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Passi avanti per la "green valley" del Galana

Riprende sotto l'egida del Governo il progetto Kulalu

07-08-2021 di redazione

Dopo anni di attesa, rinunce, accuse di malgestione, il progetto di irrigazione della valle del Galala nella zona di Kulalu potrebbe essere arrivato alla svolta decisiva.
Una svolta che permetterebbe a migliaia di contadini locali e alle loro famiglie, nell’entroterra di Malindi e fino all’ingresso del parco nazionale dello Tsavo, di non dover dipendere dall’acquisto di mais, potendo coltivare il proprio raccolto grazie ad un mega sistema di irrigazione per lo sviluppo alimentare progettato da un’azienda israeliana, la Green Arava.
Ma non solo, anche la popolazione locale potrebbe averne benefici, acquistando a prezzi concorrenziali la farina di mais dai produttori locali. Se il progetto pilota, sviluppato su 10 mila acri di terreno, dovesse funzionare, l’intera vallata potrebbe trasformarsi in un enorme campo coltivato in cui sono previsti anche frutteti (manghi, ananas, papaie) ed altre colture, come anacardi e palme da cocco.
I condizionali sono d’obbligo, dato che proprio gli israeliani, dopo due anni di lavori che comprendevano anche una diga proprio nelle vicinanze dell’ingresso dello Tsavo e 5 miliardi di scellini investiti, hanno lasciato la partnership con il Kenya, paventando problemi legati alla corruzione e al cartello dei produttori nazionali di farina. Dopo quest’uscita di scena, il Governo della Contea aveva puntato il dito sulla cattiva gestione del progetto da parte delle istituzioni nazionali, promettendo soluzioni.
Ora, secondo quanto scrive il People Daily, il Governo ha investito 800 milioni di scellini keniani per il completamento dello sviluppo agricolo che dalla zona di Kulalu si estenderà verso la contea del Tana River.
Il Presidente della National Irrigation Authority (NIA), Joshua Toro ha dichiarato al quotidiano che il progetto dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno, per poi aprire il varco ad imprese del pubblico e del privato, joint ventures e cooperative che grazie all’irrigazione potranno gestire oltre 200 mila acri complessivi, per il più grande programma del genere nel Kenya meridionale.
L’attuale appaltatore è keniano ed ha un budget notevolmente inferiore e probabilmente anche meno problemi del precedente. Toro ha confermato che la NIA sarà coinvolta in ogni passo del progetto e che lo sviluppo delle infrastrutture è già in fase avanzata, con una stazione di pompaggio costruita al riparo da eventuali inondazioni del fiume e la conduttura collegata con 25 distributori per l’irrigazione.

TAGS: progetto kenyagalana kenyairrigazione kenyacoltivazioni kenya

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