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Finanziaria: come il Kenya userà i suoi soldi

2020-21 tra prestiti agevolati, sanità e (nuove) tasse

12-06-2020 di redazione

Il Ministro del Tesoro del Kenya Ukur Yattani ha svelato ieri pomeriggio la nuova finanziaria del Paese per l’anno fiscale 2020-2021.
Si tratta ovviamente di un’operazione economica del tutto inedita, come d’altronde il momento globale che stiamo vivendo impone.
Bloccato da ormai tre mesi, il Kenya sta vivendo la situazione di molti altri Paesi in bilico tra crescita e povertà, tra progetti che hanno richiesto prestiti internazionali e l’impossibilità di mantenere un PIL che in questi ultimi anni ne hanno fatto una delle Nazioni più appetibili del mondo dal punto di vista degli investimenti.
Chi ha puntato su Nairobi, come soprattutto Cina e Stati Uniti, ma anche Russia, Israele e Turchia, tanto per fare nomi di potenze economiche alternative, difficilmente potrà smettere di punto in bianco di sostenere il Governo keniano e la sua economia.
Tuttavia, dallo scorso marzo, le banche hanno già dovuto appianare debiti per 360 miliardi di scellini, più 190 di prestiti bloccati.
Le economie dell'Africa subsahariana subiranno una contrazione dell'1,6 per cento nel 2020 e un probabile rimbalzo del  4,1 per cento nel 2021.
Il Kenya sta attuando salvagenti per contenere la situazione e nel contempo sta ricevendo aiuti non solo dalla Banca Mondiale, ma anche da singoli Paesi come ad esempio Danimarca e Norvegia.
Vediamo nel dettaglio gli stanziamenti dell’anno finanziario a venire:
Inutile dire che la parte del leone la farà l’assistenza sanitaria.
Per il settore daranno stanziati 1 miliardo di dollari, di questi poco meno della metà saranno destinati ad attività e programmi volti ad ottenere una sanità pubblica decente in ogni contea. Altri fondi saranno impiegati per la fornitura di letti, materassi e biancheria per gli ospedali e 12 milioni per la formazione e assunzione di operatori sanitari per un periodo minimo di un anno. Altri fondi saranno impiegati per dotare di macchinette per disinfettanti in tutti i posti pubblici del paese.
Dopo la sanità, infrastrutture e impiego sono le voci toccate da Yattani.
50 milioni di dollari per il rifacimento delle strade di accesso e dei ponti in tutto il Paese.
100 milioni di dollari stanziati per il programma “Kazi kwa Vijana”, ovvero dare lavoro ai giovani disoccupati impiegandoli nelle opere pubbliche.
50 milioni di dollari saranno destinati per l’istruzione secondaria, che secondo il programma di Governo di Kenyatta dovrà gradualmente diventare gratuita, per l’alimentazione in quella primaria e per lo sviluppo delle università. 3 milioni di dollari destinati a reclutare 1.000 stagisti ICT per sostenere l'apprendimento digitale nelle scuole.
520 milioni di dollari saranno investiti per la sicurezza alimentare e gli aiuti ai vulnerabili.
180 milioni per l’industria locale. Lo sviluppo del porto di Mombasa e della seconda fase della ferrovia SGR costerà allo stato circa 20 milioni.
Altrettanti fondi saranno destinati a sovvenzionare l’agricoltura e rivitalizzare l’importante mercato internazionale dei fiori.
L’Ambiente riceverà 80 milioni di dollari per la salvaguardia di mare e laghi, e per la conservazione delle foreste. Lo sport avrà dallo Stato 14 milioni, da utilizzare anche per lo sviluppo sociale.  
Il Turismo, dopo lo stanziamento di 20 milioni di dollari di cui ancora non è noto l’utilizzo, non è stato citato tra i principali settori di investimento per far ripartire il Kenya, così come la Cultura.
Infine, oltre ai fondi destinati alle attività del Parlamento, alle coperture burocratiche, quest’anno saranno 391 i milioni destinati alle Contee.
Yattani si è dichiarato a far diminuire, anche se in maniera impercettibile, il deficit di bilancio ma si dice ottimista sulla sostenibilità del debito pubblico e che ci saranno margini per ottenere prestiti agevolati da parte del Governo. I progetti pubblici saranno sempre finanziati attraverso partnership tra pubblico e privato.
Chiaramente la domanda principale dell'opinione pubblica è se e come il Governo dovrà ricorrere alle già provate tasche dei cittadini per recuperare parte degli stanziamenti che non potranno giungere da privati e Stati stranieri. Le prime annunciate sono l'uno per cento obbligatorio sulle ritenute anche per le compagnie che non dichiarano utili e 1.5% sulle transazioni online per le aziende che operano in e-commerce.

TAGS: kenya finanziariakenya tassekenya debitikenya tesoro

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