SOCIALE
26-11-2021 di Leni Frau
Non si può fare finta di niente o, peggio, sfruttarne l’immagine solo per denunciare una situazione disumana che si trascina da anni negli slum di Nairobi: i raccoglitori di rifiuti nelle discariche della metropoli, i cosiddetti “Waste pickers”, non avranno mai dignità se con una buona dose di realismo non verrà riconosciuto e tutelato quel lavoro infame e frutto dell’umana empietà, ma di fatto presente e l’unico che permette a centinaia di uomini e donne, particolarmente minorenni, di portare a casa un pasto al giorno, rivendendo gli scarti trafugati nell’immondizia ad aziende che riciclano metalli e plastiche.
Denunciare serve a poco e i fatti sono che da anni questo lavoro prosegue in barba a promesse, volonterose associazioni internazionali e comunità locali che cercano di intervenire, servizi ed esposizioni mediatiche.
Due associazioni, Nairobi Recyclers e Clean Up Kenya, hanno messo in piedi una campagna perché siano riconosciuti diritti e dignità dei raccoglitori di rifiuti.
“E' un’iniziativa nuova, che propone di intervenire sia per proteggere i minorenni dallo sfruttamento sia perché gli adulti possano organizzarsi per difendere i propri diritti ed avere un compenso adeguato per il loro lavoro, considerandoli per quanto di fatto sono, cioè operatori ecologici – spiega dal suo profilo social Padre Kizito Sesana, che attraverso la sua associazione Koinonia sostiene gli “Waste Pickers” - non oggetto di compassione, ma protagonisti capaci di rivendicare la propria dignità e i propri diritti”.
Molti i personaggi della politica locale che hanno aderito all’iniziativa, cosa che fa ben sperare, come l’onorevole Waithera Chege e John Kiarie, che ha preparato un’interrogazione parlamentare chiedendo quali provvedimenti il ministero del Labour and Social Welfare sta studiando o mettendo in pratica per proteggere i minori dallo sfruttamento.
Il padre comboniano italiano, da anni impegnato nell’assistenza e in progetti di crescita degli ultimi di Nairobi, è uno dei fautori di questa battaglia.
“Shalom House è stato il luogo del primo incontro ufficiale dei Waste Pickers – ricorda Sesana - Una torre fatta con bottiglie di plastica recuperate lungo la Kabiria Road dominava la scena.
Leggendo i loro manifesti si capisce la novità di questa iniziativa, e l'importanza di sostenerli. I Waste Pickers possono diventare l'avanguardia di un cambiamento per la pulizia e igiene delle città in Kenya. Avevamo cominciato a muoverci in questa direzione quasi 30 anni fa. Ora finalmente è maturata una sensibilità nuovo e i ragazzi che allora Koinonia aveva sensibilizzato sono i protagonisti di questo cambiamento che viene dal basso. Se qualcuno vuole gemellarsi con un progetto concreto, che cambia la vita dei partecipanti e sensibilizza la società intera, eccoli qui: Narec e Clean Up Kenya”.
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