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11-11-2019 di redazione
Cinque tipi di farina da polenta potenzialmente cancerogene in Kenya per livelli elevati di aflatossina.
Il Kenya Bureau of Standards (KEBS), la commissione di controllo dei prodotti keniani e di importazione, ha messo in guardia i cittadini su alcune marche di farina di mais che nel Paese viene utilizzata per il piatto più popolare, l’ugali. Per i keniani la “sima”, ovvero la polenta bianca, è come la pasta o il pane per gli occidentali e il riso per gli asiatici: difficile non trovarla nelle tavole di famiglie e ristoranti.
Una delle marche messe sotto inchiesta è la Dola, forse la seconda più popolare dopo la Taifa, ma nella lista ci sono anche altre compagnie, come la Alpha Grain che produce la farina “Kifaru” (quella con il rinoceronte sui pacchetti), la Pan African Grain Millers che confeziona la farina “Starehe”, la Kenblest che produce la “Two Ten” ed un’altra farina di mais che ha grande distribuzione nazionale, la Jembe, prodotta dalla Kensalrise.
“A seguito di reiterati controlli sul mercato e di test approfonditi – ha comunicato KEBS - è stato stabilito che questi marchi non hanno i requisiti perché i loro livelli di aflatossina sono superiori al limite massimo consentito dagli standard del Kenya".
La KEBS ha quindi ordinato ai produttori di ritirare i prodotti dal mercato e di adottare misure correttive la cui efficacia dovrà essere confermata dalla stessa commissione prima che la sospensione delle autorizzazioni sia revocata.
"Le rispettive autorizzazioni sono state sospese e i produttori sono stati invitati a cessare la produzione o la messa in vendita dei prodotti di farina di mais interessati", si legge in una parte della dichiarazione, pubblicata dal quotidiano The Standard.
L'agenzia ha ordinato contestualmente ai supermercati in tutto il paese di rimuovere i prodotti dai loro scaffali e ha esortato il pubblico a segnalare coloro che da oggi continuano a vendere farine di mais di queste aziende.
L’istituto nazionale per la ricerca sul cancro rende noto che le aflatossine sono una famiglia di tossine prodotte da alcuni funghi che si trovano su colture agricole come mais, arachidi, semi di cotone e noci. I principali funghi che producono aflatossine sono l’aspergillus flavus e l’aspergillus parasiticus, che abbondano particolarmente nelle regioni calde e umide del mondo. Tali muffe possono contaminare le colture in campo, durante il raccolto e anche la conservazione. L'esposizione umana alle aflatossine è stata associata ad un aumentato rischio di infezione da cancro al fegato.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che l'esposizione a lungo termine a un alto livello di aflatossina può avere conseguenze sulla salute, che possono colpire tutti gli organi, in particolare il fegato e i reni. Inoltre le aflatossine causano immunosoppressione, quindi diminuiscono la resistenza a virus e malattie, e possono influenzare anche il DNA, con la possibilità di causare difetti di nascita nei bambini.
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