turistica si allea con l'Unicef e le cooperazioni internazionali per combattere la pedofilia (che è soprattutto un problema di radicate e abominevoli abitudini locali), Severgnini non è al corrente, così come ritiene che l'albergatore serio che lo ospitò sia l'unico nei paraggi e che chi gli offrì la cena abbia selezionato a fatica le persone con cui chiacchierare nel suo ristorante. Questo luogo, a differenza di altri molto più facili da leggere, è un vero “campione” di una certa Italia, che probabilmente non interessa a Severgnini e nemmeno a molti suoi lettori e agli inserzionisti del giornale per cui scrive. Qui non abbiamo studenti dell'Erasmus e non ci sono ricercatori fuggiti dalle università della Penisola, non ci sono nipoti di emigranti celebri o arrotini diventati miliardari, non c'è “l'italian dream”. Questa è una colonia per modo di dire, duemila persone che possono diventare ottantamila durante l'alta stagione. Eppure c'è gente che ha abbracciato questo luogo, la Natura, la gente e la filosofia come poche altre fedi al mondo. Ama l'Africa e la difenderebbe a spada tratta, la ama con tutti i suoi difetti, proprio come fa Severgnini con l'Italia e gli italiani. Sorprende che nel capitoletto su Malindi di “Italians”, manchi completamente questa indulgenza, soprattutto dopo aver visto così poco in così poco tempo. Forse perchè siamo più “Africans” che “Italians”? Forse perchè quella sera, a cena, non ha mangiato la pizza ma le linguine ai frutti di mare?
Sarebbe stato bello leggere in un libro (che non ha l'obbligo di schizzare sangue per far vendere più copie o di inseguire la notizia a tutti i costi) anche che Malindi è il luogo dove gli italiani hanno aperto più orfanotrofi per chilometro quadrato, che il turismo e i residenti danno lavoro a 60 mila persone e fanno mangiare le loro famiglie tutto l'anno, ovvero all'incirca 300 mila kenioti, che nel 2008 ci sono state donazioni “porta a porta” per oltre un milione di euro, altro che Telethon. Tutte cose che scrivono ultimamente spesso anche i quotidiani locali, che hanno capito che la Malindi italiana è cambiata.. Invece no, ecco puntare il dito con i depravati che vanno con le ragazzine (saranno il 5% dei turisti che passano di qui? Forse è addirittura una percentuale generosa) o quelli che sono sfuggiti alla giustizia italiana (qui secondo me, non si raggiunge l'uno per cento). Eppure in due paginette di un libro sugli italiani nel mondo, Severgnini ne spende una e mezza a parlare del turismo sessuale e di altre bieche abitudini dell'italiano a Malindi. Gli altri, tutti gli altri, tutti noi...siamo in minoranza. Forse perché lavoriamo e usciamo poco la sera, forse perchè non siamo turisti e in spiaggia ci andiamo solo la domenica, forse perché ci siamo sposati e abbiamo figli e conduciamo una vita così normale che nessuno se ne può accorgere, passando di qua solo un giorno e trascorrendo la serata allo Stardust e al Casino. Che peccato. Qualcuno diceva che parleranno i fatti, e che “le chiacchiere stanno a zero”. E noi cercheremo di farli parlare, con i nostri progetti, con l'associazione, con le iniziative di solidarietà vere, quelle che non amano farsi pubblicità. Magari non finiranno sui giornali come la prossima rapina o in un libro come il prossimo passaggio di un inviato ben imbeccato da qualcuno a cui fa comodo che si parli di questo posto in un certo modo, ma saranno la nostra forza.
Oltretutto dell'ex corrispondente dell'Economist, dell'autore di numerosi best-sellers, ci si poteva fidare, perché siamo certi che nessuno l'ha imbeccato e che non avrebbe avuto alcun interesse a raccontare la Malindi che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi noi italiani. Invece, tra tanti reportage interessanti, tanti sguardi imparziali, tante esperienze ben raccontate, ecco Malindi, la grande occasione persa da Beppe Severgnini.(30/11/2008) 

Agenti di viaggio di Nairobi in tour per Malindi, un'iniziativa del Mwembe.
Un incentive tour di Malindi per aprire al turismo che fa tappa a Nairobi. Questa l'iniziativa del Mwembe Resort che da oggi ospita le più rinomate agenzie di viaggio della capitale, per una tre giorni di visite guidate, incontri ed escursioni mettendo in mostra il meglio che può offrire questa fetta di costa Nord keniota. 
Bunson Travel, Express Travel Group, Going Place, Sunworld Safaris, Charleston Travel, Let's go Travel, più la catena Uniglobe e gli agenti locali di Air Italy e della Condor di Nairobi. Sono soltanto alcuni dei nomi delle prestigiose agenzie che si occupano di vendere il Kenya in casa e all'estero e non soltanto i safari nel Nord del paese o nei parchio nazionali, ma anche il mare, se è vero che per anni si sono appoggiati soprattutto su Mombasa, Nyali e Diani. Tra oggi e domani gli agenti di viaggio saranno impegnati, oltre che nello scoprire il Mwembe Resort in visite alla cittadina, escursione al parco marino, al Mida Creek, all'Arabuko Sokoke Forest e alle rovine della cittadella araba di Gede,
Domani sera ci sarà l'occasione per una visione della famosa vita notturna malindina che, insieme a un pranzo a Rosada, fornirà l'occasione per un relax da un "tour de force" davvero esaustivo di Malindi.(28/11/2008) 

Consegnati i glucometri della Asl di Benevento al sindaco di Malindi.
E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta. Il viaggio di solidarietà di sei medici italiani, guidati dal dottor Gianni Cirocco della Asl di Benevento, ha avuto il suo lieto fine con la consegna di parte dei regali predisposti per i bambini di Malindi. Davanti al sindaco Menza, al direttore del distretto sanitario Ali Abdul e al responsabile dell'Ufficio Sanitario Dickson Mugaza, Cirocco ha consegnato venti glucometri, ovvero apparecchiature computerizzate per misurare il grado di diabete della persona, immediatamente e con il solo prelievo di una goccia di sangue, come per il vetrino della malaria. La cerimonia, tenutasi al Municipal Council di Malindi, avrebbe dovuto riguardare però anche mille paia di occhiali da vista di diverse gradazioni. 
Gli occhiali da vista, il cui valore totale si aggira intorno ai ventimila euro, sono stati invece bloccati in dogana e nemmeno dopo una lunga trattativa condotta dal console di Mombasa Felice Castellano, sono stati restituiti ai legittimi proprietari. "Volevano farci pagare uno sproposito di tasse - racconta l'accompagnatore dei medici, Piercarlo Giorgi - a nulla sono valse le assicurazioni del consolato e una lettera dell'ambasciatrice del Kenya a Roma". Una schiarita è arrivata dalle parole di Mugaza. Il responsabile dell'Ufficio Sanitario di Malindi ha parlato direttamente con gli ufficiali della dogana aeroportuale di Mombasa. "Speriamo che tutto si possa risolvere nelle prossime ore - ha detto Mugaza - ci recheremo personalmente a spiegare l'utilizzo che faremo di quegli occhiali". Alla presenza del sindaco Menza si è poi creato una sorta di gemellaggio tra la Asl di Benevento e il Distretto Sanitario di Malindi. La delegazione di medici campani è stata invitata a visitare le strutture locali, tra cui la Clinica Municipale Tawfiq, e gli italiani hanno promesso aiuti futuri, specialmente nel campo dell'oculistica. Alla fine, grazie all'aiuto dell'ufficio stampa malindikenya.net, che ha organizzato la cerimonia di consegna e indirizzato i medici verso le strutture mediche malindine, un'altra iniziativa di solidarietà è andata in porto. "Dobbiamo ringraziare malindikenya,net e in particolar modo il direttore Freddie del Curatolo - ha detto Giorgi - che ci ha seguito e aiutato, oltre al console di Malindi e a quello di Mombasa. E' un bene che ci sia un agenzia come questa a Malindi, può diventare un vero punto di riferimento per chi vuole fare cose positive in Kenya".(28/11/2008).

Ciak in giro per Malindi, kenioti entusiasti.
Sullo sfondo l'antico monumento a Vasco Da Gama, sul mare le vele dei pescatori che rientrano dal giro pomeridiano. L'azzurro del cielo si riempie di venature fucsia e rosa e proietta le sue tinte tenui sulle poche nuvole. Davanti al grande baobab, prima delle capanne dei pescatori. Questa è l'ambientazione scelta dalla regista Francesca Marra e dalla sua troupe pe ril terzo giorno di riprese del film malindino "Amici per la pelle", prodotto da Rodeo Drive per conto di Mediaset e già venduto a Canale 5 per la prima serata nel 2009. Il capannello di gente locale ha trasformato il set in un evento particolare e gli attori si sono scoperti sorpresi da tanto garbato interesse per il loro lavoro. La polizia non ha nemmeno avuto bisogno di avvertire i curiosi e i passanti di non disturbare il lavoro della troupe, tutto si è svolto regolarmente in tranquillità. 
Anche oggi e nei prossimi giorni le riprese riguarderanno Malindi, con scene in mezzo alla old town e al mercato. Questo fino almeno a lunedì. Martedì, invece, le scene avranno come sfondo il Kivulini Hotel di Mayungu, e da mercoledì 3 dicembre attori e produzione si trasferiranno per alcuni giorni al Buffalo Camp, alle porte del Parco Nazionale dello Tsavo.
Soddifazione per le scene girate martedì scorso al Casino di Malindi. 
Le immagini girate hanno riguardato l'incontro, al tavolo da gioco del black jack, tra la bella Elisabetta Pellini e l'attore anglo-uruguaiano George Hilton ("Natale in crociera", "Abbronzatissimi", ma anche una bella carriera degli anni Settanta come attore di spaghetti western), che impersona un interessante tycoon in stile Briatore. La conoscenza verrà approfondita nel bar del ristorante La Griglia, dove sono state girate altre riprese, a cui hanno preso parte anche Maurizio Mattioli e Loredana De Nardis, che con Antonio Catania, Barbara De Rossi ed altri bravi attori di contorno completano un nutritissimo cast. 
Accanto a loro, tra i giocatori del casino, tante comparse scelte tra i residenti di Malindi, tra direttori d'albergo, agenti di viaggio ed altri professionisti. Per quanto riguarda le scene dei prossimi giorni, quasi nulla trapela dalla produzione, se non che è stato assoldato un coro gospel che apparirà improvvisamente in città e confonderà la pista d'inseguimento di alcuni tra i protagonisti che nella finzione sono stati vittime di uno scippo.(27/11/2008)

Sbloccati gli aiuti italiani alla dogana, domani la consegna dei mille occhiali.
Alla fine la solidarietà ha la meglio. Grazie all'intervento del console di Malindi Roberto Macrì e di quello di Mombasa Felice Castellano, mille paia di occhiali per i bambini di un orfanotrofio di Malindi e alcune apparecchiature mediche da donare agli ospedali di Malindi e Watamu, che rano stati inspiegabilmente bloccati sabato mattina dalle autorità doganali keniote all'aeroporto di Mombasa, sono state restituite agli italiani che le hanno portate qui per donarle alle strutture sanitarie di Malindi. "Ha prevalso il buon senso - racconta Piercarlo Giorgi, giornalista romano e responsabile della spedizione italiana che comprende sei medici della Asl di Benevento - grazie al consolato domani mattina potremo consegnare le nostre donazioni in una cerimonia che si terrà al Comune di Malindi. Sarebbe stato un peccato dover tornare in Italia senza aver potuto realizzare questo piccolo sogno". La questione, però, non è chiusa. "Le autorità - dice il console di Malindi Macrì - ci devo spiegare con chiarezza se chi vuol fare del bene in Kenya deve per questo pagare anche le tasse doganali".(26/11/2008)

Massimo Boldi: "La mia prima volta in Kenya", l'attore affascinato da Malindi, gira al Casino. 
"Che posto meraviglioso! E' la mia prima volta in Kenya e sono letteralmente incantato. L'accoglienza a Malindi, poi, è stata splendida". Parole in libertà di Massimo Boldi, all'indomani del suo arrivo a Malindi, per recitare il ruolo di protagonista nel film tv di Canale 5 "Amici per la pelle", che lo vedrà muoversi nel grande palcoscenico naturale fornito dalla cittadina keniota. "Per dire il vero - prosegue l'attore varesino, in vena di rivelazioni - la prima sensazione all'arrivo a Mombasa è scaturita dal cambio di clima. Arrivo dal gelo italiano di questi giorni, e qui fa davvero un gran bel caldo". Mentre lo dice si sta godendo, in pantaloncini e canottiera, già nei panni di uno dei suoi tanti improbabili personaggi, l'aria condizionata del Casino di Malindi. La sala da gioco ha ospitato ieri pomeriggio le riprese del lungometraggio diretto dalla brava regista Francesca Marra, tanto seria e professionale sul set, quanto cordiale, allegra e in sintonia con l'Africa a riflettori spenti. Le immagini del giorno riguardano l'incontro, al tavolo da gioco del black jack, tra la bella Elisabetta Pellini e l'attore americano George Hamilton, che impersona un interessante tycoon in stile Briatore. La conoscenza verrà approfondita nel bar del ristorante La Griglia, dove sono state girate altre riprese. Hamilton è una ciliegina sulla torta di questo film che ha tanta Malindi dentro. Una carriera di spessore alle spalle, iniziata alla fine degli anni Cinquanta, poi commedie e parodie celebri (tra cui uno Zorro gay) tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato uno dei protagonisti del Padrino Atto Terzo di Coppola e recentemente lo si ricorda per aver preso parte a "Hollywood Ending" di Woody Allen. Accanto a loro, tra i giocatori del casino, tante comparse scelte tra i residenti di Malindi, tra direttori d'albergo, agenti di viaggio ed altri professionisti. Le riprese oggi si spostano in giro per Malindi, sfruttando le ore meno calde della giornata. Ma Boldi annuncia anche un appuntamento a cui tiene molto. "Mi hanno dato il via libera - dice - per proiettare in anteprima continentale il mio ultimo film che in questi giorni esce in tutte le sale italiane, "La fidanzata di Papà" in cui recito con Simona Ventura". La prima del film, rigorosamente ad inviti, avverrà venerdì sera al Coral Key. Ma la General Manager del resort, Cristina Tura, sta già pensando ad una seconda proiezione, più avanti, aperta a tutti.(26/11/2008)

Primo ciak sulla strada per lo Tsavo. Oggi si gira con Boldi al Casino di Malindi.
Motore, azione!
Un enorme elefante di lamiera, uno di quegli autobus kenioti che sembrano animali di una preistoria tecnologica che in Africa è ancora il presente, sfreccia sulla strada polverosa che da Malindi conduce in mezzo alla savana, nel regno degli animali veri, quelli selvaggi che nulla sanno di cineprese e fiction televisive. E' passata da poco l'alba e questa è la prima scena di “Amici per la pelle”, il film che Canale 5 ha deciso di ambientare a Malindi. Non c'è l'attesissimo Massimo Boldi, a lui toccherà rinverdire i fasti di un suo amico, altro mattatore di cinema e televisione, quel Diego Abatantuono che come lui mosse i primi passi da comico sullo storico palco milanese del “Derby” e che, a distanza di quindici anni, come lui si ritrova a Malindi per girare un film. Erano i tempi di “Nel continente nero”, che raccontava una colonia d'italiani che oggi è molto diversa. Erano avventurieri, cacciatori, trafficanti all'acqua di rose, anzi al frutto della passione. Oggi sono imprenditori seri, operatori turistici, catene alberghiere come il “Key group” che ospita la troupe e l'intero cast nelle sue strutture. La regista Francesca Marra si ripara dal sole e fa ripetere la scena. L'elefante fa inversione di marcia e si prepara a un'altra corsa, mentre la polizia locale, timidamente, regola il poco traffico di biciclette e qualche fuoristrada sullo sterrato.
Ma c'è un film nel film, in mezzo al verde della splendida periferia di Malindi, tra baobab e buganvillee, a poche decine di metri dalla radura di “maji kubwa”, una pozza d'acqua dove gli animali vanno ad abbeverarsi, prima che il sole del mattino li rispedisca tra gli arbusti. I protagonisti del film nel film sono ragazzi, anziani, mamme con neonati in braccio, contadini con la falce in mano. 
Usciti dalle loro capanne e ora immobili sotto il sole a guardare con paralizzante curiosità il “sarakasi”, il circo dei bianchi, degli “wazungu”. Dietro al bus che lascia una scia di polvere di terra rossa, s'intravvede un uomo che sembra uscito da un altra pellicola. Pantaloni, giacca e cappello, ventiquattrore nella mano destra e passo spedito che stona con lo sguardo spaesato. Come sempre accade da queste parti, anche nel film malindino, sarà una masnada di bambini a dargli il benvenuto in Kenya: “Jambo italiano!”.
Il sole si fa cocente, la produzione monta i gazebo e distribuisce bottigliette d'acqua minerale. La squadra d'appoggio della “Blue Sky” di Nairobi si muove febbrilmente e la troupe italiana si organizza con ordine. L'avventura è iniziata, proseguirà fino al 20 dicembre e il Kenya sembra ringraziare della scelta. Intanto Massimo Boldi arriva al Coral Key e da domani sarà in pista, con le riprese serali al Casino di Malindi e con gli altri protagonisti di “Amici per la pelle”, Barbara De Rossi, Maurizio Mattioli, Antonio Catania. Si dice che Malindi sia un palcoscenico naturale, che da anni srotola pellicole e intreccia storie epiche o piccoli quadretti esotici, avventure senza fine o brevi e intensi filmini vacanzieri. E' un posto unico, dove un set cinematografico o televisivo sembra sempre una matrioska, uno di quegli esercizi di stile dei registi che vogliono raccontare il cinema dal didentro. Qui la vita è più vera che altrove e forse per questo, a chi in Italia sta perdendo la dimensione del sogno, della fantasia, della meraviglia d'incantarsi davanti a un tramonto o a un albero fiorito mosso dal vento, sembra semplicemente una “fiction”.(25/11/2008)

Primo ciak di "Amici per la pelle", Boldi arriva oggi a Malindi.
Una domenica di preparativi al Coral Key, con la regista Francesca Marra, prodiga di consigli e attenta ai minimi dettagli, a provinare un coro gospel che sarà sul set tra qualche giorno, impegnato in una delle tante scene divertenti e pittoresche che iniziano a trapelare dall'entourage. "Sarà un bello spot per Malindi - si lascia scappare la regista - siamo tutti entusiasti di essere qui e non vediamo l'ora di iniziare". Per questa mattina è tutto pronto: il primo ciak del film tv di Canale 5, "Amici per la pelle", con Massimo Boldi e Barbara De Rossi, viene dato alla buon'ora (anche per motivi di solleone) sulla strada che da Malindi porta al parco nazionale dello Tsavo, appena fuori dal centro abitato. Non c'è ancora il protagonista, il comico varesino che tra qualche giorno sarà di nuovo mattatore di Natale sui grandi schermi italiani con "La fidanzata di papà", girato a Miami in coppia con Simona Ventura. Boldi infatti arriva oggi stesso a Malindi, reduce dalla promozione del film e pronto a lanciarsi in questa nuova avventura africana. Al suo fianco ci sono l'attrice romana Barbara De Rossi, la sua spalla Maurizio Mattioli, che ha preso il posto di Christian De Sica e che torna a Malindi quindici anni dopo il film di Marco Risi "Nel Continente nero". il bravo Antonio Catania e la new entry Elisabetta Pellini, che ha sostituito all'ultimo minuto la procace Elena Russo. Questa settimana i set si svolgeranno a Malindi, tra locali noti e scene in strada e nei luoghi pubblici più frequentati della cittadina. La prossima settimana le scene riguarderanno gli hotel del Key Group (l'intero cast e parte dello staff sono alloggiati al Coral Key) e il "Buffalo Camp", il bellissimo lodge nalla savana keniota, alle porte dello Tsavo. Poi Watamu e di nuovo Malindi, fino al 20 dicembre, data entro la quale le riprese dovranno essere ultimate. Felice di iniziare la regista, che ieri ha sistemato con il produttore esecutivo Antonio De Feo gli ultimi dettagli e si è premurata che gli attori non prendessero troppo sole.(24/11/2008)

Inaugurato il beach bar "Lost" e oggi apre anche la discoteca a Rosada.
Un "chiringuito" elegante sulla spiaggia, musica accattivante da sottofondo ma anche buona da ballare delicatamente con i piedi sulla sabbia, un affabile cocktail man e disc-jockey che sforna buona musica, mojito, caipirinha e daiquiri frozen come fossero sorrisi, stuzzichini a volontà. Questi gli elementi della piacevole inaugurazione di ieri pomeriggio del "Lost", il nuovo beach bar dello storico hotel Lawford's di Malindi. C'era un po' tutto il "popolo" malindino di residenti, operatori turistici e amici degli amici, ma anche qualche turista e parecchi vacanzieri da weekend arrivati da Nairobi. Ambiente informale con rappresentanti di ogni generazione, dai giovani ai veterani di Malindi. Abbastanza per scommettere sul nuovo locale di tendenza a Malindi, pronto anche per l'arrivo dei turisti di Natale. E questa sera riapre il beach party del lunedì a Rosada con la musica di Dj Dulla. La stagione è proprio iniziata.(24/11/2008)

Aiuti ai bimbi di Malindi bloccati dalla dogana a Mombasa.
Solidarietà italiana per Malindi bloccata in aeroporto. Mille paia di occhiali per i bambini di un orfanotrofio di Malindi e alcune apparecchiature mediche da donare agli ospedali di Malindi e Watamu, sono stati inspiegabilmente bloccati questa mattina dalle autorità doganali 
keniote all'aeroporto di Mombasa. "Ci hanno sequestrato tutto - racconta Piercarlo Giorgi, 
giornalista romano e responsabile della spedizione italiana che comprende sei medici della Asl di Benevento - nonostante avessimo una lettera 
dell'ambasciatrice del Kenya a Roma Ann Nyikuli". I consolati italiani di Malindi e Mombasa si sono già mossi per cercare di risolvere la questione. "Siamo venuti in Kenya per fare del bene - prosegue Giorgi - abbiamo anche in progetto la costruzione di un nuovo ospedale, ma se questo è il benvenuto delle istituzioni locali, facciamo le valige e 
torniamo in Italia, con il rammarico di non aver potuto portare a termine la nostra missione umanitaria". La speranza nostra e di tanti bambini bisognosi, ovviamente, è che la questione si sblocchi a breve e che questo non succeda.(24/11/2008)

Apre "Lost", il beach bar che mancava a Malindi.
Oggi dalle 17.30. Questo l'appuntamento per l'apertura di "Lost", il beach bar sulla spiaggia del Lawford's Hotel, lo storico albergo malindino di proprietà del "Key Group" che da un anno lo ha restaurato e riportato agli antichi splendori, modernizzandolo (al suo interno anche una Spa) nel rispetto della sua originaria bellezza. Sulla spiaggia ecco allora un beach bar di tendenza, gestito da Giancarlo Trentavizi, esperto agente di viaggio che da anni è conosciuto sul litorale romano come disc-jockey e animatore degli aperitivi al tramonto in locali come lo Shilling di Ostia, da anni "gemellato" con Malindi e arredato con gusto swahili. Da domenica la musica lounge e chill out di Giancarlo e la piacevole abitudine del drink e degli stuzzichini in riva al mare sbarca anche a Malindi. Si chiama "Lost" il nuovo locale che apre domenica pomeriggio e che tutte le sere si propone come ritrovo alternativo dalle 17.30 fino a dopo le 23. La brezza del mare, la sabbia sotto i piedi, cocktails freschi e sicuramente non la "solita" musica di Malindi.(23/11/2008)

I bambini di strada di Kivuli in tournée in Italia!
Il progetto di Kivuli, a Nairobi, nasce dieci anni fa. Ragazzi di strada che ben presto, grazie all'aiuto dell'associazione italiana Amani di Padre Kizito Sesana, hanno sviluppato progetti artistici per uscire dalle condizioni davvero problematiche in cui versavano. Con l'aiuto di volontari, tra cui anche residenti italiani a Nairobi, i ragazzi di Kivuli sono diventati una vera e propria squadra, il "Kanonia Children Team" che ha messo in piedi uno spettacolo a base di danze, canzoni, numeri acrobatici e di giocolieri. Uno spettacolo apprezzato non solo in Kenya, infatti ieri sera c'è stato il debutto della tournée italiana, a Roma. Il tour prosegue questa sera a Bari, con date in Puglia, Campania e Basilicata. Il 7 dicembre sarà a Torino e si chiuderà venerdì 12 dicembre a Milano, al Cine Teatro Ridotto Sales di via Copernico 9.(22/11/2008)

Ecco il programma completo del "Pamoja kwa Amani" tour: 
Novembre
21, venerdì, ROMA
23, domenica, BARI: teatro La Casa di Pulcinella, Arena della Vittoria 4/a, ore 18:00, ingresso 6€
25, martedì, PUTIGNANO (BA): Palazzetto dello Sport, P.zza carli II di Borbone, alle 10:00 – ingesso a offerta libera
26, mercoledì, MATERA: Cine Teatro Duni, Via Roma, ore 20.00
27, giovedì, TERLIZZI (BA): Piccolo Osservatorio Universale Garzia, Largo Don Pappagallo 13, ore 10:00 – ingresso a offerta libera
28, venerdì, TARANTO: Centro Polivalente G. Paolo VI, rione TAMBURI, ingresso a offerta libera
Dicembre
2, martedì, CASERTA: teatro SS.mo Nome di Maria in Puccianiello, ore 19.30, ingresso 10€ (lo spettacolo è preceduto dalla S. Messa alle 18.30 celebrata da Padre Renato Kizito Sesana)
4, giovedì, FABRIANO: palazzetto dello sport PALAGUERRIERI, ore 21 – ingresso a offerta libera
7, domenica, TORINO: spettacolo serale.
10, mercoledì, PIACENZA: dettagli da definire
12, venerdì, MILANO: Cine Teatro Ridotto Sales – via Copernico 9, ricordando Don Bruno Ravasi, Salesiano ed Educatore, scomparso lo scorso anno – ingresso a offerta libera – posti su prenotazione.

Lo Zecchino d'Oro porta solidarietà per i bambini sordomuti di Gede.
Solidarietà canterina per i bambini sordomuti di Gede, dall'Italia a Malindi. 
Ci sono tanti bambini che non hanno potuto mai ascoltare la ninna nanna della loro mamma, nè cantare una canzoncina banale da imparare a memoria e oggi magari il brano pop più in voga. Sono nati sordomuti o, peggio, lo sono diventati a causa delle condizioni di povertà in cui versa la loro famiglia, il loro intero villaggio. Lo Zecchino d'Oro, la più importante manifestazione canora per i più piccini che prende il via martedì 25 novembre, quest'anno raccoglierà fondi per i bambini sordomuti di Gede, il villaggio tra Malindi e Watamu, dove sono ospitati oltre ottanta bambini che non possono ascoltare o cantare nessuna canzoncina. Dal coro dell'Antoniano allora arriveranno note di speranza, attraverso il progetto "Il Fiore della solidarietà", che ogni anno aiuta i bambini meno fortunati. Quest'anno lo sguardo della cinquantunesima edizione dello Zecchino d'Oro è rivolto alla Special School di Gede, sede distaccata della locale Primary School che da anni (è stata aperta nel 1997) si prende cura delle disabilità in età scolare e ospita una classe intera di ragazzi sordomuti. Ma lo spazio non è abbastanza e purtroppo le patologie sono in aumento. Per garantire loro assistenza e un piano educativo su misura, ci vogliono aiuti. "Questi aiuti sono di vitale importanza per noi - spiega Eric Mramba, coordinatore dei progetti sui ragazzi sordomuti e insegnante alla Kibarani Primary School di Kilifi - solo nel nostro distretto ne abbiamo 180, di cui 100 maschi e 80 femmine. Molti di loro sono nati con questo problema, ma altri sono diventati sordomuti in seguito a infezioni che, per problemi economici o di strutture mediche". A questo proposito i fondi che arriveranno dalla manifestazione saranno importanti perchè inseriti all'interno di un progetto ben preciso che prevede la costruzione di una scuola speciale per il distretto di Malindi, l'inserimento graduale dei bambini con questa problematica nella vita sociale e nel rapporto con i coetanei che parlano e ci sentono, e una campagna di sensibilizzazione. "E' molto importante far partecipare i genitori dei bambini a un percorso di formazione - prosegue Mramba - insegnargli il linguaggio dei segni. Poi sensibilizzare le persone nei villaggi, affinchè fin da piccoli i sordomuti non vengano emarginati. Ci sono ancora scuole che non li accettano e non segnalano il problema". Questo progetto, tutto finanziato e gestito da italiani (si parla di una ONG presente sul territorio che farà da tramite) coinvolgerà quasi duecento alunni con bisogni speciali, il doppio di genitori e almeno 40 insegnanti. Come inizio, raccogliere parecchi fondi durante lo Zecchino d'Oro, sarebbe già un ottima cosa.(22/11/2008) 

Regole ferree sulla pesca: "tutti devono rispettarle".
Qualche giorno fa una grande lite in alto mare, proseguita poi a riva, tra pescatori malindini e tanzaniani. Motivo del contendere, metodi non legali dei "cugini" per pescare. 
"Hanno utilizzato le reti di ferro - spiega il presidente del sindacato dei pescatori di Malindi, Yunus Abdì - che sono state vietate dal Governo, perchè oltre a uccidere anche i pesci più piccoli, rovinano i fondali e la barriera corallina. Noi di Malindi abbiamo rispetto per il nostro mare". Pace fatta con i tanzaniani, che hanno capito. "Finchè non ne arriveranno altri. Questi comunque hanno la licenza per pescare nel nostro mare, basta che lo facciano con onestà". Ieri intanto ennesima pesca miracolosa di Sailfish. I pesci vela lasciano il mare caldo di Malindi e vanno verso nord, ma incappano nelle reti locali. "Un anno d'oro per il sailfish" conferma Abdì.(21/11/2008) 

Sicurezza, scuole e giovani: la gente di Malindi si attiva responsabilmente.
"Vigilare sui giovani, ora che le scuole sono chiuse". Questo è uno dei più importanti argomenti affrontati nella riunione di ieri a Barani, unio dei quartieri del centro di Malindi, popoloso ed eterogeneo. Il consigliere comunale Mohamed Aziz ha convocato un meeting con gli abitanti della zona, ma anche altra gente arrivata da altri quartieri di Malindi, per affrontare tematiche di attualità e tentare di arrivare a soluzioni condivise che possano essere discusse anche in sedi più importanti. "I nostri giovani e giovanissimi - ha detto Aziz - possono essere tentati da droga e prostituzione, dobbiamo segnalare possibili casi e riportarli alla polizia, che non deve solo punire ma coinvolgere i genitori e eventualmente i centri di riabilitazione". Si punta il dito sui giovani che a Natale affolleranno le spiagge per guadagnarsi qualche spicciolo. "Ci attendiamo maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine". Così come per i problemi di sicurezza la sera, dopo una certa ora nei quartieri più nascosti.
Il preside della Barani School ha puntato sul ruolo educativo delle famiglie: "non è positivo che ci siano ragazze in cinta alle medie" ha detto.(21/11/2009)

Malaria in calo del 60% in Kenya, a Malindi è quasi sparita.
I dati del Governo parlano di un calo del 42%, ma sulla costa del Kenya si arriva anche al 60%. La malaria sta scomparendo velocemente dal Paese e i numeri, mese per mese, lo confermano. La notizia è di quelle splendide soprattutto per la popolazione locale che fino a qualche anno fa nè è stata vittima, anche per via della scarsa informazione, delle cure a cui non tutti potevano accedere ed altre motivazione dovute a noncuranza e poca attenzione da parte dello Stato. Ma è un'ottima notizia anche per i turisti che da sempre nutrono qualche timore nei confronti della febbre tropicale e si attrezzano di conseguenza, spesso esagerando con cure preventive o precauzioni. 
Importanti, a tal proposito, sono le statistiche elaborate dall'Ufficio Sanitario di Malindi. Nei test effettuati su soggetti a rischio, ad esempio, si è passati da una media del 7% di affetti da malaria cronica, del gennaio 2007, al 3% dello stesso mese del 2008 e si calcola che in questi mesi la percentuale si sia ulteriormente ridotta. "Molti elementi concorrono a questi risultati - spiega Dickson Mugaza, responsabile sanitario di Malindi - innanzitutto la lenta scomparsa della zanzara anofele, per diversi motivi, poi l'accessibilità delle cure a tutti, con molti medicinali in distribuzione gratuita e anche la dotazione di zanzariere anche alla classe meno abbiente". Ma i numeri sono confortanti non soltanto per quanto riguarda la cura della malaria nei confronti dei kenioti, ma anche per i residenti italiani e i turisti. La possibilità di prendere la febbre tropicale è diminuita vertiginosamente, Nel 2007 i casi segnalati su 90.000 turisti italiani arrivati sulla costa keniota sono stati 14, ovvero lo 0,0003%. Roba da Superenalotto.
In pochi anni il Kenya è diventato uno dei Paesi più sicuri dell'Africa in tal senso. Il merito è in parte italiano. Mauro Saio, primario del reparto di malattie infettive del Nairobi Hospital, ha fatto parte del team che nel 1996 ha rivoluzionato le cure per la malaria in Kenya, portando il Paese ad essere il primo tra quelli in cui il problema esiste, ad introdurre l'artemisina nei medicinali antimalaria. "Abbiamo sperimentato questo metodo per primi nel mondo - spiega Saio - grazie alla collaborazione con i ricercatori cinesi, che per primi hanno messo in atto questa nuova cura. L'artemisina agisce direttamente sui gametociti della malaria, rendendo di fatto sterili le zanzare anofele che pungono l'uomo, in modo da impedire loro di riprodursi. Questo è il motivo principale della quasi estinzione della specie". Parallelamente sono state messe in commercio altre medicine "del giorno dopo" veramente efficaci, come il Coartem. "In Kenya ormai da qualche anno si trova il cosiddettoCombination Treatment - illustra il medico italiano - che cura la malaria e allo stesso tempo ne previene il ritorno. In più il Governo si è attivato per ridurre i costi dei medicinali, in modo da poter garantirne l'accesso anche alle classi più povere. E' stata anche bloccata la vendita in composizione singola, perchè è proprio la combinazione di cure e la sua completezza a creare i presupposti per debellare la malaria. Ora il Kenya è all'avanguardia in Africa, da questo punto di vista". Se è vero che oggi nessuna vaccinazione viene richiesta a chi entra in territorio keniano, è altrettanto vero che risulta antiquato parlare di profilassi antimalarica, di fronte a una così scarsa probabilità di prenderla.(20/11/2008) 

Perchè la profilassi antimalarica diventa inutile.
La cura preventiva per la malaria, per i turisti che frequentano il Kenya, è ormai superata. Le importanti conquiste scientifiche che il Kenya per primo ha sperimentato, più di dieci anni fa, stanno dando i loro frutti con numeri che premiano la costanza della sanità nazionale e la spinta decisiva dei ricercatori e di luminari come l'italiano Mauro Saio, da più di vent'anni impegnato su questo fronte. "Ormai non soltanto è più dannosa, ma anche meno sicura delle nuove medicine che si prendono solo nel caso la malaria sopraggiunga - spiega Saio - il combination treatment, in dotazione presso tutte le farmacie keniote, è sicuro e per chi non vive vicino a una struttura sanitaria che possa verificare l'esistenza della malaria, è possibile anche dotarsi di un test per controllarla da sè. Come per il test di gravidanza, c'è un metodo efficace che sostituisce il vetrino". Il dottor Saio quindi si sente di consigliare a chiunque si voglia recare in Kenya, di evitare la profilassi antimalarica che, oltre a garantire una copertura parziale dal virus, non fa bene al fegato ed è meno economico delle medicine che si vendonmo in Kenya. Si fa fatica, per abitudine, a pensare che uno stato africano sia dotato di medicinali migliori di quelli che si possono trovare in Italia, ma in realtà essendo quella contro la malaria una delle principali battaglie condotte negli ultimi dieci anni dai medici di Nairobi, il Kenya oggi si può dire all'avanguardia nel mondo, grazie alla combinazione di farmaci tradizionali e altri (quelli contenenti artemisina) che hanno la doppia azione di debellare la malattia e bloccare la diffusione del virus, sterilizzando le zanzare anofele ed impedendo così la loro riproduzione. Quindi niente profilassi e, una volta giunti in Kenya, recarsi in una farmacia ed acquistare il kit per la malaria. Con una spesa di dieci euro e con una durata media di cinque anni, prima della scadenza. Ottimo da tenere in Italia per chi vuole tornare o da passare ad altre persone che intendono recarvisi in futuro.(20/11/2008)

Caccia ai contrabbandieri di pelli di leopardo: oltre cinquanta arresti in Kenya.
La caccia è partita qualche giorno fa da Malindi. Qualcuno ha notato dei movimenti strani al mattatoio e avvertito la polizia. C'erano due persone che avevano chiesto a uno degli addetti alla macellazione di scuoiare per loro due pelli di leopardo e quattro di "Tsavo Cat", un piccolo felino selvatico che si trova frequentemente nelle foreste a ridosso del parco nazionale. Le forze dell'ordine malindine li hanno colti in flagrante, mentre pagavano l'impiegato del mattatoio e si portavano via le pelli, che avrebbero rivenduto al mercato nero di Mombasa a 12.000 scellini l'una (centoventi euro). Per una cifra irrisoria hanno ammazzato uno degli esemplari sempre più rari e belli da incontrare durante un safari.
Tramite i due contrabbandieri, rivelatisi due "pesci piccoli", la polizia con l'aiuto del Kenya Wildlife Service, sono riusciti a risalire a una banda che da poco si era rimessa in attività nei parchi nazionali, bracconieri capaci di far sparire un'intera specie animale in pochi mesi, se nessuno li avesse scoperti. L'operazione ha portato in due giorni all'arresto di cinquantasette persone e al recupero di cinque pelli di leopardo ed altri animali, la cui carne viene venduta anche a ristoranti della costa, che amano servire (di nascosto, perchè da qualche anno è illegale, tranne che sulle specie di allevamento) la cosiddetta "game meat, la carne di animale della savana, come gazzelle, facoceri, giraffe e anche coccodrilli.
Ora questi malfattori rischiano grosso, perchè l'uccisione degli animali protetti e punita in maniera esemplare dalla legge keniota, essendo una delle grandi attrattive della Nazione. Questo avviene proprio nel periodo in cui i leopardi sono tornati a fare capolino in gran numero nello Tsavo Est, dino alle porte del Sala Gate, l'ingresso della Savana che porta a Malindi. Speriamo che questa operazione sia di esempio a chiunque volesse tentare di alimentare il traffico illecito di animali selvaggi. Già nelle scorse stagioni significativi colpi contro i contrabbandieri erano stati messi a segno, con la cattura di bande criminali che operavano per conto dei cinesi riguardo al commercio delle corna di rinoceronte, ritenute afrodisiache dagli orientali.(19/11/2007) 

Cambia il vento: si entra nell'estate keniota.
Arrivederci al "Kusi", il vento delle basse stagioni, quello che soffia durante le grandi e le piccole piogge e che disegna quello che in Kenya viene considerato l'inverno. Ecco in questi giorni, dopo un assestamento durato una settimana, insediarsi il "Kaskazi", il vento ponentino caldo che annuncia la stagione secca. In questi giorni infatti, di fronte ball'aumento della temperatura, si assiste a una progressiva diminuzione dell'umidità. Con il prossimo cambio di lune l'estate keniota sarà definitivamente arrivata, in perfetto orario.(18/11/2008)

Dalla Liguria a Mayungu, la solidarietà degli "harleysti" arriva in Kenya.

Ricordate i fan delle Harley Davidson che ad agosto si sono riuniti a Portofino per far rombare i loro motori ma soprattutto per raccogliere fondi per l'orfanotrofio di Mayungu? La giornata ligure fu un successo, nonostante il forfait dell'ultima ora di George Clooney, che aveva garantito la sua presenza. Quattromila euro raccolti e tanto interesse per la solidarietà in Kenya, da parte del Portofino Coast Chapter. In questi giorni una delegazione del gruppo di "easy rider" è arrivata a Malindi e per prima cosa si è recata a Mayungu, per la consegna dei fondi raccolti. Ecco il racconto dei sei ragazzi che hanno partecipato alla "spedizione".
"Questa vacanza in Kenya, lontano dalle nostre Harley e dalle nostre strade ben asfaltate aveva come unico scopo il relax. Invece, grazie al “compito” datoci dal Portofino Coast Chapter, il viaggio ha acquisito un ulteriore senso. Questa piccola “delegazione”del chapter composta da Marco, Enrica, Renato, Baby, Simone ed Irene ha una missione importante: consegnare parte della beneficenza del chapter all’Orfanotrofio Children Centre Mayungu. Consigliati da chi ci ha accolto, abbiamo trasformato parte dei 2.000,00 euro in generi alimentari di prima necessità, quali olio, farina, riso, latte ecc. Vista l’ubicazione dell’Orfanotrofio, a bordo di due fuoristrada e di un Pick-up, tutti muniti con bandiera del Chapter, ci siamo avventurati in uno sterrato tutto pozze e buche. L’Orfanotrofio si presenta molto bene: una grande area recintata ben organizzata, ordinata e pulita. Ad accoglierci la Direttrice Marialuisa Travaglia che ci fa visitare la struttura. 50 piccoli ospiti svolgono le loro mansioni in un serenissimo silenzio. Una “stretta allo stomaco” ci prende quando la signora Travaglia ci presenta i due nuovi arrivati : Piera e Piero (1 anno lei,pochi mesi lui) “dimenticati” dalla loro mamma. La visita continua nell’ordinato dormitorio. Questo dormitorio accompagnerà i loro sogni fino a quando compieranno 18 anni….. sempre che continuino ad arrivare aiuti! Poi la foto di rito accompagnata da un canto di ringraziamento dei bimbi sia in Italiano che in Swahili. In quel momento una lacrima è sfuggita alla Signora Travaglia, testimone della Sua sensibilità, accompagnata da un sincero: grazie! All’uscita viste le imminenti necessità dell’Orfanotrofio abbiamo deciso, una volta rientrati in Italia, di anticipare tramite bonifico la seconda parte di beneficenza prevista inizialmente per gennaio 2009. Gli occhi espressivi e le strette di mano ricevute ad uno ad uno da tutti noi rimarranno scolpiti nei nostri cuori."(17/11/2008)

Malindi spopola su "Facebook" in internet, e si da appuntamento in spiaggia.

Il paradiso reale del Kenya diventa anche un luogo d'incontro virtuale. Spopolano infatti su Facebook, il più frequentato "social network" di internet, i gruppi di appassionati del Kenya e amanti di Malindi, che si mescolano con residenti italiani, britannici e, ovviamente, kenioti. In poco tempo gli spazi comuni dedicati a chi frequenta la costa keniota hanno visto aumentare le loro presenze. Il passaparola è stato spasmodico, specialmente in coincidenza con l'alta stagione. Così c'è chi si da appuntamento per confrontarsi sulle date di partenze, per risparmiare sui biglietti aerei, sapere come stanno i mabini adottati a distanza o anche semplicemente chiacchierare del più e del meno con il denominatore comune dell'amore per l'Africa. Ci sono tour-leader di villaggi turistici con la passione per la fotografia che condividono i loro splendidi scatti africani in rete, architetti instancabili che imparano a "chattare", disk-jockey che invitano tutti al loro party, avventurieri giramondo che non vedono l'ora di fermarsi un po' di tempo in Kenya, gente che ci ha vissuto quindici anni fa ma non ha mai dimenticato quella che considera una seconda patria, impiegati che raccontano com'è bello andare in riva all'oceano in pausa pranzo, mentre chi mangia un panino di fretta nel freddo del centro di Milano manda giustamente in diretta le sue maledizioni. Poi ci sono "Quelli che sono stati almeno una volta alla Malindina", gruppo creato da fedelissimi che si danno appuntamento per Natale, C'è chi ama la Savana e scambia opinioni sui campi tendati migliori e chi cita il nostro portale per consigliare agli amici di tenersi aggiornati. Ci sono ragazzi di ogni nazionalità, ma tutti "kenyan born" che sono andati a studiare ovunque, dall'Australia a Londra o Pisa. C'è chi ritrova un amico smarrito "da quella volta allo Stardust"... La rete spesso è una fuga dalla realtà, ma nel caso del popolo di Facebook che ama Malindi è esattamente il contrario: internet diventa il mezzo per condividere una passione e prepararsi a vivere il Kenya al meglio. E già c'è chi pensa a una festa-raduno dei "facebookisti", ballando a piedi nudi, in spiaggia. Altro che realtà virtuale!(15/11/2008) 

Tornano in Kenya la grandi linee aeree: comincia l'americana Delta Airlines. 

Effetto Obama? Non si sa, ma ciò che è sicuro è che le grandi linee aeree stanno seriamente pensando di includere (o tornare, per chi si era allontanato dopo lo "stop" per via dei problemi post-elettorali) il Kenya nelle proprie rotte.
A inaugurare questa inversione di marcia è la compagnia americana Delta Airlines, che ha presentato le strategie di mercato per la prossima stagione, includendo tra le 15 nuove mete mondiali, proprio il Kenya, insieme con altri quattro stati africani. "In questo momento di crisi internazionale - ha spiegato il vicepresidente di Delta Airlines, Glen Hauenstein - bisogna andare dove c'è possibilità di crescita".(14/11/2008)

Da Parma a Malindi: ecco un altro esempio di solidarietà italiana in Kenya.

Ecco un'altra bella storia di solidarietà italiana "diretta", senza filtri nè secondi fini, dalla Penisola a Malindi. Loro sono un gruppo di mamme di Parma, capitanate da Susy, trentaquattro anni, che da cinque frequenta il Kenya con la passione per i villaggi giriama. Ogni anno riempie di fotografie le amiche, i parenti e soprattutto le mamme dei coetanei di suo figlio Marco, che frequenta la seconda elementare e che l'anno scorso è stato a Malindi per la prima volta. "Quella in Africa è la mia vacanza - racconta Susy - il mio angolo di libertà che vivo quasi sempre con amiche o con mia sorella. Marco rimane con mio marito e con le nonne. Ma l'anno scorso ha visto le fotografie dei bambini di Ganda e ha espresso il desiderio di conoscerli e portare loro i suoi giocattoli. Come dirgli di no?" Così è nato il progetto "Da mamma a mama" che in questi giorni sta raccogliendo fondi, attraverso feste scolastiche e spettacoli del doposcuola organizzati proprio dai genitori, per aiutare le mamme di Ganda, piccolo villaggio alle porte di Malindi, a crescere meglio i propri figli. "Stiamo organizzando spettacoli tratti dalle storie africane che mi hanno raccontato a Malindi, come quella bellissima che vuole le nove tribù Mijikenda (di cui fa parte quella giriama che è la più diffusa a Malindi) provenienti da altrettanti vasi di coccio rotti da un dio, che sprigionarono i capostipiti delle etnie. Durante gli spettacoli saranno raccolti fondi e verranno proiettate le fotografie digitali che mostrano com'è la vita di mamme e bambini nel villaggio keniota che abbiamo deciso di aiutare".
"Da mamma a mama" è l'ennesima iniziativa che vede la solidarietà italiana puntare dritto alle condizioni di vita della popolazione malindina. "Malindi ha questa grande capacità attrattiva - spiega Susy, che non avrebbe voluto nemmeno rendere pubblica la sua splendida iniziativa - ci arrivi la prima volta come turista e apprezzi la pace che regna, l'immersione nella Natura e la cordialità della gente del luogo. Poi però, se hai un po' di sensibilità, ti imbatti nelle loro condizioni di vita e capisci che sono le donne il motore trainante della loro modesta economia. Con loro puoi parlare e ti fanno partecipi dei loro problemi senza vittimismo, ma con un realismo che lascia esterrefatti". Una collaborazione tutta al femminile, in maniera addirittura categorica. "Abbiamo fatto un patto - spiega la mamma emiliana - che nessun uomo del villaggio utilizzi quei soldi o si sogni di vendere uno degli oggetti che arrivano in regalo per fare i propri interessi. Quelle decisioni e la gestione dei fondi spetta solo alle donne". Susy e le sue amiche (quest'anno ne ha coinvolte altre tre) saranno a Ganda a fine gennaio, l'obbiettivo per quest'anno, con in mezzo le feste natalizie, è raggiungere quota cinquemila euro. "C'è la crisi economica - ammette Susy - ma proprio per questo suona ancora più assurdo sperperare i pochi soldi per comprare cose inutili. Io da anni sotto l'albero a mio figlio metto, insieme con un regalo simbolico, la foto del volto sorridente del suo fratello africano che riceverà il regalo più importante, la nostra mano tesa".(13/11/2008)

Malore in piscina, muore nella sua villa un'italiana. 

Antonella Allera, questo il suo nome. 59 anni, di Aosta. E' morta ieri nella piscina della sua villa di Watamu per un malore. Secondo la ricostruzione del suo staff di casa, la signora sarebbe tornata dal paese, avrebbe indossato il costume e si sarebbe tuffata in acqua. Lì avrebbe avuto un malore e vani sarebbero stati i tentativi dello staff di casa di rianimarla. Oggi è previsto l'arrivo del figlio dall'Italia e l'autopsia della donna.(12/10/2008)

Venti milioni di scellini per l'elettricità a Malindi.

Il problema dell'elettricità è una delle annose questioni con cui gli abitanti di Malindi e dintorni si trovano a fare i conti da molti anni, tanto che è suonato come una beffa l'aumento delle bollette dallo scorso agosto. Di fronte alle numerose proteste, la scellerata decisione della compagnia keniota dell'elettricità, la Power & Lightning, è rientrata e da questo mese dovremmo tornare a cifre più consone, dopo aver visto aumenti anche del 70% delle bollette. Ma non è tutto, il Governo ha stanziato fondi per la partecipazione statale della compagnia, in risposta alle avances dei cinesi, che vorrebbero acquistare la società Kengen a cui fa capo la Power & Lightning ". Venti milioni di scellini, questa la cifra stanziata per il distretto di Malindi, che però beneficerà anche dei 3 miliardi e mezzo messi a disposizione al Distretto di Kilifi, dove è in attività il più importante trasformatore della costa nord del Kenya.(11/10/2008)

Gli artigiani di Malindi si sbizzarriscono: ecco l'Obama d'ebano per i turisti.

Leoni ruggenti, guerrieri masai con lance e scudo, elefanti dalle lunghe zanne, "mama" dal prosperoso seno e maschere tribali. 
Il neo presidente americano Barack Obama è in buona compagnia, nel più noto workshop di artigianato di Malindi, "Muungano Handcraft", che rifornisce parecchi negozi di souvenir della cittadina ed è visitato ogni anno da migliaia di turisti che vogliono portare a casa un oggetto artigianale intagliato a mano da mani keniote. Perchè nell'enfasi post-elettorale che ha visto trionfare il primo candidato di colore della storia statunitense, per giunta di origini keniote, dopo che Kogelo, il villaggio sul lago Vittoria da cui proveniva il padre si sta trasformando in un santuario degno di Graceland, la casa di Elvis Presley a Memphis, anche Malindi ha voluto celebrare a modo suo il leader afroamericano, inserendo il (quasi) connazionale nel novero delle statuine che illustrano la vita africana. Così da qualche giorno, accanto alle solite attrazioni per turisti, ecco apparire un mezzobusto in giacca e cravatta che, a dire il vero, di Obama ha soprattutto l'idea e le orecchie. "Non è facile riprodurre il lineamenti del presidente americano - spiega Richard, uno dei responsabili dello Workshop - abbiamo puntato sulle rughe d'espressione del volto, sulla bocca larga e sulle orecchie un po'...a sventola". Sulla base, campeggia la scritta: "Obama, the kenyan president of Usa". Una trovata simpatica per celebrare una vittoria storica, non si sa quanto possa interessare agli italiani a caccia di animali e gadgets più "etnici" di un uomo politico vissuto nella Southside di Chicago. Forse era meglio una statuetta da presepe, che un busto da ufficio "che può andare bene come fermacarte" spiega Richard. Non male, per uno che è chiamato a fermare i capitomboli dell'economia mondiale. In ogni caso, ancora una volta l'originalità degli artigiani di Malindi viene premiata e non è detto che in futuro riescano a fare di meglio. Non ci vuole un mutuo per acquistare un Obama d'ebano. Il prezzo? "Ottocento scellini - dice Richard, che per adesso ne ha fatto fare solo qualche esemplare da esposizione, ma assicura che in un giorno ne può produrre di nuovi - ma, come sempre il prezzo è trattabile...".(11/10/2008) 

Secondo casting a Malindi per "Amici per la pelle".

Seconda chiamata per figuranti e aspiranti attori: la produzione italiana Rodeo Drive, a Malindi per girare "Amici per la pelle", film tv per Canale 5 con protagonista Massimo Boldi, recluta comparse e attori per ruoli secondari, "wazungu" e kenioti, domani mattina a partire dalle dieci al Coral Key. Venerdì scorso, per il primo casting, la partecipazione è stata eccezionale, con centinaia di ragazzi, particolarmente beach boys, che hanno affollato la reception di fronte al villaggio. Presenti anche molti residenti italiani, che sperano di poter concorrere a mostrare Malindi in Italia (televisione, prima serata, ottimo spot per la cittadina turistica keniota) e magari farsi vedere anche dai parenti che vivono a ottomila chilometri di distanza. "C'è ancora posto per qualcuno - invita l'assistente alla regia del film, Mohamed Houssein - attendiamo ancora turisti e residenti italiani". Nel frattempo la produzione sta cercando un piccolo attore dalle "qualità" non facilissime da reperire: un adolescente keniota che sappia parlare napoletano. E' vero che Malindi è ormai italianizzata, ma...buona fortuna!(10/11/2008)

Maratona internazionale di canottaggio: vincono l'olimpionico Scarpa e la solidarietà.
Vincono in due: l'olimpionico italiano Daniele Scarpa e la solidarietà, con il campione Francesco Gambella che consegna 4500 euro ad Amref, per la costruzione di una scuola a Malindi.
Questo l'esito finale della Maratona Internazionale di canottaggio Mombasa-Malindi, iniziata mercoledì scorso e snodatasi attraverso quattro splendide tappe: Mombasa-Mtwapa, Mtwapa-Kilifi, Kilifi-Watamu e gran finale ieri da Watamu a Malindi, con arrivo in volata sulla spiaggia della Rosada, davanti a decine di fans e curiosi. Ha vinto all'ultimo colpo di remo (ma mai come in questo caso l'affermazione conta poco) il campione iridato e olimpico, medaglia d'oro ad Atlanta, Daniele Scarpa. Ma la soddisfazione si legge sul volto di Francesco Gambella, l'atleta con all'attivo diversi record mondiali sulla distanza, che ha fortemente voluto questa manifestazione di solidarietà, insieme con Amref, Kenya Tourist Board e Associazione MWTWG. "E' stata un'esperienza unica, memorabile - ha detto col fiatone Scarpa - ho vinto mondiali, olimpiadi, ma quello che ho provato durante questa maratona è qualcosa di assolutamente straordinario. Soprattutto vedere la partacipazione, la curiosità e l'allegria della popolazione locale, al nostro arrivo nei villaggi della costa, non ha prezzo". E un prezzo invece ce l'ha l'aiuto che questi atleti porteranno ad Amref, per la costruzione di un edificio scolastico a Malindi. Sono 4440, per la precisione, gli euro raccolti da Gambella e soci, con oltre seicento racimolati proprio in extremis durante la competizione. "Sono al settimo cielo - spiega Gambella - e ringrazio tutti quelli che ci hanno sostenuto, compresi gli imprenditori malindini che ci hanno dato appoggio logistico e sponsorizzazioni. Un'altra bella sfida è stato vedere gli equipaggi kenioti approcciarsi con entusiasmo, sono giovani e devono ancora imparare molto, ma siamo sulla strada giusta". Specialmente con "maestri" come loro. Sorridenti al loro arrivo anche gli equipaggi sudafricani, compresa una coppia che per la prima volta ha affrontato le acque keniote. "Molto meglio qui che in Sudafrica" ha commentato l'energica signora. Sulla riva di Silversand, intanto scene di gioia e fotografie di gruppo, con bambini saltellanti nell'acqua a festeggiare l'insolito avvenimento e Scarpa che allieta la compagnia elargendo bandierine italiane e avvolgendosi in un grande stendardo keniota come un mantello. D'altronde, il superman rimane lui, e i campioni di solidarietà sono tutti quanti, ex aequo. Vince ancora una volta la voglia di fare del bene sulla costa keniota, grazie agli italiani e allo spirito di gruppo.(09/11/2008)

La dogana di Mombasa torna all'antico: visto d'ingresso pagabile solo in dollari.
Non è frutto dell'effetto Obama, perchè la decisione risale a una decina di giorni fa, ma la dogana aeroportuale di Mombasa, attraverso l'ufficio immigrazione, ha deciso di tornare all'antico, quando ancora non c'era l'euro, e chiedere ai turisti il pagamento del visto d'ingresso in dollari, anzichè lasciar loro scegliere quale valuta utilizzare, tra quella americana e la moneta unica europea. Tutto questo è stato fatto senza avvertire tour operator e associazioni, ambasciate e consolati. Così si sono verificati in questi giorni piccoli disguidi per turisti arrivati sprovvisti di dollari. Richieste di spiegazione sul perchè di questa decisione sono state inviate a Nairobi, specialmente al ministro del Turismo Najib Balala. Nei prossimi giorni si chiarirà se la misura è temporanea o meno. Intanto si raccomanda ai viaggiatori che si preparano ad arrivare in Kenya, di premunirsi di 50 dollari, altrimenti saranno costretti a cambiare gli euro al cambio non troppo conveniente dell'aeroporto.(07/11/2008) 

Lotta agli spacciatori a Malindi, in forte calo il traffico di droga.
Lo confermano le comunità islamiche, che per prime avevano cominciato la battaglia, lo comunica anche la stampa nazionale. 
A Malindi sarà sempre più difficile drogarsi. Un'importante operazione della polizia a Shela, il quartiere a ridosso del porto, ha portato al fermo di diverse persone,

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