Amici dello Tsavo

AMICI DELLO TSAVO

E lo Tsavo tornò verde!

Piccole piogge salvifiche in savana

03-12-2022 di Giovanna Grampa

Lo Tsavo finalmente ritorna a vivere, bagnato dalla pioggia caduta in abbondanza in questi ultimi giorni. Si risveglia lentamente da uno stato comatoso causato da una crudele e feroce siccità durata ben undici mesi che ha procurato la perdita di molti, troppi animali indeboliti per la mancanza di cibo e, in alcune zone, anche di acqua.
I parchi kenyani hanno perso oltre trecento elefanti, un numero sproporzionato di bufali, gnu, zebre tra cui anche 49 zebre Grevy, animali ormai a rischio di estinzione.

Uno spettacolo apocalittico: ai bordi delle strade carcasse di poveri animali ricoperti da nugoli di mosche, disidratate dal sole, picchiettate dagli escrementi di avvoltoi e scheletri sparpagliati dalle iene. Sullo sfondo mandrie di erbivori affamati che pascolavano su terreni spaccati da larghe crepe senza erba o ricoperte da erbacce immangiabili: inutili anche le loro migrazioni per evitare queste avversità.

Forti venti sollevavano nuvole di polvere rossastra e avvolgevano come una nebbia sottile il passo rallentato di animali indeboliti alla ricerca di cibo. Solo i leoni, e i carnivori in genere, si sono abbuffati oltre al limite della sazietà tanto da trascinarsi spesso a fatica, con le pance sferiche che toccavano terra, all’ombra dei pochi alberi frondosi rimasti. Con lo sguardo annebbiato si sdraiavano pigramente, adulti e cuccioli tutti insieme, a dormire un numero imprecisato di ore per smaltire il sovraccarico di chili di carne, ingurgitata fino allo sfinimento. Ma ora, per loro, la pacchia è finita!

Da un giorno all’altro la stagione secca, sempre più lunga e intensa, ha lasciato il passo alle piogge. Le nuvole come draghi minacciosi hanno iniziato ad ammassarsi nel cielo, a raccogliersi in cumuli arrotondati dai bordi scuri, e gravide di pioggia hanno rovesciato torrenti d’acqua sulla savana assetata. L’incessante ricerca di acqua e cibo si è finalmente conclusa.

E’ arrivata la pioggia: le pozze si riempiono, l’acqua ingrossa i fiumi stagionali che ora hanno le sembianze di veri fiumi, lasciando dietro di sé acqua per tutti. I canali fino a qualche giorno fa asciutti, inondando le pianure che sfameranno branchi di animali: la lotta per la sopravvivenza è momentaneamente sospesa e dopo mesi di siccità questa acqua è una vera benedizione.

Con le piogge l’erba cresce ad una velocità sorprendente e si assiste ad un vero miracolo della natura: la savana ridotta ad un tappeto rinsecchito si trasforma in una pianura vellutata verde brillante a tratti fiorita e colorata, semi e bulbi quiescenti in attesa di questo momento rigoglioso per trasformare un paesaggio lunare quasi in un pascolo alpino. Tutto ritorna a respirare e a riprendere vita. Si respira l’odore della pioggia, della terra bagnata che libera le sue ricchezze e nuove gemme spuntano sugli alberi, un tempo stroncati dalla siccità.

Isole erbose punteggiate e chiazzate da branchi di bufali, elefanti soli o in coppia o in gruppi di famiglia con i piccoli pascolano ai margini di prati verdi e lussureggianti a fianco dell’acqua. Hanno ancora costole che si possono contare sotto mantelli sbiaditi dalla polvere e dalla fame ma presto, rifocillandosi con cibo nutriente, ritroveranno forza e vigore e gli elefanti diventeranno belli tondi e muscolosi.

Antilopi d’acqua con il mantello grigio e ispido e lunghe corna curve, zebre impigiamate, impala dorati dal manto vellutato ci guardano indifferenti, intenti solo a brucare con frenesia i verdi ciuffi d’erba appena nati. Gli elefanti attorcigliano le loro proboscidi attorno ai rami d’acacia e con forza strappano le estremità verdi e succose portandosele alla bocca con movimenti lenti e misurati.

I babbuini, immobili nei prati, sembrano statue elevate alla divinità della pioggia che reca loro sollievo e la possibilità di nuovi pascoli, di giorni felici, lontani da quel regno rosso e polveroso sofferto per troppi mesi.

Anche i consueti suoni della notte tacciono e le rane si sono scatenate in un coro assordante, gridando di gioia da ogni pozza colma d’acqua. Ovunque si sente un brusio di attività di vita che prosegue con energia nella nuova savana in festa.

Inizia la stagione degli amori e animali grandi e piccoli prendono il periodo delle piogge come il segnale per riprodursi e programmare le nascite perché ci saranno le condizioni propizie per far nascere e allevare i nuovi cuccioli con ritrovate energie.

Pioverà ancora, fortunatamente. Lo Tsavo saprà trasmettere l’incanto della savana africana, quell’entità strana e misteriosa, infinitamente seducente facendoci quasi dimenticare quell’erba secca marrone, su sabbia rosso cuoio e colline grigie sullo sfondo: uno strano paesaggio, quasi sinistro con alberi sminuzzati dagli elefanti affamati. Se ami la savana, tuttavia, non puoi che soffrire e gioire con lei e vivere ogni stagione con intensità di emozioni perché non smetterà mai di affascinare con la sua incredibile grazia e terrificante fragilità.
I figli del dio Tsavo riprenderanno a vivere.


 

TAGS: tsavosavanaanimaliwildlife

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