Il Kenya è con Kamala Harris. Questo risalta da un approfondita ricerca che abbiamo fatto, leggendo pareri di politici, economisti, esperti di geopolitica e opinion leaders di Nairobi e dintorni.
I parlamentari si schierano con Kamala perché è normale pensare che “nessuna nuova, buone nuove”, così come per gli editorialisti delle testate più autorevoli, come Daily Nation e Standard, la vittoria di Harris sarebbe fondamentale per mantenere lo “statu quo”,  in quanto Joe Biden è un membro del Partito Democratico, e Kamala la sua vice, quindi la vittoria della Harris garantirebbe ai Democratici di rimanere il partito al potere negli Stati Uniti e proseguire in quella politica estera che sta comunque aiutando il Kenya ad entrare nel novero dei Paesi in via di sviluppo, in procinto di far parte del gotha, ovvero del G20.
Secondo gli esperti, in definitiva, gli accordi bilaterali tra Kenya e Stati Uniti stabiliti dal predecessore di Harris e dal Presidente William Ruto rimarranno intatti.
L’incognita Trump invece è allo stesso tempo un ritorno al passato, con paletti che gli USA misero al Kenya ai tempi di Kenyatta, sia un’incognita per il futuro, specialmente in chiave dei rapporti con la Cina e del conflitto tra Russia e Ucraina.
Poi c’è un tema molto caro al presidente William Ruto, sul quale non solo si è speso ma ha incentrato una politica di sostegno all’Africa e al Kenya, come Paese traino: il cambiamento climatico e l'aumento dei costi dell'energia. Secondo i politologi, una presidenza Trump potrebbe destabilizzare ulteriormente le politiche ambientali ed in generale il commercio globale. L'approccio conflittuale di Trump nei confronti della Cina, come già visto durante la sua precedente amministrazione, potrebbe intensificare l'incertezza economica. Al contrario, mentre il Presidente Biden ha avuto attriti con la Cina, la sua amministrazione ha attenuato la guerra commerciale, favorendo una crescita economica globale più stabile.
Insomma, il “Make America Great Again” di Trump, non convince troppo i keniani, in primis perché limitando le importazioni dalla Cina, la crescita economica del Kenya potrebbe essere sfavorita, e di conseguenza tornerebbe d’attualità il debito con Pechino nonché far lievitare prezzi e tasse, e minacciare le catene di approvvigionamento.
Trump è visto come una minaccia anche dalla Generazione Z. L’amministrazione Biden ha fatto sempre da garante e la voce grossa per la difesa dei diritti umani, criticando il governo Ruto per la risposta violenta alle proteste di piazza, ai rapimenti da parte della polizia e alle esecuzioni extragiudiziali.
In ultimo, anche i keniani che vivono negli Stati Uniti, temono la politica anti-extracomunitari di Trump, che promette controlli severi e rimpatri per migliaia di stranieri.
Come dice sempre qualcuno, “le chiacchiere stanno a zero”, alla fine i rapporti bilaterali tra Nairobi e Washington si sono sempre giocati su tavoli molto grandi, dove può entrare di tutto. E a mangiare, solitamente, sono sempre gli stessi.