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Gli archeologi marini italiani sono a Malindi

Tusa: "Siamo alla ricerca di un antico relitto portoghese"

04-11-2017 di redazione

E' un grande giorno per l'archeologia marina keniana.
A Malindi sono arrivati tre esperti di fondali italiani: il sovraintendente del Mare della Regione Sicilia Sebastiano Tusa e i suoi due collaboratori Claudio Di Franco e Fabio Di Iorio.
La partnership tra Kenya e Italia è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra l'Istituto Italiano di Cultura di Narobi e il più importante archeologo marino del Kenya, Caesar Bita, che è anche direttore del Museo Nazionale di Malindi.
"E' un onore avere qui gli esperti ricercatori marini italiani - ha detto Bita a malindikenya.net - la storia del loro Paese e delle meraviglie ritrovate nel Mediterraneo sono una garanzia di professionalità che può dare l'opportunità al Kenya di crescere in questo settore, di conoscere sistemi e sviluppare tecniche facendo tesoro di un campo in cui l'Italia eccelle nel mondo. Speriamo che questo sia solo l'inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione".
Il professor Tusa è entusiasta di questa nuova avventura sull'Oceano Indiano.
"L'Africa, con la sua storia millenaria di passaggi e rotte di imbarcazioni da tutto il mondo, può rivelare grandi sorprese a noi ricercatori - spiega il sovrintendente siciliano - in questi giorni ci immergeremo al largo di Ngomeni, alla ricerca di un veliero portoghese del '500. Nella zona furono ritrovate zanne d'avorio e lingotti di rame, che farebbero pensare proprio a un relitto di quel periodo storico. Speriamo che le ipotesi keniane siano fondate, potremmo anche trovarci davanti ad un'autentica meraviglia, come accaduto recentemente in Namibia, quando è stato portato alla luce un carico di zanne d'avorio, oro ed altri tesori sommersi".
Ovviamente questo potrebbe essere solo l'inizio, per sondare un mare, quello al largo di Malindi, che sotto ai suoi fondali relativamente bassi, può rivelare autentiche sorprese, sotto gli stradi di terra e sabbia accumulatisi nel tempo.
Tusa e i suoi collaboratori resteranno qualche giorno a Malindi e poi si trasferiranno a Nairobi, dove parteciperanno il 10 e 11 novembre a due conferenze organizzate dall'Istituto Italiano di Cultura e dai Musei Nazionali del Kenya sul tema dell'archeologia di mare e di terra in Kenya. 
 

TAGS: archeologia kenyamarina kenyaSebastiano Tusafondali kenyaricerche kenya

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