A due anni dall’inizio della pandemia, il Kenya non ha ancora approvato l’uso dei tamponi antigenici rapidi sul suolo nazionale.
Nei giorni in cui il Governo italiano ha annunciato che per rientrare in patria basterebbe avere un test rapido certificato (come quelli che si fanno in farmacia in Europa), il Kenya che con un test del genere farebbe anche uscire gli stranieri dal suo territorio, non è provvisto di antigenici che diano il risultato in 30 minuti, massimo 1 ora.
Per chi accede a strutture ospedaliere o nei laboratori autorizzati in cui si ottiene il certificato di negatività o meno al virus Covid-19, c’è la sola opzione del test PCR. Chiunque sia sintomatico, sia venuto a contatto con un malato, debba rispettare o terminare un periodo di isolamento o intraprendere un viaggio, non ha altra scelta che quella e spesso, se si ha fretta e si vogliono evitare code o assembramenti negli ospedali pubblici, è una scelta molto cara: da Kes. 7500 a 11.000 a tampone nei laboratori privati, in media insomma 75 euro. Gli stessi costi sono applicati periodicamente da datori di lavoro per i propri dipendenti, albergatori ed operatori del turismo, dei trasporti e di servizi al pubblico di ogni genere.
Inutile dire che sia un business e che l’antigenico, per i suoi costi bassi e la possibilità di utilizzarlo almeno per tutti i casi non strettamente legati a rapporti internazionali o questioni importanti di salute, sarebbe meno caro e più veloce.
E’ il motivo per cui un pool formato da un centinaio di gruppi di attivisti civili, cliniche ed esperti ha chiesto al Ministero della Salute di attivarsi per introdurre i kit di auto-tamponi nel Paese, chiedendo all’Organizzazione Mondiale della Sanità di fornire le linee guida per accedere al tampone rapido. Allo stato attuale, in Kenya, il Pharmacy and Poisons Board, ente che regola la messa in commercio di prodotti farmaceutici, ha confermato che non ha approvato le importazioni di nessun kit di auto-test.
In una lettera all'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite pubblicata sui media, il consorzio ha invitato l'OMS a raccomandare l'auto-test per il Covid-19.
"Chiediamo specificamente all'OMS di accelerare la finalizzazione e il rilascio di una linea guida di auto-test per l'infezione da SARS-CoV-2 che includa una forte raccomandazione a favore dell'accesso diffuso all'auto-test - hanno scritto – per poter migliorare ampiamente l’accesso alla diagnostica. Una delle cose principali che abbiamo imparato è che più velocemente tutti i casi vengono trovati, testati e isolati, più difficile sarà la diffusione di questo virus. Questo principio salverà delle vite e attenuerà l'impatto economico della pandemia”.
Gli antigenici rapidi sono i migliori auto-test in circolazione e i più economici, adatti quindi al Kenya e alla sua popolazione, che con l’accessibilità potrebbe anche aumentare prevenzione e sicurezza, oltre che ridurre tempi di azione e di risoluzione di questioni legate al lavoro, alla famiglia e alle comunità.
"Comprendiamo che il processo di sviluppo delle linee guida è in tuttora in corso – prosegue il comunicato - ma sottolineiamo nel frattempo l'urgenza di fare una dichiarazione immediata a favore di questo importante strumento per il controllo della Covid-19".