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Disabili in cima al Monte Kenya, impresa anche un po' italiana

Iniziativa benefica con l'appoggio della Fondazione Fontana

17-09-2019 di redazione

Vedere Musa, disabile keniano di 27 anni piantare la bandiera del suo Paese sulla storica vetta di Lenana Point, a quota 4985 metri sul Monte Kenya, per gli escursionisti del progetto “Stretching our limits” deve avere avuto il sentore straordinario delle imprese storiche, non solo dell’alpinismo.
L’iniziativa, organizzata dall’associazione L’Arche Kenya di Nyahururu, che da anni si occupa di giovani con disabilità fisiche e intellettuali con il supporto della Fondazione Fontana Onlus di Trento, ha portato sulla montagna più alta del Kenya e sulla vetta che fu teatro di una delle più evocative imprese dell’alpinismo italiano, quattro ragazzi con problemi motori e mentali.
Musa e i suoi compagni di avventura, assistiti dal personale dell’associazione, da esperti scalatori e dalle guide del Kenya Wildlife Service, sono stati trasportati sulle moderne carrozzelle da montagna monoruota chiamate “joelette” e anche a spalla dove le pendenze non permettevano di proseguire in maniera normale.
L’impresa ha chiaramente l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della disabilità e di come spesso le persone che ne sono colpite vengano considerate unicamente un peso nella società keniana.
L’arrivo a Lenana Point rappresenta simbolicamente la scalata di persone che quotidianamente devono affrontare ostacoli che sembrano insormontabili per le loro possibilità. L’Arche Kenya è una comunità di case famiglia per persone con disabilità intellettive nata in collaborazione con il Saint Martin Centre, fondato vent’anni fa da un gruppo di volontari keniani animati da Don Gabriele Pipinato, sacerdote italiano che collabora da sempre con la Fondazione Fontana.
L’impresa sostenuta nei giorni scorsi aiuterà l’associazione ad avviare alcune piccole attività imprenditoriali (un forno per il pane, una lavanderia) che possano permettere alle persone con disabilità di misurarsi con il mondo del lavoro e contribuire al sostentamento della case famiglia.
 “Siamo orgogliosi di aver partecipato a questo progetto e di aver contribuito a distanza alla scalata del Monte Kenya – ha dichiarato il Direttore della Fondazione Fontana Onlus Pierino Martinelli - nell’area del progetto, le opportunità di crescita per le persone con disabilità, soprattutto mentali, sono quasi nulle. Difficilmente hanno accesso ad attività al di fuori dell’ambiente privato. Abbiamo dato prova che i limiti sono solo mentali e che realmente si può andare oltre gli stereotipi. La prossima sfida è quella di dare loro un’opportunità sociale e lavorativa, per questo serve l’aiuto di tutti”. 

TAGS: monte kenyafondazione fontanascalata kenyadisabili kenya

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