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VACCINI

Ora in Kenya il Covid-19 preoccupa meno dei vaccini

Non si può procedere così lentamente, proteste anche dal turismo

11-05-2021 di Freddie del Curatolo

Timori dell’ingresso della variante indiana a parte (il Sudafrica ha denunciato decine di case in questi giorni e i voli sono ancora aperti) il Kenya in questo particolare momento non ha molto da temere per le infezioni da Covid-19. Le richieste di tamponi da parte di persone sintomatiche sono ai minimi storici e di conseguenza anche i test effettuati su parenti o persone venute a contatto con malati.
Ieri addirittura si è tornati ai livelli più bassi mai registrati, con soli 66 casi a fronte di 1833 tamponi, con la percentuale record (positivo) del 2021, del 3,6%.
Ora a preoccupare sono le vaccinazioni, che procedono davvero a rilento. Non solo, non arrivano né indicazioni riguardo ad una seconda fornitura da parte del programma Covax, né tantomeno di un acquisto direttamente dalle case farmaceutiche da parte del Governo del Kenya.
La prima spesa infatti dovrebbe riguardare due nuovi vaccini cinesi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ritenuto compatibili con quello di AstraZeneca, che è stata la prima dose ricevuta da quasi 1 milione di keniani e residenti stranieri.
Con questi ritmi da “pole pole” il Kenya rischia non solo di restare indietro rispetto ad altre destinazioni che saranno ritenute più appetibili come mete di viaggio, ma di esporre buona parte della sua popolazione al virus. Cosa succederà infatti quando gli europei, gli americani e parte degli asiatici saranno vaccinati e una bassissima percentuale di keniani lo sarà?
In un recente webinar per la presentazione del libro “La Pandemia in Africa”, l’immunologo Vittorio Colizzi, direttore dell’African Relation Centre e del Journal of Public Health in Africa, ha lanciato l’allarme per il futuro del continente e dei suoi popoli. “Cosa accadrà quando tre quarti della popolazione occidentale sarà vaccinata e in Africa non lo sarà quasi nessuno? – ha domandato il Professore – speriamo di non dover assistere a un importazione del virus dall’esterno, dopo che il continente ha reagito meglio di altri nel prenderlo con effetti gravi, per diversi motivi, ma anche nel contenerlo”.
L’impressione è che non solo l’OMS, ma anche gli stessi Governi dei Paesi africani stiano prendendo la situazione sottogamba, attendendo altri aiuti da più parti prima di organizzarsi per immunizzare i loro cittadini.
Ieri in Kenya la protesta è arrivata anche dal settore turistico della costa, che dopo aver in maniera informale invitato i dipendenti dell’hospitality a fare il vaccino, non ha più avuto risposta sulla continuità del servizio. Questo è avvenuto specialmente nella Contea di Kilifi, dove praticamente nessun operatore turistico, tranne chi ha più di 58 anni, è stato vaccinato. A differenza di Nairobi e delle contee attigue, dove l’evento è stato annunciato e promosso in pompa magna dal Ministro del Turismo Najib Balala, e anche a Mombasa dove alcune strutture hanno avuto accesso.
“Non capiamo perché Kilifi sia stata ignorata da questa campagna necessaria – ha spiegato la chairlady della Kenya Association of Hotel Keepers and Caterers, Maureen Awuor – a Nairobi chi lavora nel turismo ha già ricevuto il vaccino e noi ancora aspettiamo. Ho chiesto personalmente delucidazioni al nostro Ministro del Turismo di Contea ma non ho ancora ricevuto alcuna risposta”.
Il settore turistico è uno degli esempi lampanti di come il Kenya potrebbe restare indietro e soffrire di questa situazione. Altre destinazioni turistiche stanno viaggiando velocemente per dichiararsi “covid free” nella loro promozione con agenzie e siti di viaggio. Ma non solo, qualora i turisti vaccinati volessero venire in Kenya, sarebbero pericolosi per chi lavora in hotel e ristoranti, nel momento in cui il Kenya accettasse il passaporto vaccinale. E nel caso non lo potesse o volesse ratificare come mezzo per spostarsi senza bisogno di fare tampone, sicuramente avrebbe un appeal minore rispetto ad altri Paesi. C’è quindi da sperare che la celerità con la quale si è provveduto a vaccinare gli attori dell’hospitality nel Maasai Mara, alle porte della grande migrazione, e della capitale, venga replicata al più presto sulla costa che vorrebbe ripartire quanto prima ad accogliere turisti stranieri.

TAGS: vaccini kenyacovid-19 kenya

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