“Confermiamo che, come avevamo previsto mesi fa, il Kenya ha raggiunto il picco dei casi di contagio da Covid-19. Avevamo annunciato che l’apice si sarebbe verificato tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, ed eccoci arrivati”.
Queste le parole del Direttore Sanitario e referente OMS per il Kenya Patrick Amoth.
Le sue parole arrivano mentre il Paese registra una lieve risalita della percentuale di contagi per tampone in Kenya, dal 5,5% al 8%.
E’ ormai l’unico dato importante, tra tutti i numeri che lasciano il tempo che trovano durante i bollettini quotidiani trasmessi dal Ministero della Sanità keniana.
I fatti peraltro dicono che le due più importanti misure restrittive dell’emergenza Covid-19 tuttora in vigore (coprifuoco serale e chiusura di bar e discoteche) è stato prorogato fino al prossimo 26 settembre e che l’Organizzazione Mondiale della Sanità è sempre più convinta che l’Africa sia arrivata al suo picco di pandemia.
Stando ai rilievi di mercoledì 27 agosto, sono stati registrati 373 nuovi positivi al virus nelle ultime 24 ore su 4663 tamponi analizzati, che portano il totale degli infettati in Kenya dall’inizio della pandemia a 33.389. Ma c’è anche da dire che i casi tuttora attivi sono 13.454, quindi ben più della metà dei positivi (di cui il 90% era asintomatico) sono già guariti e di questi solo 567 sono deceduti, dopo che 3 pazienti si sono aggiunti ieri al totale.
Nairobi continua ad avere in media circa la metà dei casi, anche se ieri ne ha registrati solo un terzo, mentre c’è stato un aumento, rispetto ai giorni precedenti, dei contagi nella zona del Lago Vittoria e del confine con l’Uganda. Bene, se non benissimo, la costa dove assistiamo da giorni a casi che si contano sulle dita delle mani. Ieri solo 6 a Mombasa.
"E’ necessario sapere che abbiamo contee che hanno registrato pochissimi casi in cui siamo ancora in grado di effettuare il 100% di rintracciamento dei contatti – ha spiegato il Direttore Generale della Sanità Patrick Amoth - mentre in altre abbiamo modalità di trasmissione per cui diventa più difficile, di giorno in giorno, essere in grado di effettuare il rintracciamento dei contatti”.