AMBIENTE
22-04-2022 di Leni Frau
Ogni volta che c’è una crisi in atto, che sia climatica, economica o politica, si scoprono sempre cittadini keniani che si industriano, per non perdere l’unica fonte di guadagno, quindi di sopravvivenza, non solo loro ma spesso delle loro numerose famiglie.
In questo caso la crisi rappresenta l’ennesima bastonata agli agricoltori, che rappresentano in Kenya il lavoro più diffuso.
L’invasione russa in Ucraina e la conseguente guerra ha praticamente bloccato l’importazione dei fertilizzanti. Il Kenya infatti dipende completamente proprio da Russia e Ucraina per quanto riguarda questi prodotti.
Così, spinto dal dramma che stava affliggendo in primis i suoi campi, l’imprenditore agricolo della Rift Valley Samuel Rigu si è inventato negli scorsi anni un fertilizzante organico, composto da rifiuti agricoli e parti di scarto del riso (la lolla), che venivano bruciati, contribuendo oltretutto all’inquinamento ambientale. Con la crisi innescata dalla guerra, ha deciso di ampliare la produzione. Ma c’è anche un elemento segreto, che si trova solo in Kenya, di cui Rigu non vuole rivelare i particolari ma che è noto alle autorità che hanno dato il via libera alla commercializzazione.
Quella che dovrebbe essere un’abitudine che ormai si è persa in tutto il mondo per la comodità di utilizzare eccipienti chimici, si è rivelata ottima per la terra keniana ed è bastata l’installazione di un impianto semplice quanto poco costoso, per trasformare questo rimedio naturale in business e nella salvezza per centinaia di piccoli agricoltori locali.
L’invenzione di Rigu costa la metà della sua alternativa inorganica, oltre a essere parimenti efficace e meno invasiva per il terreno.
Per adesso, l’impianto allestito dall’imprenditore keniano riesce a produrre circa 35/45 tonnellate di fertilizzante a settimana, e rifornisce soprattutto i piccoli agricoltori locali che utilizzano fertilizzanti sintetici da anni, con conseguente impoverimento dei terreni.
La produzione del fertilizzante avviene in questo modo: i suoi dipendenti bruciano cumuli di scarti agricoli, lasciandoli covare sotto la cenere per circa otto ore, e poi, una volta che le bucce si sono raffreddate, entra in scena l’ingrediente misterioso. Il prodotto finale, secondo le analisi delle autorità locali, è in grado di aiutare il suolo a trattenere l’umidità, combattere l’erosione, incoraggiare i microrganismi e ripristinare i livelli di acidità.
Apprezzi il nostro lavoro quotidiano di informazione e promozione del Kenya? Malindikenya.net offre questo servizio da 16 anni, con il supporto di sponsor e donazioni, abbinando scritti e video alla diffusione sui social e ad una sorta di “ufficio informazioni” online, oltre ad affiancarsi ad attività sociali ed istituzionali in loco.
Di questi tempi non è facile per noi continuare a gestire la nostra attività, garantendo continuità e professionalità unite a disponibilità e presenza sul campo.
TI CHIEDIAMO QUINDI DI CONTRIBUIRE CON UNA DONAZIONE PER NON COSTRINGERCI A CHIUDERE. TROVI TUTTE LE INFORMAZIONI SU COME AIUTARCI A QUESTO LINK:
GRAZIE
ASANTE SANA!!!
RICETTE
di redazione
La cucina swahili del Kenya, come si sa, è un misto delle culture e dei popoli che sono approdati sulla costa, e ...
RICETTE
di redazione
Il riso alla biryani è una particolare preparazione di origine indiana, molto utilizzata sulla costa del Kenya.
Particolarmente insieme al pollo in umido, ma anche con il pesce cucinato più o meno alla stessa maniera.
Ecco la ricetta di malindikenya.net
RICETTE
di redazione
Il riso saltato al mango e anacardi è una specialità che gli indiani emigrati in Kenya nel secolo scorso hanno portato...
Il riso ai gamberi di Kikambala è un piatto saporito e vivace che somiglia decisamente al più...
NEWS
di redazione
Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ha illustrato la gravissima situazione del Kenya, alle...
RICETTE
di redazione
Il riso "pilau" è uno dei piatti unici più frequenti da trovare nei ristoranti del Kenya, specialmente quelli della costa. La ricetta è di origine...
RICETTE
di redazione
I "Vibibibi" sono pancake locali a base di riso e latte di cocco.
"Vibibibi" in kiswahili significa "signorine".
Nella tradizione della costa keniana sono utilizzati in particolare a colazione o come antipasto dolce prima del pranzo.
C'è chi li apprezza anche...
NEWS
di redazione
Impianti di fertilizzazione italiani per innalzare gli standard di produzione agricola e ridurre costi ed emissioni...
RICETTE LOCALI
di redazione
In kiswahili, la parola "vibibibi" significa "signorine".
Questo...
NEWS
di Leni Frau
La guerra della Russia di Putin all’Ucraina potrebbe creare al Kenya molti più problemi di quanto...
L'ANGOLO DI FREDDIE
di Freddie del Curatolo
L’ultima volta che ho riso, ero già grande, già...
LOCALI
di redazione
Una serata diversa per godere la brezza in riva al mare di Silversand a Malindi, in un ambiente elegante ed ...
E4IMPACT
di Freddie del Curatolo
Un agricoltore “illuminato” del Kenya è tra i vincitori del “Gian Marco Moratti Award” 2024, il premio
NEWS
di redazione
Il nuovo governo keniano è pronto a ricevere proposte di partnership, finanziamenti con ritorni, project...
AGRICOLTURA
di redazione
Uno studio di fattibilità condotto dall'Organizzazione per la ricerca agricola del Kenya (Kalro) e dal...
LOCALI
di redazione
Venerdì alla Malindina è sempre tempo di apericena gourmet, a partire dalle ore 19.30 va in...