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Così il Kenya rischia di perdere il mare di Lamu

Alla Corte internazionale l'infinita battaglia con la Somalia per i confini marittimi

18-03-2021 di Freddie del Curatolo

Kenya e Somalia sono da anni ai ferri corti per la questione dei confini marittimi sull’Oceano Indiano.
Dopo anni di interpellanze internazionali, ricorsi e (pochi) confronti diretti, l’attenzione ora è riposta sulla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, che potrebbe accogliere per la prima volta ed in via definitiva le argomentazioni della Somalia per riprendersi un triangolo di mare che attualmente appartiene al Kenya, dopo le suddivisioni post coloniali e che risulta importantissimo per l’attività della pesca e per giacimenti petroliferi e di gas naturali.
La disputa tra il Kenya e la Somalia risale all'indipendenza.
Il Corno d'Africa aveva rivendicato parti dell'ex distretto di frontiera settentrionale del Kenya (provincia nord-orientale). Fu l’unica nazione, insieme al Marocco, a non riconoscere le suddivisioni stabilite dalle Nazioni Unite e dall’Unione Africana.
Le regioni di cui la Somalia rivendica l’appartenenza includono il Kenya settentrionale, l'Ogaden in Etiopia, Gibuti e il Somaliland.
Le dispute dopo l'indipendenza sul territorio terrestre furono risolte attraverso accordi amichevoli mediati dal Congo e dallo Zambia sotto l'egida dell’Organizzazione dell'Unità Africana (OUA).
Fu dopo queste mediazioni che la Somalia delineò i suoi confini e il Kenya stabilì relazioni diplomatiche con essa. Il motivo del contendere tra i due Paesi è tornato a farsi dopo che i due Governi non sono arrivati a firmare un memorandum d’intesa negli anni precedenti.
Secondo il Kenya la Somalia non ha mai avuto l’intenzione di trattare, considerando le sue decisioni come quelle da adottare senza se e senza ma.
Quando Nairobi ha cercato di far mediare all’Unione Africana, Mogadiscio si era già rivolta alla Corte Internazionale di Giustizia, confidando anche nelle origini somale dell’attuale presidente Abdulqawi Ahmed Yusuf.  Secondo i somali, invece, i tentativi di colloquio sono stati stroncati sul nascere dalla poca volontà del Kenya di cedere ad un compromesso.
Dal 2009 inoltre si assiste a tentativi di legittimare operazioni da parte della Somalia nel triangolo conteso. Secondo i documenti, i Somali avrebbero già messo in vendita quattro blocchi per estrazioni petrolifere in Gran Bretagna, secondo un accordo già in essere prima della pandemia e ora provvisoriamente bloccato.
L’arcipelago di Lamu è ora in ansia e preoccupato per la gestione della politica estera del suo Paese in merito: se le acque al largo della costa keniana dovessero diventare di proprietà della Somalia, l’ottanta per cento della pesca, che è il principale introito della popolazione delle isole a nord della costa keniana e a circa 70 km dal confine con la Somalia.
I documenti e le mappe depositati dal Kenya alla Corte Internazionale di Giustizia come nuove prove mostrano che la linea equidistante che vuole la Somalia entra nel territorio del Kenya, differendo da quella attuale che è perpendicolare al meridiano e non ai confini di terra.
Altri confini degli stati africani, ad esempio quello tra Kenya e Tanzania e la stessa Tanzania con il Mozambico, suggeriscono la stessa ipotesi e una decisione del genere potrebbe costituire un pericoloso precedente per altri Stati.
Il Kenya sostiene quindi che quella della Corte sarebbe una decisione drastica e negherebbe ai residenti di Lamu i loro mezzi di sostentamento, dato che la pesca è la fonte di sostentamento di base per almeno il 75% dei residenti.
"Se le acque contese venissero assegnate alla Somalia, l'accesso limitato alle zone di pesca storiche e l'aumento dell'insicurezza sarebbero l'ultimo chiodo nella bara per la pesca commerciale, con molti grandi natanti che probabilmente limiterebbero il loro raggio d’azione, temendo sequestri per riscatto come avviene già attualmente oltre il confine" si legge nel documento.

TAGS: kenya somalialamu marekenya confinikenya guerra

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