Amici dello Tsavo

AMICI DELLO TSAVO

Febbraio, il mese degli amori in savana

Quando gli istinti animali diventano spettacolo

27-02-2022 di Giovanna Grampa

La savana ha mille volti e mille atmosfere e in questo periodo è pervasa da un nuovo flusso di energia, mentre le storie si arricchiscono, con l’apertura della stagione degli amori. Febbraio è il mese dell’amore per antonomasia e anche gli animali lo festeggiano programmando le future nascite o consacrando l’amore materno dei nuovi nati perché l’amore è un concetto universale che riguarda ogni essere che vive su questa terra.
Dopo le abbondanti piogge dello scorso dicembre, che hanno creato abbondanza di cibo e acqua ovunque, lo Tsavo indossa ora le sfumature attenuate di una nuova stagione secca: dai verdi brillanti ai caldi colori dorati dell’erba ormai seccata mentre la savana è appiattita e il caldo comincia a farsi sentire con prepotenza. La primavera africana sta cedendo alla piena estate, riempiendo l’atmosfera di traffici e attività segrete.
Gli avvistamenti più apprezzati dai turisti sono sicuramente gli accoppiamenti tra leoni: “Arusi”- matrimonio in lingua swahili- è la parola più gettonata, in questo periodo, alla radio dai drivers che corrono da un punto all’altro del parco per soddisfare le curiosità pruriginose dei loro clienti che , divertiti e agitati, si lanciano spesso in commenti coloriti di incitamento.
Per i leoni non è proprio un divertimento ma è la legge della sopravvivenza della specie che comporta dispendio di energie non indifferenti perché la coppia resterà insieme per almeno tre-quattro giorni, accoppiandosi spesso, almeno all’inizio, ogni venti minuti.
Il corteggiamento è tipicamente felino, con la femmina che miagola facendo le fusa e rotolandosi a terra con civetteria mentre il maschio dà inizio all’accoppiamento che dura pochi secondi, con forti brontolii esplosivi, afferrando con i denti la nuca della leonessa, con un gesto appassionato e possessivo. Quando tutto si è completato la femmina sferra una zampata al compagno, trattenendo gli artigli, che si ritrae rapidamente per poi sdraiarsi a pochi metri di distanza rilassata, con gli occhi chiusi in un’espressione estatica e con le zampe posteriori allungate. Dopo venti o trenta minuti i leoni si rialzano e si accoppiano nuovamente e così per alcuni giorni, notti comprese, senza bere, senza mangiare indebolendosi sempre di più. Gli ultimi accoppiamenti sono per entrambi estenuanti e perdono di forza e ardore.
Nella savana vagano anche giovani e possenti leoni dalle criniere fulve color caramello intenti ad annusare il segnale olfattivo di una femmina in calore: arricciano il naso come in una smorfia, con gli occhi socchiusi, sollevando le labbra e mettendo in bella mostra i candidi denti bianchi e lucenti, agitando la testa da una parte all’altra col pennello nero in cima alla coda che oscilla lentamente. Scientificamente questo comportamento è denominato “flehmeng” e consente al maschio, quando la femmina è recettiva, di individuare la presenza di ferormoni sessuali, un profumo irresistibile che predispone il maschio a rispondere all’invito portato dal vento.
Anche i maschi di zebra e giraffa sono impegnati nell’attività riproduttiva: annusano le femmine, le seguono assiduamente con atteggiamenti teneri per finalizzare l’accoppiamento dopo aver combattuto a morsi e calci per il predominio.
Gruppi di giraffe si muovono eleganti nelle radure con andatura lenta e sinuosa: tra loro giovani esemplari di un beige tenero, sulle loro lunghe zampe quasi ondeggianti in una danza fatta di giocose piroette, tipiche dei giochi infantili, mentre le femmine in calore sono letteralmente tallonate dai maschi che le annusano con insistenza e le seguono strofinando o appoggiando la testa sui fianchi posteriori. Un corteggiamento che dura a lungo prima che la femmina, con la coda arrotolata sulla groppa, conceda timidamente, quasi con reticenza, i suoi favori.
Sempre più numerosi branchi di zebre pascolano negli spazi aperti e ricchi di erba. Tra loro puledrini dalle zampe troppo lunghe per il corpo lanuginoso con strisce ancora mal definite, color cioccolato, se ne stanno vicini alle loro madri guardandosi attorno con gli occhioni attoniti e incuriositi mentre gli stalloni, dai quarti poderosi, sollevano fieramente il collo sfidandosi tra loro o per annusare qualche femmina in estro.
È tempo di amori appassionati anche per le gru coronate, uccelli di una eleganza singolare dalla caratteristica cresta sulla testa, formata da piume erette di un bel colore dorato che spicca sul piumaggio nero e bianco del capo, in contrasto con i bargigli rosso fuoco e l’iride grigio-blu dell’occhio. Il corteggiamento inizia con una danza molto movimentata e sempre spettacolare: saltellano con le ali spiegate, si flettono sulle zampe con pose eleganti, emettono forti richiami con sequenze di armoniosi inchini, salti, corse, voli brevi, il preludio all’accoppiamento. Le gru coronate depongono generalmente 3/4 uova e la cova dura in media trenta giorni: ad essa si dedicano entrambi i genitori. È un piacere osservarle e lo spettacolo è assicurato.
Si respira un senso di eccitazione inebriante in savana: ognuno si prepara ad avere dei piccoli e ad allevarli in quel breve e volubile periodo di abbondanza. Dappertutto c’è un senso di vita nuova di rinascita dopo le lunghe traversie della passata stagione arida, durata troppo a lungo.
C’è chi invece ha festeggiato San Valentino in savana qualche anno o qualche mese fa a giudicare dalla presenza di numerosi cuccioli che madri di ogni specie accudiscono con tenero amore, allattandoli con dedizione.
Capita spesso di vedere comparire dal nulla una fila di elefanti silenziosi guidati da una matriarca, seguita da femmine di varie età, e tra le loro zampe un numero imprecisato di piccoli, anche nati da poco più di un mese, ben protetti non solo dalle loro madri ma da tutti gli adulti del branco. Sono stati concepiti almeno due anni fa, nel periodo delle restrizioni per il contenimento del Covid-19, quando l’accesso ai parchi era negato. Ora le madri assistono raggianti alle evoluzioni dei piccoli intorno alle zampe e sotto la pancia delle femmine adulte mentre giocano preparandosi così alla loro vita da adulti.
Intorno a loro nugoli di gruccioni carmini svolazzano alla ricerca di insetti sollevati nell’erba secca dall’incedere del branco di elefanti mentre poco distante una grossa otarda maschio, con le bianche piume gonfie sul collo, cammina nell’erba con i suoi occhioni tondi ed emette un suono ripetuto a intervalli regolari come colpi di tamburo: è il suo canto nuziale.
È anche il periodo della maternità per gazzelle, impala, facoceri, oche egiziane, bufali nella ondulata savana cespugliosa e nel fiume Galana piccoli di ippopotamo restano ben incollati alle loro madri per non essere trascinati dalla corrente. Ogni essere vivente dalla cavalletta alla giraffa, dallo sciacallo all’orice, dà vita ai suoi piccoli prima che ricominci la stagione secca.
Anche i simpatici facoceri s’aggirano in savana con un nutrito numero di cuccioli che, in genere, non resistono al fascino dell’acqua degli stagni. Con il manto di un bel colore arancione acceso e la criniera ispida spiovente sul dorso, mentre gli adulti bevono, i piccoli si rotolano giocosi nel fango trasformandosi in deliziosi fagottini color cioccolato dai quali spunta una rigida codina dritta come una antenna.
E non è raro vedere all’ombra di una generosa acacia spinosa tanti piccoli di impala, dal manto setoso beige chiaro quasi mielato, seduti tutti insieme a riposare, come bambini all’asilo, curati da giovani femmine attente ai possibili attacchi di qualche predatore affamato.
E il flusso di energia esplode anche durante la notte e gli animali sono in continuo movimento come tutta la natura che ci circonda: elefanti che s’incontrano e si salutano con il tocco delle zanne e l’intreccio delle proboscidi, sciacalli che guaiscono con voce tremolante e da lontano giunge il ruggito di un leone, grave e insistente: la notte africana è gravida di mistero.
Comunque sia l’evoluzione e la strategia adottata, i cuccioli sono l’investimento maggiore nell’esistenza di un essere vivente; la loro sopravvivenza permette la durata di una specie, generazione dopo generazione, ricordandoci quanto sia prezioso difendere il nostro Pianeta da questa incontenibile ed emozionante bellezza.
In Africa quello che si lascia al domani, è perso per sempre!

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