Potrebbe essere una Pasqua africana, quella che gli italiani si apprestano a vivere il prossimo aprile.
Dalle parole del Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che ha annunciato un nuovo provvedimento firmato dal Ministro Speranza, in cui verranno rimosse molte restrizioni tuttora in vigore sul suolo italico, si delinea con un po’ più di nitidezza il prossimo futuro dei viaggi internazionali.
Quel che si prospetta e che il Governo ha già fatto intendere è la fine dello stato di emergenza, che tra poco “compirà” due anni, il 31 marzo. E’ fondamentale ovviamente il parere del Ministero della Salute, che per la prima volta è uscito dalle paludi dei tentennamenti e dell’eccessiva prudenza, che hanno contraddistinto il suo operato almeno nell’ultimo anno, e si è schierato favorevolmente, mostrando un ottimismo sorprendente, motivato anche dal calo verticale dei contagi.
"Sono d’accordo con la fine dello stato d’emergenza al 31 marzo – ha dichiarato Costa nella trasmissione Tagadà su La7 - L'obiettivo del governo è questo. Confido che non venga prorogato e credo che sicuramente ci saranno le condizioni".
Questo, ha ribadito il Sottosegretario, “perchè i contagi sono in calo e la campagna vaccinale va molto bene. Bisogna dare un segnale positivo ai cittadini". La stessa opinione di Costa era stata espressa pochi giorni fa anche dall'altro Sottosegretario, Pierpaolo Silieri che per primo si era espresso sull'argomento, indicando aprile 2022 come data del ritorno alla normalità.
Con la fine dell’emergenza nazionale andranno a decadere le condizioni per mantenere anche le restrizioni sul suolo nazionale e soprattutto internazionale, quindi la suddivisione dei paesi in “fasce”. E’ probabile attendersi restrizioni uguali per tutti i Paesi, tenendo conto di quelle della nazione ospitante e dei suoi numeri e percentuali relativi ai contagi, rapportati a quelli della campagna vaccinale. Tra le cancellazioni degli obblighi ci sarà senz’altro quello della quarantena al ritorno dai paesi che accettano il Green Pass e che non accettano stranieri non muniti di certificato vaccinale. Il Kenya, a differenza della Tanzania ad esempio, rientra in questa categoria.
In effetti l’elemento in grado di mettere tutti d’accordo sull’asse di alcune destinazioni turistiche, come quelle già interessate dai cosiddetti corridoi (Egitto, Thailandia, Santo Domingo eccetera) e quelle che sono ancora escluse come il Kenya, potrebbe essere il booster.
Nelle parole del Ministro Speranza, la terza dose è fondamentale per accedere a tutti quei servizi e quelle possibilità che fino ad oggi (almeno sulla carta) sono negate ai cittadini.
Dall’altra parte, è anche possibile uno scenario in cui si apra solamente ai paesi che stanno applicando il booster per i loro connazionali ed il Kenya, dal primo gennaio scorso, è tra le poche nazioni nel continente africano che lo fanno.
L'arrivo in Kenya potrebbe essere condizionato solo dalla tarza dose, quindi accessibile a quasi tutti gli italiani.
"Mancano ancora 12-13 milioni di dosi booster – ha confermato Speranza - Se procediamo con questo ritmo in 30-40 giorni è facile pensare che per metà marzo avremmo completato la dose booster a 49 milioni di concittadini. Da lì sicuramente inizierà una nuova fase e così come abbiamo introdotto gradualmente le restrizioni con la gradualità inizieremo l' allentamento delle misure".
Sarebbe un ottimo segnale per il turismo in Kenya, che avrebbe tre mesi per preparare la nuova stagione, reinserendo le sue destinazioni costiere nei cataloghi, rimettendo in moto la macchina organizzativa di charter e safari e promuovendo le bellezze che qualcuno ha provvisoriamente dimenticato e che moltissimi non vedono l’ora di godersi. A partire dalla grande migrazione nel Maasai Mara a giugno. Anche per il settore locale dell’ospitalità e per migliaia di dipendenti keniani sarebbe un ritorno a respirare aria vitale dopo troppa faticosa sopravvivenza.