L'angolo di Freddie

SATIRA

La Malindi di Cianni Pino: il plotter, lo sciampo e gli scuoters

L'italiano mediobasso in Kenya alle prese con l'acquisto di un terreno

10-09-2017 di Cianni Pino

Non so perché quando vuoi comprare a un pezzo di terra a Malindi, devi dire che vuoi comprare un plotter. 
Allora tu non puoi andare dal proprietario e dirci quanto costa o ti do cinguanta mila euri o conosci a Don Peppe, perché il proprietario non c’è mai.
Allora devi conoscere tu un kegnano (mi sanno detto che negro non si può dire perché offende chi è negro veramente) che conosce un altro kegnano che conosce un arabo che conosce il proprietario, però prima si va dall’arabo che conosce il proprietario e poi da un avvocato che conosce l’arabo che conosce il proprietario. 
L’arabo del pezzo di terra che voglio comperare si chiama Alibabbà ma per fortuna lui è da solo e non ha bisogno dei quaranta ladroni, ahaha.
Dice che fa tutto lui.  
Allora io e Susan che mi sa convinto di comprare il plotter con tutti gli annessi e consessi, abbiamo andato a casa di questo Alibabbà nel suo quartiere degli arabi che è caratteristico ma è tutto una puzza terribbile. 
Monnezza, mucche che cacano, capre che cacano, cacate senza capra e altri fetori che lo sanno anche loro che infatti hanno chiamato il quartiere Ascella.
Però il quartiere è anche bello, ci sono i viottoli, ricorda un po’ il paesello di nonna quando ero bambino che anche ogni tanto quando non ce la facevi più si cacava per strada.
L’arabo ha detto “siccome che conosco a Susan non c’è bisogno di andare dall’avvocato” ma l’ha detto in una lingua loro che si dovrebbe chiamare “suini” ma che non è possibile perché a lui il maiale gli fa schifo.
Allora Susan mi sa fatto la traduzione in italiano suino.
Abbiamo salito tutti e tre sul turco-turco, perché il plotter è nel quartiere di Casa Urina.
Speriamo non c'è puzza di piscio dico a Susan, ma lei mi spieca che è invece un quartiere molto elegante che anche Briatore ci ha tanti plotter lì dentro, ma il mio è un po' dietro e per questo costa come un garagge a Napoli.
Dieci minuti sul turco e già mi ho frantumato le palle perché questi ne…ehm kegnani scavano le buche sulla strada e poi con l’asfalto che prendono dalle buche ci fanno un sacco di montarozzi che si chiamano bambs.
Non sono mica capito perché fanno così, forse c’è un punteggio finale come al minigolf di Nocera Inferiore. 
Bene, quando abbiamo arrivato nel pezzamento di terreno, tutto recintato con la rete dei polli, so’ visto che dentro c’erano proprio i polli e le galline.
Macari sono compresi nel prezzo, sono pensato.
Invece poi ho visto che c’era anche un capanno di fanco e foglie secche. 
Fuori da ‘sto capanno c’era seduto un donnone come a zia Immacolata ma più cioccolata e meno immacolata che ci aveva il culone che si inghiottiva il seggiolino e soffocava un bel cioccolatino con una tettona che se non era nera vinceva il primo premio alla sagra della bufala di Battipaglia. 
Poi c’erano due guaglioncelli che si chiavavano di botte e ridevano, un signore con la maglietta strappata sdraiato a terra che beveva un intruglio biango e rideva anche lui, una donna che lavava mutande e rideva, e un contadino che si faceva i cazzi suoi ma sembrava che voleva ridere anche lui.
Io continuo a non capire che cacchio ci hanno da ridere sempre questi qui.
Forse hanno contenti perché nessuno gli dice più negri.
La metà di questo terreno sta tutta piena di piante di pannocchie che quasi mi dispiace strapparle via per farci la casa come anche c'è un albero di baubau che bisogna tagliare ma Susan dice che porta jella se lo tagli ma mica posso dormire sull'albero per non essere sfortunato. Dice Susan che il baubau è un albero sacro, che è come un guardiano.
Ecco, so capito perché si chiama "baubau".
Susan che ha studiato perché quando la sono conosciuta aveva appena finito gli studi a Nairobi, mi ha spiecato che ogni capanno dei kegnani ha la sua piantagione di pannocchie che si chiama sciampo e che ci fanno la farina di mais. 
E ho capito perché gli vengono quei capelli così ispiti, se se li lavano con la farina di mais.
Ahaha no questo è uno scherzo, ho capito che è solo una parola suina che ci somiglia.  
Poi il signore sdraiato si ha messo in piedi con un po’ di fatica, ha preso una bottiglia come di latte di mantorla andato a male e mi ha offerto un sorso.
Mmh che merda! Ho detto in italiano che tanto nessuno mi capiva tranne Susan e mi è venuto da ridere e anche il signore rideva e anche il donnone rideva e anche il suo culone e il bambino invece pianceva che è strano perché mi sanno detto tutti che in Africa i bambini non  sono capaci a piangere.
Comunque Alibabbà mi sa detto che questi signori hanno una famiglia che sta dentro nel plotter ma non hanno compresi nel prezzo, ma quando che io inizio a costruire la mia casa loro gentilmente se ne vanno a occupare un’altro capanno. 
Allora Susan glielo ha detto che io voglio comprare il plotter e allora è arrivato anche il contadino e loro hanno parlato con Alibabbà perché con le donne loro non ci parlano.
Però quando Alibabbà ha iniziato a urlare, questi che prima ridevano e stavano tranquilli hanno iniziato a scuotersi e agitarsi. Quello che mi aveva offerto l’intruglio sembrava uno stregone e io di streghe me ne intendo perché la strega di Benevento è la più famosa d’Italia, modestamente.
Susan mi sa detto che loro si chiamano scuoters, forse perché sembra che riposano e poi improvvisamente si scuotono tutti.
Ma Alibabbà sa detto che non ci hanno problemi e che prepara i documenti originali falsi per fare andare via queste brave persone, però prima devo pagare un anticipo.
Allora sì che ci serve l’avvocato, ha detto Susan. 
Così abbiamo preso un altro turco e abbiamo tornato all’Ascella puzzolente.
Ma la storia dell’avvocato te la racconto un’altra volta, che ora ho fame e vado a manciare in un posto africano che ti fanno i ciabatti e il capretto spero non di ascella, che a Susan piace di più dell’aragosta e a me costa di meno.
E’ bella Malindi, ma si perde sempre tanto tempo che puoi impiegare per esempio per stare nel letto con Susan o andare a Sardegna due. 
Non si può chiamare anche qui la camorra come da me, che fanno tutto loro senza che nessuno si scuota? 
 

TAGS: Malindi raccontiCianni PinoMalindi terreni

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