Tra le decine di milioni di esseri umani che oggi si ricordano, ci credono e tengono a festeggiare la festa degli innamorati, perché si sentono tali e soprattutto si credono corrisposti, c’è anche una minoranza a noi molto vicina e molto cara: gli innamorati italiani in Kenya.
Hanno diverse caratteristiche che li rendono unici: una è sicuramente il luogo in cui cadono trafitti dalle frecce di Cupido (nomignolo di un noto beach boy masai di Watamu).
Il cielo equatoriale, il sole, il mare della costa e i presupposti del soggiorno africano, riportano alla mente le primordiali sensazioni di vacanza, le cotte adolescenziali, i filarini con i primi amori conosciuti in acqua o davanti ad un falò a Ferragosto.
La grande volta celeste dell’equatore ti cattura come può fare solo una passione travolgente, così come le onde cristalline dell’oceano.
Che importa se ora si ha settant’anni e a Rimini al massimo si potrebbe conoscere la nuova fiamma nell’acqua di una piscina termale durante le cure per l’artrite o in coda per ritirare la pensione?
La seconda è rappresentata dai ritmi di vita, dall'assenza di stress che riporta indietro naturalmente agli anni più spensierati.
In Kenya il tempo si ferma e se esci allo scoperto ti fermano sempre anche ragazze e ragazzi che stanno per innamorarsi di te.
E’ sorprendente la facilità con cui si apre il proprio cuore, amplificata dal fatto che la persona amata si materializza nelle fattezze di una sinuosa pantera da ballo o di uno statuario e muscoloso leone spiaggiato.
Passeggiare in spiaggia, avanti e indietro, oltre a tenere bassi i livelli di zucchero nel sangue e regolare la pressione, facilità la conoscenza e di conseguenza il probabile innamoramento corrisposto, ma ha anche un effetto collaterale: il sole picchia forte sulla testa, e contribuisce all’incoscienza, che è uno dei segni evidenti di passione trascinante.

Ma il sole equatoriale, unito all’acqua di cocco, a una samosa andata a male mangiata in un chiosco locale e ad una birra tusker molto fredda (baridi sana) può fare ancora di più: convincervi che la persona amata abbia trovato in voi l’anima gemella che cercava da sempre, l’afflato occidentale che renderà la relazione di coppia sublime.
Sia ben chiaro, non sono tutti e tutte così, infatti quando si creano le coppie miste e quasi mistiche, accade perché lui e lei sono “diversi da tutti gli altri”.
Che poi viene da chiedersi, diversi da chi? Dato che ce ne sono migliaia che non vedono l’ora di fidanzarsi con voi?
“Sì, sì, prendete pure in giro – sentite spesso dire da queste parti – è tutta invidia”.

E’ innegabile che per tanti italiani lo sia: invidia di non potersi permettere di frequentare così assiduamente un paradiso esotico, di avere ancora moglie o marito al seguito e non essere capace di smollarli, di non avere gli argomenti adatti a conquistare una preda che non sia per una sera, perché un conto è pagare una cena e un dopocena, un altro è avere un innamorato esotico a libro paga.
L’invidia vera però è quella della felicità genuina, spontanea, allupata che traspare dallo sguardo da red snapper dell’oceano indiano. E’ uno stato d’animo bellissimo, che se contrapposto ai tempi pesanti e alle negatività sparse per le terre in conflitto, aride di sentimenti e di cultura, stringe il cuore di speranza e fa ancora sperare che gli uomini e le donne alla fine siano più ingenui che bastardi.
Almeno uno dei due.
Buon San Valentino, innamorati italiani in Kenya!