Editoriali

EDITORIALE

Nostalgia dell'Hotel Pop keniano nei giorni di Sanremo

Quel genere anni Ottanta che faceva canticchiare il kiswahili

03-02-2022 di Freddie del Curatolo

Osservando dal pianeta Africa la pesantezza italiana anche nei giorni di un presunto evento leggero (come un polpettone ligure vegano) come il Festival di Sanremo, tra battesimi di giovani stonati ed estreme unzioni di aquile spennate, torna addirittura la nostalgia della leggerezza vera, totale, anche un po' scema come quella degli anni Ottanta.
Quando qui in Kenya i musicisti itineranti avevano un genere tutto loro, che si chiamava "Hotel Pop", ovvero canzonette da albergo, ritornelli orecchiabili che si imprimono nella memoria come la colonna sonora di una vacanza indimenticabile.
Nei giorni in cui Amadeus non c'entra una mazza con Wolfgang Mozart (chi era costui?), con l'orchestra del teatro Ariston votata più che mai a non-melodie che non hanno più potere evocativo, nemmeno nella banalità (tanto da far venire nostalgia di "Papaveri e papere" o "Finche la barca va") viene spontaneo un parallelo con le "Hotel songs" keniote.
La più nota per i turisti è senza dubbio "Jambo Bwana", che però viene imparata dai mzungu e proposta dai beach boys nella versione semplificata della Safari Sound Band, mentre l'originale, del 1982, è quella più avventurosa dei Them Mushroom, storico gruppo con intenzioni Afro-Beat e con parecchie sostanze in corpo. Il testo originale, ad esempio, diceva "cantiamo, balliamo, il swahili è il linguaggio dell'Africa, lo usa Michael Jackson, lo usa Lionel Ritchie..." per concludere con una sibillina "la zuppa di funghi è molto buona". Probabilmente si trattava di funghi allucinogeni. Ben altra vita e considerazione ha la splendida ballata "Malaika", scritta dal keniota Fadhili William nel 1960 e suonata per la prima volta nel 1963 con i Jambo Boys, proprio mentre un tanzaniano di Dar Es Salaam ne rivendicava la paternità. Qualche anno dopo la ascoltò Miriam Makeba che la incise insieme a Henry Belafonte e ne fece un successo mondiale. Molta meno gloria per "Karibuni Kenya", forse la prima vera canzone di "Hotel Pop" scritta nel Paese. Autore il keniota-indiano di Mombasa Nabil Sansool, che la incise con il suo gruppo "Nabil and the Savannahs" nel 1979 per la gloriosa etichetta Polydor. Altre canzonette celebrano modi di dire e di vivere in Kenya, da "Pole pole" a "Lala Salama", mentre oggi i giovani kenioti preferiscono il rap e l'hip-hop newyorkese e scrivono di conseguenza.
Viene voglia di un evento vintage tra Malindi e Mombasa: un grande festival di Hotel Pop sulla costa keniota?
Frangipani e cornacchie, altro che papaveri e papere!

TAGS: sanremo kenyahotel popjambo jambomalaika

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