Amici dello Tsavo

AMICI DELLO TSAVO

Amici dello Tsavo in aiuto di un leone ferito

Avventura serale e operazione mattutina a una zampa riuscita!

03-05-2017 di Giovanna Grampa

Siamo allo Tsavo e lungo il circuito del Voi River notiamo tre leoni maschi,dalla fulva e corta criniera, camminare in una zona pianeggiante punteggiata da bassi cespugli. Sappiamo essere tre fratelli e uno di loro zoppica in modo vistoso.
Cammina per pochi metri evitando di appoggiare la zampa anteriore sinistra, poi si ferma per mettersi seduto, visibilmente sopraffatto dal dolore.
Gli è accanto uno dei fratelli, il più magro e denutrito tanto che si possono intravedere le costole della gabbia toracica e le ossa delle anche.
Segue il fratello ferito con la stessa andatura rallentata quasi a volerlo assistere e confortare mentre il terzo leone, in buone condizioni di salute, s’allontana nella aperta pianura ed inizia ad emettere un basso e sordo richiamo.
Ruggisce per ribadire alla savana la sua incontestabile territorialità mentre il fratello ferito, a fatica, raggiunge un cespuglio per ripararsi dal sole, seguito dal fratello magro che gli si siede accanto con  atteggiamento protettivo.
Sono proprio davanti a noi,per nulla disturbati dalla nostra presenza e possiamo così osservare bene la zampa feritache presenta un evidente gonfiore alla base e parecchie ferite con sangue parzialmente coagulato. Sul manto ferite superficiali in parte non ancora cicatrizzate fanno pensare ad una lotta recente con un altro maschio o con una preda, lotta da cui comunque ne è uscito perdente e un po’ provato.
Rilevata la posizione GPS, scattiamo qualche foto da inviare subito al veterinario del KWS, Dr. Poghom, anticipando telefonicamente quanto abbiamo osservato. La procedura di soccorso è avviata e noi rimaniamo davanti ai leoni per mantenere la posizione fino all’arrivo della Mobil Veterinary Unit che ci raggiunge in breve tempo. Il Dr. Poghom scatta qualche foto e poi cerca di avvicinanarsi con il muso della macchina al leone per costringerlo ad alzarsi madopo pochi passi malfermi il povero animale ricade su se stesso sfinito.
E’evidente che in queste condizioni si deve intervenire per cui si decide, visto l’approssimarsi del tramonto, di rimandare l’operazione al mattino seguente.
Il tutto sarà ben coordinato, poche operazioni veloci ed efficaci: si addormenta il leone e poi si separano gli altri due che andranno tenuti ben lontani. I rangers del KWS allontaneranno il fratello “magro” e a noi spetterà il compito di tenere isolato il terzo fratello.
Di primo mattino siamo nuovamente alla ricerca dei tre leoni. Due sono sdraiati al sole in una zona aperta, dove è più facile intervenire, mentre il terzo compare dopo circa mezz’ora e va a sedersi all’ombra di un cespuglio abbastanza lontano e in una posizione tale che non sarà difficile tenerlo sotto controllo. Nella Mobil Veterinary Unit tutto è pronto: fucile con anestetico, rangers armati, e noi a coprire il terzo leone, emozionati e con un bel po’ di adrenalina in corpo. Parte la macchina del veterinario che si muove verso il leone ferito, sempre affiancato dal fratello protettivo. I due leoni si allertano insospettiti e intuendo che sta per accadere qualcosa a loro non gradito, si alzano di scatto e s’allontanano in direzione opposta . Tra lo stupore generale notiamo però che il nostro leone cammina molto meglio rispetto al giorno precedente. L’andatura è ancora rallentata ma si appoggia sulle quattro zampe e, ad un certo punto, si ferma ed alza la testa con fierezza quasi a voler rimarcare il suo migliorato stato di salute, guardandoci con occhi ipnotici color ambra con aria di sfida.
Dalla auto del veterinario parte il segnale di stop all’operazione. Il riposo notturno e la saliva del leone, contenente enzimi fortemente antibatterici, hanno fatto miracoli. Saranno sufficienti altre cinque o sei ore di riposo assoluto per un ulteriore netto miglioramento. A noi l’impegno di ritornare entro sera per controllare il fortunato leone che puntualmente troviamo nella stessa zona, sotto un cespuglio diverso che sta eseguendo scrupolosamente i consigli del veterinario.
Riposa beato e, sentendoci avvicinare, si stiracchia un po’ mettendo in primo piano la zampa malata, molto meno gonfia e con le ferite cicatrizzate.
Alza il suo testone biondo ci guarda per qualche istante con gli occhi socchiusi e poi si mette nuovamente a dormire sereno, con un sonno naturale e, per sua fortuna, non per effetto di un anestetico.

TAGS: Tsavo EstFauna KenyaLeoni Kenya

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