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La nuova tusker ambrata: buonissima

Recensione della raffinata birra Premium Ale

12-07-2019 di Freddie del Curatolo

"La Tusker è orgogliosa di presentare l'ultima nata tra le sue etichette, la Premium Ale, prodotta con la migliore selezione dei suoi ingredienti dalla East African Breweries Limited, per proseguire la tradizione delle sue birre iniziata nel 1922".
Questo è scritto sul retro della bottiglia da 500 ml della nuova Tusker Premium Ale.
Un'etichetta argentata che si contrappone al colore ambrato della birra che ricorda quello di "triplo malto" come la Adelscott. L'etichetta davanti, con il logo dell'elefante questa volta non stilizzato ma espresso in un elegante disegno "old style", introduce a quello che è destinato a diventare il prodotto di punta, la principessa delle birre keniane.
Effettivamente, almeno nel nome, quello della "Premium" è un ritorno, infatti fino alla fine degli anni Novanta, la Premium era l'unica doppio malto del Kenya, con bottiglia da 33 ml (questo consiglieremmo alla Tusker di fare, le due misure) riconoscibile dal tappo dorato rivestito da una stagnola.
Si contrapponeva alla storica Export, bottiglietta bassa e bombata, più popolare. Entrambe furono pensionate, e fu creata la Tusker Malt, mentre per le birre leggere non c'è alternativa ai 500 ml.
Tornando al 2019, con grande spirito di sacrificio e solo per voi lettori, abbiamo assaggiato l'ultima creatura del birrificio nazionale, arrivata da pochi giorni sulla costa dopo aver fatto il suo esordio la scorsa settimana a Nairobi e nella Upcountry.
La prima sorpresa è sicuramente il colore ambrato. Il cameriere, quando chiediamo se è già in casa, risponde "quale, la "Gold one?" Quella d'oro?
Non è solo l'oro, ma la schiuma densa che pare di birra cruda, alla spina.
Certamente in bocca si può subito notare che è meno frizzante delle sorelle maggiori, è più forte (5.5 gradi, sostiene l'etichetta) ed ha un retrogusto profumato di orzo caramellato che si unisce al sentore intenso di malto. In poche parole, una birra più da meditazione che da pasteggio.
Un blend moderno, europeo ma anche genuino, che fa ben sperare per l'evoluzione di quella che è indiscutibilmente la bevanda più venduta nel Paese.
 

TAGS: birra kenyatusker kenyabevande kenya

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