L'angolo di Freddie

SATIRA

Ma quale Mal d'Africa, a Malindi si vive male!

Lettera aperta di un (presunto) residente italiano in Kenya

01-10-2017 di Un lettore

In Italia arrivano i funghi, sulla costa keniana invece a fine settembre, con la bassa stagione, spuntano i pessimisti, i lamentosi e i catastrofisti.
Ignari che l'Africa è sempre stata così, un luogo attraente, affascinante, vero e vitale ma ricco di contraddizioni, di soddisfazioni cicliche, effimere ma anche assolute, di piaghe aperte a cui ci si può abituare e che fanno la pelle forte,e a dolori che come arrivano passano, specie se vengono presi per quello che sono.
In tutto questo, chi vive specialmente sulla costa, sa che è quasi impossibile costruire certezze sulla sabbia, ma sa anche che un luogo dove ancora si possono coltivare sogni e dare spazio alle proprie inclinazioni senza subire quelle degli altri, è sempre un gran bel posto.
Ma siccome questo è un sito democratico, diamo spazio ad un lettore-fungo che già anni fa si era palesato tra le pagine di un libretto che circolava per Malindi.
Ecco la sua lettera aperta.

Salve.
Approfitto della generosità e onestà del direttore di questo sito che ha voluto dare la possibilità ai lettori di sentire anche l’altra campana dei residenti di Malindi.
Che poi più che una campana, trattandosi di Malindi, dovrebbe essere l'altoparlante di una moschea, da dove ti trapanano i timpani a tutte le ore.
Comunque io non ho paura a parlare in faccia alla gente, a dire secondo me le cose come stanno. 
Perché io sono residente a Malindi da venticinque anni e chi dice che sono arrivato nel 2015 si sbaglia di grosso, perché prima uscivo poco di casa.
Ora, non faccio il mio nome perché tanto è superfluo, e anche su Facebook mi firmo con un nome swahili.
E se qualcuno vuole discutere le mie opinioni, mi venga a cercare lì o lo faccia pure per conto suo.
E poi si vedrà.
C’è chi è convinto che Malindi sia il paradiso terrestre.
Ma per caso avete visto due turisti nudi sulla spiaggia e un serpente su una palma che gli offriva una noce di cocco?
Ma quale paradiso, questo è un inferno!
E non solo per il caldo boia che fa, che si sta meglio a Bormio, d’estate.
Ci sono talmente tante tentazioni, tanti belzebù oltre a moltissimi poveri diavoli che sfido io a trovarci qualcosa di angelico o di paradisiaco.
Vogliamo parlare dei beach boys?
E della prostituzione?
E della corruzione?
E della spazzatura?
E delle buche in strada?
Potrei dirvi di chi è la colpa di tutto questo degrado, ma non ve lo dico perché tanto è superfluo.
Intanto a Malindi non si vive bene, è tutta una favola.
Malindi è cara! 
Le cose costano come in Italia, se non di più.
Pensate che un amico mio (di cui non faccio il nome perché tanto è superfluo) ha pagato una bottiglia di olio d’oliva extravergine quindici euro!
Avete capito, quindici euro, mica noccioline!
(che poi anche le noccioline e gli anacardi sono aumentati, di almeno 20 scellini in due anni).
E non vi dico il prosciutto crudo, il parmigiano, il cognac, persino la mortadella che una volta era il salume dei poveri e che qui i poveri non lo hanno mai assaggiato altrimenti gli islamici gli fanno la pelle!
Lasciando perdere il mangiare, la benzina è diventata quasi cara come da noi, ma qua le macchine consumano di più perché con il caldo il liquido evapora, e poi si sa che i benzinai ti rubano sul contatore.
Non vi dico la luce: una famiglia di amici miei (di cui non faccio i nomi perché tanto sono superflui) ha dovuto rimuovere sette dei quindici condizionatori d’aria dalla villa perché gli arrivava una bolletta che nemmeno a Desenzano.
Le case, anche le case iniziano a costare di più qui che a Lido di Comacchio! 
E le zanzare di Comacchio anche se sono più grosse, almeno non portano la malaria.
Adesso hanno messo anche la tassa sugli affitti e non si può nemmeno ospitare più gli amici a casa facendoli partecipare alle spese, per risparmiare.
Lasciamo perdere il lato economico, vogliamo parlare degli indigeni? 
Quelli ci odiano, e fanno apposta tutte le cose sbagliate. 
A una mia amica (di cui non faccio il nome perché tanto è superfluo) le hanno lavato un vestito in acqua bollente invece che fredda e gliel’hanno tutto rovinato, un vestito che costava 1.500 euro, di quelli che in Italia li porti in lavanderia!
I neri non vogliono qui gli italiani, infatti in tanti anni non hanno nemmeno imparato a parlare bene la nostra lingua.
Eppure ti parlano in italiano, fanno finta.
Poi se gli dici qualcosa in dialetto ti guardano come un beota.
“Uè pirla, se ghè de vardà?” gli dici, e questi sono capaci di risponderti soltanto: “Sorry?”.
Sorry ‘sto par di castagne!
Questi qui sono razzisti, mica come me che ho aiutato tanta di quella gente, tanti di loro… c’era una ragazzina di quindici anni ad esempio, che aveva la mamma molto malat… vabbè lasciamo perdere.
Comunque ne ho aiutati tanti (non sto a fare i nomi perché tanto…) e sapete cosa ho ricevuto in cambio? 
Indovinate? 
Un bel niente, nemmeno assantessana (che mi sembra vuol dire grazie).
La riconoscenza non sanno proprio cos'è.
E poi ti cantano giambobbuana.
Qualcuno mi dirà del mare. 
A Malindi il mare è uno schifo! 
Non ci si dovrebbe venire per il mare, non capisco cosa vengono a fare tutti quei turisti. 
Molto meglio le Mauritius, le Seychelles e sapete cosa vi dico? 
Molto meglio Pietra Ligure, che oltretutto non ci vogliono otto ore di volo e due di pulmino scassato che viaggiano tutti come matti per arrivarci.
Il mare, hai capito che truffa? 
Come i safari, lasciamo perdere, và. 
Prendi il pulmino coi beach boys e ti lascia in mezzo alla savana tra i leoni e devi cambiare tu la ruota bucata! E le agenzie cosiddette serie con i Lancruise costano più che noleggiare uno yacht a Porto Cervo per un pomeriggio. E non faccio nomi perché sono superflui.
Allora mi direte, uno viene a Malindi per la tranquillità. 
Ma se c’è un traffico che nemmeno a Palermo, tutti ‘sti pazzi con i tuk-tuk che fanno un casino bestiale, i camion che ti entrano in casa, i fuoristrada che ti sfrecciano a duecento all’ora. 
E le discoteche all'aperto? Non ti fanno dormire, poi quando alle cinque ti sei quasi addormentato, ecco che parte il muezzin!
Tranquillità?
Ma se ti rubano in casa ogni due per tre (che fa sei, sei volte che mi hanno rubato in casa a me, e pensate che ho già cambiato cinque volte l’askari e quattro la fidanzata) che non puoi neanche lasciare aperta la macchina con qualcosa dentro di valore, che se perdi il telefonino non te lo riporta indietro nessuno.
Paese incivile. 
Anche la guerra qui nel 2008 non era guerra civile, era incivile.
Il direttore di questo sito (non faccio il suo nome perché è già scritto da qualche parte) mi ha detto che si occupa non solo di turismo, ma anche dei problemi, come delle malattie e dei pericoli di Malindi. 
Bene! Qualcuno doveva farlo, per spiegare a quei residenti che hanno il sorriso ebete stampato in fronte (cos’è, un tatuaggio?) che qui non è il paese di Bentegodi, è un postaccio che meglio perderlo che trovarlo.
A questo punto magari qualcuno avrà anche il coraggio di chiedermi: “Ma se parli tanto male di Malindi e dei kenioti, come mai vivi qua e soprattutto, perché non te ne vai fuori dalle balle?”.
Potrei spiegarvi il motivo, ma non ve lo dico.
Perché tanto è superfluo.

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