KENYA NEWS
07-11-2024 di Freddie del Curatolo
Ieri gli americani hanno votato per Donald Trump, eleggendolo come nuovo presidente e dandogli una decisa maggioranza di membri del Congresso. L'esito delle elezioni, soprattutto a livello presidenziale avrà implicazioni significative per le relazioni tra gli Stati Uniti e altri Paesi, tra cui il Kenya.
Ci sono diverse ragioni per cui la leadership e la politica estera del Kenya, in particolare, dovrebbero mostrare interesse per le elezioni statunitensi, non solo perché gli USA rimangono l'unico Paese al mondo con la combinazione di risorse diplomatiche, economiche, militari e culturali necessarie per influenzare gli eventi ovunque, se non nella maggior parte delle regioni del mondo, ma perché in quanto superpotenza, gli Stati Uniti possiedono un'immensa influenza sugli altri Paesi, soprattutto su quelli meno potenti come il Kenya, che possono essere fondamentali per i loro interessi economici e di sicurezza.
SICUREZZA
Data l'importanza geopolitica del Kenya e la sua costante posizione filo-occidentale fin dall'epoca della Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno instaurato nel corso degli anni relazioni strategiche e partenariati con il Paese da quando è diventato indipendente nel 1963. Il Kenya rimane uno dei pochi Paesi subsahariani che ha goduto di assistenza militare e di sicurezza da parte degli Stati Uniti, soprattutto dall'inizio degli anni '80, quando i due Paesi hanno firmato un accordo militare che ha di fatto consacrato il Kenya come uno dei principali beneficiari del Programma di assistenza militare (MAP) degli Stati Uniti, che comprende la fornitura di attrezzature e l'assistenza alla formazione.
Gli Stati Uniti hanno anche collaborato con il settore della sicurezza keniota nell'antiterrorismo e negli sforzi per eliminare il traffico di droga, il riciclaggio di denaro e la corruzione. Di immediato interesse sono i numerosi pacchetti di aiuti e assistenza promessi al Kenya dal Presidente Biden nel maggio di quest'anno.
Trump, che crede nell'“America First” con la sua politica estera di ritiro dall'Africa, potrebbe cancellare tutti questi pacchetti qualora tornasse alla Casa Bianca? Questo non è per niente detto, ma sicuramente il nuovo paladino della MAGA (Make America Great Again) potrebbe anche interrompere il sostegno degli Stati Uniti al contingente keniota ad Haiti. Ricordiamo quando nel 2018, nel parlare di Haiti ed El Salvador, come sacca di migranti indesiderati, durante un incontro con un gruppo bipartisan di senatori alla Casa Bianca, ha definito le isole caraibiche e le nazioni africane “paesi di merda” (Shithole)
In gioco c'è anche l'aiuto militare che il Kenya si aspetta dopo che Washington gli ha offerto lo status di Major Non-NATO Member Ally (MNNMA) durante la visita di Stato del Presidente William Ruto nel maggio 2024. Lo status aprirebbe le porte all'assistenza militare sotto forma di equipaggiamento, addestramento e, soprattutto, alla creazione di depositi di hardware militare. Harris, tramite il sottosegretario Blinken, aveva già dato per scontata la continuità di aiuti militari per una Nazione ritenuta fondamentale per la pace nel Corno d’Africa. Vedremo dove andrà la politica africana di Donald, che non si è mai dimostrato troppo tenero con i piagnucolosi Capi di Stato del continente.
ECONOMIA
A livello economico, ad esempio, il Kenya sta affrontando una crisi economica alimentata principalmente da un debito eccessivo. Il governo si è rivolto alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale (FMI) per ottenere prestiti. Finora, anche nel recentissimo passato, il Kenya ha avuto successo nelle sue richieste di aiuto. Il FMI, in particolare, ha esteso al Paese un generoso sostegno al bilancio dal 2022. È ovvio che il buon rapporto che il Presidente Ruto ha coltivato con l'amministrazione Biden dal 2022, quando è salito al potere, è stato determinante per la generosità dei due finanziatori nei confronti del Kenya. In quanto azionista di maggioranza delle due istituzioni, il patrocinio e l'approvazione degli Stati Uniti sono fondamentali per i richiedenti i prestiti. Il mantenimento del sostegno al Kenya da parte del FMI e della Banca Mondiale potrebbe dipendere anche dall'amministrazione post-elettorale di Washington. Trump potrebbe ritirare questo patrocinio. Ma queste sono solo ipotesi, formulate da media africani ed esperti di geopolitica. Più facilmente, il Kenya potrebbe tornare più in ottica Cina, come accadeva ai tempi del primo mandato di mister Donald.
CITTADINI E GIOVANI
A livello più diretto per i cittadini keniani, c’è preoccupazione per le politiche di restrizione sull’immigrazione, che potrebbero gravare anche sugli studenti.
Nella sua campagna elettorale, Trump ha fatto menzione di restrizioni del cosiddetto “Training Opzionale Pratico” (OPT) che consente agli studenti internazionali di acquisire un'esperienza lavorativa pratica nel loro settore per un massimo di tre anni dopo la laurea. Già durante il suo precedente mandato, l'amministrazione Trump aveva preso in considerazione la possibilità di limitare l'OPT, in particolare l'estensione di 24 mesi concessa agli studenti dei settori tecnologici e digitali. Al tempo del primo mandato, non era riuscito ad attuare le restrizioni, ma la possibilità di una sua ripresa durante la seconda amministrazione Trump è una preoccupazione significativa per gli studenti kenioti che sperano di sfruttare l'OPT per ottenere un punto d'appoggio nel mercato del lavoro statunitense.
Un altro potenziale ostacolo per gli studenti kenioti è il rischio di politiche più severe in materia di visti, che con Biden e Harris erano più fluidi e veloci, per i professionisti e per i keniani che sono in attesa di green card.
Come comunque disse qualcuno, il futuro non è scritto.
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