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30-07-2022 di redazione
Il governo del Kenya minaccia di chiudere Facebook se entro una settimana non accoglierà le richieste inviate dalla Commissione nazionale per la coesione e l’integrazione (NCIC) per la moderazione dei contenuti sui discorsi d'odio in vista delle elezioni del 9 agosto.
L'agenzia statale ha dichiarato che Meta, la società madre di Facebook, è stata riluttante ad agire per combattere la diffusione di discorsi d'odio, propaganda e disinformazione, aumentando il rischio di violenza in vista delle elezioni. Per questo motivo, la commissione ha chiesto a Facebook di aumentare urgentemente il numero di moderatori di contenuti in Kenya, di espandere la sua capacità di coprire i contenuti espressi anche in lingue indigene e di implementare sistemi di integrità per “mitigare il rischio prima, durante e dopo le prossime elezioni in Kenya”.
L’azione del governo keniano fa seguito a un rapporto investigativo dell'organizzazione per i diritti umani Global Witness, che ha rivelato che Facebook ha approvato diverse pubblicità che promuovevano discorsi di odio sia in inglese che in kiswahili.
Jon Lloyd, consulente senior di Global Witness, ha dichiarato che Facebook ha approvato contenuti che violano la sua stessa politica e gli standard della comunità, in quanto qualificati come discorsi di odio e inviti alla violenza su base etnica.
“Gran parte dei discorsi erano disumanizzanti, paragonando specifici gruppi tribali ad animali e invitando allo stupro, al massacro e alla decapitazione. Non ripetiamo volutamente le frasi usate in questa sede perché sono altamente offensive” ha detto Lloyd presentando i risultati all'NCIC.
Da parte sua, il responsabile capo del NCIC Danvas Makori ha dichiarato che la non risoluzione di Facebook nei confronti dei contenuti inappropriati presenti sulla sua piattaforma è una vera e propria violazione della Costituzione keniana e minaccia la pace del Paese, soprattutto in questo periodo elettorale.
“La libertà di espressione non si può estendere alla propaganda, all'incitamento alla violenza, all'incitamento all'odio o alla difesa dell'odio – ha detto Makori - Facebook sta violando le nostre leggi perché si è permesso di essere un mezzo di comunicazione dell'odio, dell'incitamento, della disinformazione e dell'informazione”.
La Commissione, secondo quanto riportano i media nazionali, ha già contattato i rappresentanti di Meta nel Paese e li ha informati dei requisiti che non sono stati rispettati, per cui ha annunciato che le operazioni dell'azienda nel Paese saranno sospese fino a quando non saranno rispettati.
Dal canto suo, mercoledì scorso la filiale keniana dell’azienda che gestisce il social network ha fatto sapere che è già al lavoro per trovare una soluzione.
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