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Polenta al grillo, futura salvezza del Kenya

Ricerca consiglia gli insetti nelle farine fortificate

16-04-2022 di Freddie del Curatolo

Il presente prossimo del nutrimento delle nuove generazioni keniane e della popolazione più vulnerabile passa dai grilli. Non intendiamo i grilli parlanti della politica che sono a volte più (drammaticamente) comici di quello nostrano, ma degli insetti ortotteri di cui il paese africano è pieno, come di tante altre specie del regno animale.
Dei grilli sono voraci consumatori gli uccelli, i rettili e i mammiferi. Gli erbivori della savana non disprezzano il loro sapore e lo alternano alle foglie e da sempre nei villaggi rurali del Kenya le donne sanno distinguere tra quelli commestibili per il genere umano e quelli che possono dare un contribuito di proteine ai propri figli.
Ora i ricercatori dell'International Centre of Insect Physiology and Ecology (ICIPE) di Nairobi, Kenya, hanno scoperto un nuovo grillo commestibile, precedentemente non schedato, che potrebbe avere un ruolo importante, con la riproduzione di massa, per il consumo umano e l'inclusione come ingrediente proteico alternativo nei mangimi animali. La specie, che è stata raccolta e allevata per scopi sperimentali presso il campus del Centro, è stata chiamata “Scapsipedus icipe Hugel & Tanga” e la sua scoperta è stata riportata in un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Zootaxa.
Si tratta soprattutto di renderlo idoneo alla grande distribuzione, specie come integratore delle cosiddette farine “fortified” che ormai hanno conquistato il mercato. Dal 2012 il governo keniano ha reso obbligatoria la fortificazione della farina di grano, così come dei prodotti a base di mais macinati a secco, del sale e dei grassi vegetali.
A livello di produzione “artigianale” infatti questo tipo di grillo, che in Kenya abbonda, viene già macinato e aggiunto, ad esempio, agli ingredienti del porridge utilizzato nelle scuole.
Molte aziende già utilizzano certi tipi di insetti e la ricerca punta a convertire questi procedimenti usando il grillo che ad esempio proprio nel porridge fornisce almeno il doppio dell’apporto proteinico, da tre a quattro volte quello di grassi grezzi e il doppio della quantità di ferro e zinco.
"Lo Scapsipedus Icipe è ampiamente coltivato in tutto il Kenya – spiega uno degli scenziati dell’ICIPE che hanno studiato l’insetto - Tuttavia, fino ad ora le sue vere informazioni scientifiche non erano disponibili, ed è stato erroneamente scambiato per una specie diversa di grillo conosciuta come Acheta domesticus"
Con il contributo dell’agenzia danese Greeninsect, gli studiosi keniani hanno condotto negli ultimi tre anni una ricerca sul potenziale dell’allevamento degli insetti commestibili come contributo fondamentale al nutrimento per il futuro dei paesi poveri.
Secondo i danesi, i grilli del Kenya hanno tutto per poter diventare uno dei cibi di sostentamento del futuro, sia per l’uomo che per il bestiame di allevamento e oltretutto non è per niente difficile l’allevamento degli Scapsipedus su larga scala.
I ricercatori hanno anche definito che il grillo keniano è anche ricco di aminoacidi essenziali, minerali e vitamine, con l'88 per cento dei suoi nutrienti digeribili dal corpo umano. 
Sembra proprio che, volendolo, in Kenya, dove oltre 600 mila bambini tra i sei mesi e i cinque anni di età e oltre 70 mila donne in cinta ogni anno necessitano di cure contro la malnutrizione, si possa sperare di non arrivare a morire di fame, sempre che certi ritrovati non finiscano unicamente nell’industria di consumo che ne fa ulteriore business per arricchirsi ai danni di chi ha sempre meno possibilità di nutrirsi in maniera sana ed economica.

TAGS: insetti kenyafarina kenyacibo kenya

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