In questa settimana di festa, in cui la costa è molto frequentata dai turisti perché vi convergono stranieri e anche keniani di Nairobi e delle altre città a nord del paese, riceviamo numerose richieste di consigli da chi si trova o sta arrivando in questi giorni in Kenya e desidera muoversi, effettuare escursioni anche inedite e non organizzate o nei consueti itinerari dei safari. La carenza di voli interni e i prezzi alle stelle dei pochi posti disponibili, potrebbero suggerire di spostarsi in automobile per vedere mete turistiche ambite.
E’ il caso di Lamu, l’arabeggiante arcipelago non distante dal confine con la Somalia, che negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo interessante, diventando una vera attrazione per amanti delle vacanze in relax con particolare risalto per le escursioni marine ma anche suggestioni “trendy” come il festival dello yoga e la deriva storico-culturale della “Venezia islamica”.
I voli per Lamu da Nairobi non sono pochi, mentre da Mombasa e Malindi in questo periodo è difficile trovare un posto. Negli anni passati, dopo che sul finire del secolo scorso la strada Malindi-Lamu era tabù per la presenza, lungo i chilometri di percorso sterrato, degli “shifta”, pericolosi banditi somali, la viabilità è stata resa più sicura dall’asfaltatura di buona parte dei 300 chilometri che portano all’attracco di Mokowe, da cui poi in barca si raggiunge l’isola. Ma negli ultimi tempi, viaggiare in auto da Malindi a Lamu è tornato ad essere pericoloso quindi SCONSIGLIAMO IL TRAGITTO VIA STRADA DA MALINDI A LAMU!
Dopo l’annuncio di alcuni mesi fa da parte dei ministri degli Interni di Kenya e Somalia di voler riaprire, dopo ben 12 anni, le frontiere di terra tra le due nazioni, situate nelle contee di Wajir, Mandera ed anche in quella di Lamu, ci sono state recrudescenze di attacchi dei militanti del gruppo terroristico jihadista Al-shabaab, che hanno tecniche di assalto che prendono di mira proprio i veicoli in transito, anche sulla strada costiera, specie dopo l’abitato di Witu e oltre quello di Mpeketoni.
Da non dimenticare che l'ultimo tratto della strada per Lamu, costeggia la foresta di Boni, che da sempre viene ritenuta un enorme labirinto inestricabile dove i terroristi non solo riescono a transitare da Kenya a Somalia e viceversa, ma al loro interno predispongono anche campi di addestramento paramilitare. 
E’ di ieri l’ultima notizia di automobili prese di mira con sventagliate di mitra in quel tratto di strada, mentre lo scorso inverno due ragazze italiane furono salvate dalla polizia, che riuscì ad intercettarle poco prima che finissero in bocca ai terroristi che avevano istituito un posto di blocco. Le due, con il loro autista che si era offerto senza problemi, dietro compenso, di portarle fino a Lamu in macchina, passarono momenti di autentico panico, nascoste nella boscaglia, mentre le forze speciali di polizia e dell’esercito keniota ingaggiavano uno scontro a fuoco con i criminali organizzati somali durante il quale ci furono 4 morti.
Le due ragazze sono state scortate a Lamu grazie all’intervento del consolato di Malindi e oggi possono raccontare a tutti della loro scelleratezza. Ma non chiamiamola avventura, le avventure sono altra cosa, perché presuppongono rischi calcolabili e calcolati.
Le zone turistiche del Kenya sono attualmente tranquille, anche se come in tutto il mondo la parola “sicurezza” è stata abolita dopo l’undici settembre 2001 e si cerca semplicemente di arginarla, non potendola garantire. Alcune località però, non possono essere ancora collegate tra loro via terra.
E’ il caso anche del lago Turkana, dove si segnalano spesso scontri dopo la cittadina di Maralal e recentemente ne hanno fatto le spese anche veicoli della polizia. Per i safari anche alcuni percorsi alternativi, come quello della Suguta Valley, sono a rischio, benchè siano rotte molto più frequentate dagli appassionati di avventure africane, piuttosto che la Malindi-Lamu.