KENYA
30-08-2008 di redazione
“Da Vanga a Kiunga”.
Così si potrebbe intitolare la costa keniota se fosse un film.
Un interminabile, meraviglioso, variopinto lungometraggio che si srotola attraverso spiagge bianche e sabbiose, improvvisi saliscendi rocciosi, barriere coralline, isole e faraglioni, villaggi di pescatori e antichi insediamenti arabi, oasi marine ricche di fauna ittica.
Non a caso, dopo i parchi nazionali, che costituiscono un’attrattiva con pochi eguali nel mondo, la costa keniota lambita dall’Oceano Indiano è la zona più visitata del Kenya.
L'ANGOLO DI FREDDIE
23-08-2008 di Freddie del Curatolo
Si dice che gli opposti si attraggano.
A me questa cosa è stata subito...
WATAMU
10-08-2008 di redazione
Venti chilometri prima di Malindi, dopo i villaggi di Chumani e Matsangoni, s'incontra l'insenatura di Mida, caratterizzata da foreste di mangrovie, piante le cui radici sono in acqua salata.
A Mida si possono osservare specie molto rare e affascinanti di uccelli, come l'aquila pescatrice africana, la cicogna dal becco giallo e due varietà particolari di Martin Pescatore, di cui uno dal color verde malachite.
Vi sono passeggiate organizzate di "bird watching" da fare a piedi oppure un "Eco Camp".
Dall'altra parte della strada statale, si trova l'ingresso dell'Arabuko Sokoke Forest Reserve, la più grande macchia di foresta endemica dell'Africa Orientale.
La si può visitare in automobile (fuoristrada, ovviamente) con o senza la scorta di un ranger.
COSTA KENIANA
05-08-2008 di redazione
Dodici chilometri a nord di Malindi, passato il ponte sulla foce del fiume Sabaki, dove si possono scorgere ippopotami e la vegetazione è particolarmente rigogliosa, sorge il villaggio di Mambrui.
Nel passato Mambrui fu un importante centro religioso mussulmano, e ospitò anche i primi cinesi arrivati in Kenya via mare,
Segni della sua rispettabile storia si hanno nell'importante moschea e nell'antico insediamento arabo.
Oggi la "old town" di Mambrui è poco più che un borgo di pescatori sviluppatosi sulla grande spiaggia che unisce la "rive gauche" del Sabaki alle saline di Ngomeni.
ARCHIVIO
01-08-2008 di redazione
Alex Turco, un tributo artistico a Malindi.
Tornano gli eventi culturali, artistici e, perché no, mondani a Malindi. L'altra sera è stata inauguarata all'art gallery, lo spazio gestito dal Coral Key sul lungomare della cittadina che già in passato ha ospitato mostre ed eventi, la personale dell'artista italiano Alex Turco dal titolo “A tribute to Malindi”. Inaugurazione davvero riuscita, a giudicare dai residenti e turisti che è riuscita ad attirare, a conferma che c'è voglia di iniziative interessanti e intelligenti.
Le opere di Turco risentono dell'esigenza dell'arte contemporanea di abbinare professioni differenti per ottenere un unico risultato: un'opera originale e senza tempo che catturi l'attenzione. Il resto, in questo caso, lo fa l'amore dell'artista per l'Africa. Così nascono queste fotografie ritoccate al computer e solo in un secondo tempo lavorate manualmente con l'utilizzo della pittura e di vari materiali. Sono perlopiù ritratti, di animali e di soggetti, locali e non, catturati a Malindi. Prevalgono i colori della savana, il beige e il grigio, ma quando esplodono i colori, come nel caso delle collane di una donna masai, è magia pura.
“La mia formazione è nel campo della pittura - spiega Turco, giovane designer con idee ben precise – ma ho sfruttato le mie conoscenze grafiche e anche l'arte appresa da mio padre che è fotografo. Tutto questo per creare opere originali che non siano fini a se stesse, ovvero che possano arredare oltre a trasmettere sensazioni”.(02/08/2008)