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Crisi Covid-19, addio allo storico Norfolk

Chiude e licenzia tutti uno degli hotel simbolo di Nairobi

29-05-2020 di Freddie del Curatolo

Ernest Hemingways, in mancanza d’altro, beveva un gin tonic nel pomeriggio inoltrato, dopo essere tornato dalla caccia nei pressi del Lago Magadi, il futuro presidente americano Theodore Roosevelt invece vi faceva campo dopo essere rientrato dal Monte Kenya, sua meta preferita.
Ha resistito all'influenza spagnola, alla guerra per l'Indipendenza, ad un attentato terroristico che l'ha mezzo distrutto, ma rischia di sparire per via del Covid-19..
Lo storico Fairmont Norfolk Hotel di Nairobi, ha chiuso i battenti ieri a tempo indeterminato dopo centosedici anni di vita, il doppio più più del Kenya, per via della crisi economica provocata dal virus.
Licenziando tutti i dipendenti e saldando i creditori, lo storico hotel che ha una sua propaggine nel Maasai Mara con l’omonimo lodge, ha dichiarato che non è prevista una riapertura a breve.
E’ uno dei primi e sicuramente il più eccellente caso di chiusura di una prestigiosa struttura di ospitalità turistica e di business men della capitale.
Il Norfolk fu aperto da coloni britannici cinque anni dopo l’espansione di Nairobi con la costruzione della ferrovia che la collegava con Mombasa, nel 1904.
Per anni fu uno dei punti di riferimento per uomini d’affari, avventurieri e per le personalità che arrivavano a Nairobi. Winston Churchill ne apprezzò la cucina, il Primo Ministro Neville Chamberlain aveva una suite sempre a disposizione, mentre membri della famiglia reale ai tempi della regina Vittoria adoravano il suo giardino. 
In tempi più recenti la troupe del film “La mia Africa” vi fece campo per mesi nel 1982, con Maryl Streep che aveva stretto amicizia con molti membri dello staff che la chiamavano affettuosamente “Karen”. Il Norfolk è stato anche un’importante rifugio da pensatore per Koffi Annan, allora Presidente dell’ONU, chiamato a risolvere la disfida tra Mwai Kibaki e Raila Odinga che aveva portato il Kenya, all’inizio del 2008 sull’orlo della guerra civile. Per citare altri ospiti illustri, Mick Jagger e Madonna per quanto riguarda la musica, Angelina Jolie e Denzel Washington per il cinema, Niki Lauda per lo sport.
Il Norfolk fu anche teatro del primo attentato terroristico di un certo peso avvenuto in Kenya, il giorno dell’ultimo dell’anno del 1980. Una bomba lanciata da attentatori arabi filo-palestinesi distrusse parzialmente l’hotel ma soprattutto uccise 20 tra clienti e membri dello staff.
Il proprietario di allora era un importante uomo d’affari ebreo che si diceva avesse supportato logisticamente i servizi segreti israeliani in un’operazione all’aeroporto di Entebbe, in Uganda contro le forze legate all’OLP.
Dopo due anni, l’hotel fu venduto alla catena Fairmont e ricostruito in stile.
Chi vi scrive soggiornò in quel piccolo paradiso di relax alle porte di Nairobi nel 1992, godendo di un bagno caldo con sali in una vasca antica dove probabilmente avevano posato le loro grazie nobildonne e femme fatale di un’Africa magica ed evocativa, ma anche selvaggia e pericolosa.
Chi c’era stato prima mi raccontava che era nulla rispetto all’atmosfera che si respirava negli anni Sessanta e Settanta, ma sotto le acacie, nei bersò, nella veranda delle colazioni e perfino sotto i piumoni dei letti più larghi che lunghi, quell’atmosfera era ancora viva.
Speriamo che il Norfolk possa tornare presto a risplendere e che altre dimore mitiche di chi approdava a Nairobi non debbano seguirne il doloroso esempio.

TAGS: hotel kenyacrisi kenyanairobi covid-19storie kenya

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