Editoriali

EDITORIALE

Malindi e Watamu, la stagione che verrà

Previsioni e dati di fatto tra voli, affitti e resort

28-10-2019 di Freddie del Curatolo

Chi vive e lavora sulla costa keniana, ogni anno in questo periodo si prepara all’arrivo dell’alta stagione ed è solito chiedersi e chiedere come sarà.
Non è un’abitudine solo italiana e solo malindina o watamense, è argomento di conversazione anche tra i commercianti indiani o swahili delle boutique di Mombasa, nelle agenzie di safari locali e straniere di Diani, tra chi organizza transfer e chi affitta case o camere a Kilifi e Mtwapa, i proprietari di ristoranti, ristorantini, bar e chioschi, addirittura i beach boys che vagabondano sulle spiagge.
Chiaro che le due destinazioni di cui sopra sono le più frequentate e quelle che più dipendono dal turismo stagionale, per la presenza di molti resort che ancora puntano sui pacchetti-vacanze e sui tour operator, ma anche per un buon numero di repeaters e di proprietari di case e ville.
Sarà che da quasi dodici anni mi occupo prevalentemente di turismo e sono “sulla notizia”, ma la domanda fatale a Malindi e Watamu mi viene rivolta un po’ da tutti, come se io avessi la facoltà di leggere nel mappamondo di cristallo che ha una venatura a forma di freccia che parte dall’Europa, e specialmente dall’Italia, e arriva appena sotto l’Equatore...meglio se frenando bruscamente appena prima di Zanzibar.
Ebbene, ecco una risposta per tutti, un link da utilizzare quando le richieste si fanno numerose.
Che stagione sarà quella a cavallo tra 2019 e 2020?
La previsione è che non sia dissimile da quella precedente, quindi di assestamento rispetto agli anni passati in cui si assisteva alla lenta ripresa dopo il 2013 e il 2015, anni di attentati terroristici in Kenya (a Nairobi e Garissa) e di crisi economica in Italia.
Secondo il Ministro del Turismo keniota Najib Balala, i numeri generali di questa annata saranno migliori, con turisti in aumento tra il 5 e il 10%. Secondo me si tratta di proiezioni reali ma che tengono conto dell’afflusso nella capitale Nairobi, che ha aumentato fiere, eventi e convegni internazionali, dove anche chiunque arrivi dall’estero e si fermi per un breve periodo viene considerato e conteggiato come turista, e nei grandi parchi della Rift Valley.
Per quanto riguarda la costa, abbiamo assistito a un agosto lusinghiero ma anche a una caduta verticale di presenze a settembre ed ottobre.
Aspetto che riguarda sempre più chi punta su clientela italiana ed europea e non cerca altre forme di marketing e promozione, non solo all’interno del Paese ma rivolte anche ad altre Nazioni africane, specie quelle che non hanno lo sbocco sul mare.
Chiaro, è un turismo che privilegia gli weekend o le feste comandate, ma quanti proprietari o gestori di hotel hanno programmi di promozione mirati in questo senso?
Noi da tempo ci proponiamo per questo genere di consulenze e ogni tanto veniamo chiamati per campagne specifiche, ma in molti pensano di fare (e fare bene) da soli perchè hanno il profilo Instagram, la pagina Facebook e si sono registrati su Booking.com. Magari bastasse.
Quanti vanno a vedere quando cadono le feste nazionali dell’Etiopia, dell’Uganda e del Ruanda e magari impostano una campagna su siti o quotidiani locali poco prima di quel periodo?
O si affidano ad agenzie di quel Paese prospettando buone percentuali?
Quanti a Malindi e Watamu stanno cambiando il modo di propagandare la loro struttura e di conseguenza la destinazione?
Tenuto presente che il guardare unicamente al mercato italiano non paga, questa sarà anche una stagione di trasformazione, utile ad internazionalizzare Malindi e a dividere Watamu tra chi ancora si può permettere di vivere di solo turismo “all incentive” e chi ha bisogno e voglia di aprirsi.
La vacanza da resort e da mare, ormai concentrata prevalentemente nella zona di Jacaranda Bay e gestita dal duopolio Alpitour-Uvet, prospetta buone percentuali di occupazione a Natale, ma ancora non è dato sapere quanto potrà essere lunga la coda che porta verso Pasqua.
Chi invece ha convertito villaggi turistici in condomini o grandi abitazioni private in boutique hotel può contare sugli “svernatori”, che pagano affitti in aumento ma sempre competitivi (specie con il risparmio invernale sul riscaldamento in Italia...). Molti di loro sono pensionati che ormai considerano Malindi e Watamu una seconda patria o la Riviera di una volta. Ogni anno qualcuno viene a mancare, altri sono meno propensi a mettere il naso in giro, ma spesso si fermano anche 4 o 5 mesi e muovono il cosiddetto “indotto”, creando posti di lavoro in termini di personale a servizio e simili e frequentano supermarket, ristoranti, spacciatori di pesce fresco e farmacie.
Insomma, in mancanza d’altro e in attesa di nuovi impulsi, meglio averli (se rispettosi, rilassati e magari non allupati/e)  che dovervi rinunciare.
Capitolo voli: da questo mese su Mombasa arrivano due charter Air Italy, che in realtà funzionano come voli di linea, anche per le prenotazioni.
La compagnia vende liberamente e i prezzi per ora sono competitivi. Proprio la scarsa competizione, dato l’esiguo numero di compagnie presenti su Mombasa, è il motivo principale dei prezzi ancora troppo elevati nel periodo di alta e altissima stagione. Per questo si auspicano richieste di altre compagnie. I cinque voli settimanali Qatar, da dicembre, da questo punto di vista sono una buona notizia, così come l’interessamento di British Airways per un ritorno, anche dopo il fallimento del più importante tour operator britannico, Thomas Cook.
Ethiopian continua ad atterrare due volte al giorno da Addis Ababa e Turkish una, con relative connessioni con l’Europa. La compagnia di bandiera Etiope, anche quest’anno premiata come migliore del Continente Nero, vorrebbe anche la rotta Addis-Malindi. Questo sì sarebbe un vero colpo per l’industria turistica e nuove possibilità di mercati diretti. Ma per quest’anno ancora non se ne parla, come purtroppo non si vede la luce fuori dal tunnel dell’adeguamento dell’aeroporto internazionale di Malindi, che ormai bisognerebbe intitolare a Penelope.
Insomma, la stagione dipenderà ancora una volta dalle tasche di chi ha già affittato ville e appartamenti a Malindi, che sono praticamente tutti esauriti, così come i voli interni da Nairobi nel periodo tra il 21 dicembre e l’undici gennaio, e dai keniani in vacanza nel loro agosto, che è il mese di dicembre, quando chiudono scuole e molti uffici. Per attirare questi ultimi a Watamu e Malindi, piuttosto che a Diani o Mombasa, bisogna far vivere le destinazioni, creare eventi, insomma pur con l’acqua alla gola di sempre, investire e soprattutto farsi trovare positivi e propositivi.
Altrimenti tanto vale chiudere baracca, venderla o affittarla a chi magari ha idee nuove, è più attento al mercato o ha più voglia di fare.
E andare al mare, sempre che smetta di piovere.

TAGS: previsioni kenyastagione kenyaturismo malindi

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