Editoriali

EDITORIALE

Coda di stagione in Kenya, le aspettative

Pasqua tra un mese, poi cosa accadrà al turismo?

01-03-2021 di Freddie del Curatolo

Le vacanze di Pasqua quest’anno arrivano abbastanza presto, nella prima settimana di aprile.
Per il Kenya spesso questa data coincide con la fine della stagione turistica.
Non quella generale, né come si intende in Italia con l’arrivo dell’autunno per le località di mare, ma la stagione “inventata” dal turismo di massa, dalle agenzie di viaggio e dai tour operator e di conseguenza dai voli charter.
Quest’anno ovviamente tutto è stato stravolto e il settore delle vacanze organizzate per il Kenya come per tutte le destinazioni appetite dai viaggiatori da ferie, è quello che ha perso in percentuale più di tutti.
Poco meno di un anno fa Nairobi ha chiuso le frontiere internazionali e già i voli charter italiani e di altre nazioni europee si erano organizzati per gli ultimi rimpatri (nel contempo Air Italy aveva pensato di lasciare a terra migliaia di passeggeri per suoi problemi personali) e chi non ne aveva approfittato, né si era imbarcato sugli ultimi voli di linea, dovette attendere l’ancora di salvataggio del nostro Ministero degli Esteri (come documentato dal video di Tele Esule che potete rivedere qui sotto).
Come abbia reagito e resistito fino ad ora il settore turistico keniano fino ad oggi, è noto. Il Governo ha riaperto ai voli internazionali dopo poco più di 4 mesi, ad agosto 2020 ma non tutte le nazioni del mondo hanno dato la possibilità ai loro turisti di viaggiare, almeno non senza determinate condizioni.
Hotel, campi in savana ed altre strutture di tutto il Paese hanno sofferto e non sono state adeguatamente salvaguardate. Per riaprire infatti hanno dovuto adeguarsi ai criteri covid-19 e i loro dipendenti non hanno ricevuto sussidi. In ogni caso, grazie soprattutto al turismo locale, chi ha deciso di riaprire almeno durante le vacanze natalizie e durante i primi weekend del nuovo anno è stato premiato da una buona affluenza, mentre i parchi nazionali hanno sofferto maggiormente, data la conosciuta idiosincrasia dei keniani alla natura selvaggia che per molti non è tanto distante dalle atmosfere dei luoghi natii.
Ora si va quindi verso la coda di una stagione che di fatto non c’è stata, confidando nelle vacanze di Pasqua come in un ultima occasione per fare un po’ di cassa prima dell’inevitabile chiusura e prima di affacciarsi ad una finestra con vista sul vuoto, in attesa di capire cosa accadrà nel mondo e specialmente in Europa (Gran Bretagna, Italia e Germania sono tre Paesi che forniscono il grosso del turismo internazionale specie sulla costa).
Sarà una Pasqua “last minute” a causa del continuo evolversi della situazione pandemia: le varianti in circolazione, i protocolli in uscita e in entrata (in Italia per adesso vige ancora la quarantena al ritorno dal Kenya, che risulta tra i Paesi di fascia E, quelli in cui è vietato recarsi per turismo) ed il timore di viaggiare per poi trovarsi improvvisamente bloccati non rendono facile la scelta, se non per i veri “malati d’Africa” e per chi già è solito fare avanti indietro.
La logica conseguenza è attendersi arrivi dalla capitale Nairobi e al limite dalle Nazioni vicine di casa (Ruanda, Uganda, Etiopia), sempre se non inaspriranno anche loro le regole, come già ad esempio il Ruanda sta pensando di fare. Da questo punto di vista Watamu sembra molto più avanti di Malindi: le prenotazioni iniziano ad arrivare ed anche giovani di Paesi più permissivi, come Belgio e Olanda e l’Est europeo, scelgono la costa con pacchetti mare + safari. Anche nel Maasai Mara russi e polacchi superano cinesi e giapponesi, che solitamente in questo periodo vanno per la maggiore.
Parlando del paradiso della Natura al confine con la Tanzania, sarà interessante vedere come andrà con l’appuntamento più ambito dagli appassionati, la Grande Migrazione che andrà in scena dal prossimo giugno. L’anno scorso venne blindata, a fine agosto se la godettero in pochissimi.
Quest’anno potrebbe segnare la ripresa del turismo con la T maiuscola per il Kenya.
Speriamo e come cantava un veggente menestrello, “chi vivrà, vedrà”.

(foto di Paolo Torchio)

TAGS: stagione kenyapasqua kenyaturismo kenya

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