UN-HABITAT
06-06-2023 di Freddie del Curatolo
Urbanizzazione selvaggia, difficoltà ad accedere ad un’abitazione decente, conflitto uomo-animali. Problemi che noi occidentali pensavamo non ci appartenessero. Noi che fino a pochi anni fa guardavamo all’Africa come al continente dei problemi che arrivavano a noi solamente sotto forma di immigrati con il loro “marchio speciale di speciale disperazione”, come avrebbe cantato il Poeta, ora ci troviamo a fare i conti con prezzi degli immobili e degli affitti sempre più inaccessibili, a cinghiali sotto casa e orsi a cui si spara per paura invece di difenderli affinché non abbiano paura di noi e così via.
Ecco perché la seconda assemblea del Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani UN-Habitat, che è stato aperto ieri a Nairobi dal presidente keniano William Ruto, diventa un appuntamento fondamentale.
Da qui possono uscire idee e suggerimenti ai potenti della Terra per guardare alle priorità dell’immediato futuro per l’intera umanità. Poca politica (anche se politici ce ne sono), ma soprattutto niente ambientalismo romantico, letteratura strappalacrime o terrorismo giornalistico.
A Un-Habitat, dopo quattro anni di attesa, si ritrovano più di 2000 delegati di 193 paesi del mondo, tra cui capi di Stato, ministri e funzionari, oltre che esponenti della società civile e imprenditori nel campo della sostenibilità, per cinque giorni discuteranno, porranno quesiti e proporranno soluzioni. Almeno questa è la speranza.
Tra le nazioni che hanno inviato alte cariche dei loro ministeri, c’è anche l’Italia. Assieme al nostro ambasciatore a Nairobi Roberto Natali, c’è il sottosegretario all’Ambiente e alla sicurezza energetica, Claudio Barbaro. Oltre a partecipare alle sessioni di dibattiti, Barbaro intratterrà incontri bilaterali che sfoceranno prossimamente in accordi importanti, oltre a visitare realtà italiane in terra keniana che possono fungere da traino per buone pratiche future che possano abbinare la sostenibilità con gli investimenti, e viceversa.
Il Kenya da questo punto di vista non solo è un esempio, ma può essere un banco di prova su cui "testare" il prossimo, urgentissimo futuro, con attenzione particolare al conflitto uomo-animali e ai senzatetto.
"Il problema dei costi sempre più alti delle case, degli affitti inaccessibili per il 40% della popolazione mondiale, oggi inizia ad essere un problema di tutti ed è necessario risolverlo con il multilateralismo" ha detto Ruto. E non ha affatto torto.
Siamo tornati recentemente a parlare del conflitto tra uomo e animali su questi spazi, dopo l’uccisione di nove leoni in terra masai. Come detto, solo apparentemente sono argomenti che non ci riguardano. Ecco perché, come scrivevamo ieri, ad esempio una foresta non è solo una boccata d’ossigeno, ma una salvezza per la nostra incolumità e quella delle specie animali, un rifugio ed una grande risorsa economica in tempi di crisi.
Ruto ha parlato di riqualificazione urbana, del processo in corso in Kenya di pratiche urbane sostenibili della bioedilizia, degli spazi verdi, dell'adozione di un uso dell'energia a basse emissioni di carbonio, anche nei trasporti, nonché dell'agricoltura urbana e della gestione efficace dei rifiuti.
Vedremo quali suggerimenti usciranno da questo forum e soprattutto se i potenti della terra sapranno e vorranno coglierli.
Se si tratta di interessi, l'abbiamo già detto, è ora di pensare all'ambiente non come qualcosa di romantico (e agli ambientalisti tout-court solo come una massa di rompicoglioni) ma come una risorsa economica che allo stesso tempo può far star meglio decine di milioni di persone, dare loro un'occupazione e un alloggio decente. Sembra così facile a dirsi...forse troppo facile per essere concepito?
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