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SOLIDARIETA'

Chakama, si inizia a correggere il tiro sulla solidarietà

Parte lo stage di 2 ragazzi con un progetto sostenibile di Karibuni Onlus

20-09-2020 di Freddie del Curatolo

Spesso la nostra visione della solidarietà possibile e costruttiva in Kenya combacia con quella di una onlus che da tanti anni con coerenza ed inevitabili ma intelligenti correzioni di traiettoria ed obbiettivi lavora bene sulla costa del Kenya, ovvero Karibuni Onlus.
Recentemente i lettori più attenti ed interessati hanno seguito il nostro ritorno nel villaggio di Chakama, realtà rurale come tante, con i suoi problemi di miseria e difficoltà legate all’ambiente e al decentramento, ma anche tristemente salito alla ribalta della cronaca per la vicenda del rapimento della connazionale Silvia Romano.
Vicenda che ha anche portato a galla certe malpratiche di piccole organizzazioni di volontariato che hanno portato una solidarietà temporanea e poco funzionale a creare condizioni di crescita e di stabilità su tenori di vita migliori, anzi talvolta hanno anche speculato sull’indigenza di questa gente.
Più volte noi di Malindikenya.net, anche grazie all’aiuto di alcuni lettori, ci siamo recati in questo villaggio dell’entroterra malindino per verificare la situazione della popolazione locale. Situazione più che problematica, perché ai danni della povertà permanente si sono aggiunti quelli del passaggio del “volonturismo”.
Lo stesso Gianfranco Ranieri, sulle pagina social di Karibuni Onlus appunta:
“Tante associazioni italiane e privati che qui hanno mandato fiumi di denaro per una miriade di progetti con il risultato però che la crescita di questa comunità è stata impercettibile anzi generando in tanti ,sopratutto nei giovani, l’idea che fosse dovere degli italiani mantenerli e loro diritto non fare nulla o quasi. E' un parere personale , infatti qui Karibuni Onlus non e' mai intervenuta”.
In più la situazione è peggiorata per l’emergenza Covid-19 e Malindikenya.net, già impegnata con il Rotary di Malindi, l’associazione PWAM e la Camera di Commercio nella distribuzione alimentare ai nuclei familiari e ai villaggi più vulnerabili, ha risposto alla chiamata del responsabile della comunità locale Albert Chome e si è recata nel villaggio per una distribuzione extra.
Karibuni si è unita ed insieme abbiamo subito cercato una maniera sostenibile per portare il nostro contributo e cambiare la mentalità specialmente nei giovani.
Così il direttore dei progetti di Karibuni, Jackson Kanai, ha proposto un’iniziativa sulla falsariga di quello che stanno da tempo portando avanti con successo a Langobaya, facendo per esempio diminuire la disoccupazione del 12% sia con progetti diretti che con l’indotto. Così è nata l’idea di offrire a due giovani di Chakama, Shukrani di 22 anni e Benson di 18, di recarsi per due mesi a Langobaya per uno stage gratuito di agricoltura ed allevamento, approfittando della provvisoria chiusura delle scuole. Altri ragazzi, specialmente quelli che hanno imparato meglio le tecniche da “savana boys” di quanto gli possa interessare studiare o lavorare, hanno rifiutato la nostra proposta. Ora si spera che i primi due allievi di Karibuni Onlus traggano il massimo profitto da questa esperienza e poi vedremo come lanciare con loro il primo progetto di agricoltura sostenibile anche a Chakama.

TAGS: solidarietà kenyachakama kenyakaribuni onlus

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