Chiudere l’Africa non è certo la soluzione per sconfiggere il Covid-19.
Questo il pensiero del presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, espresso ieri, martedì 30 novembre, durante il discorso in Parlamento sullo stato della nazione.
“Il Covid non sarà sconfitto bloccandoci o chiudendoci le porte – ha detto – nessuno sarà al sicuro finché tutti non saremo al sicuro”.
Kenyatta ha fatto il punto della situazione nel suo paese, ricordando gli sforzi fatti per contenere la pandemia che stando ai numeri e all’evidenza di quanto sta accadendo, hanno prodotto ottimi risultati.
“All’inizio della pandemia, ci siamo schierati con chi ha anteposto gli interessi sanitari del proprio popolo a quelli economici – ha ricordato il presidente – ma quando abbiamo visto l’efficacia di questa azione, abbiamo deciso di riaprire per dare nuovo stimolo alla nostra economia”.
Kenyatta ha ricordato le iniziative di due aziende keniane che producono rispettivamente siringhe e mascherine e che sono attualmente una vera forza a livello continentale ed internazionale, la Revital di Kilifi e la Hela, una multinazionale con produzione in Kenya.
Il leader keniano ha anche ricordato che la produzione nazionale di ossigeno è passata dal marzo 2020 ad ottobre 2021 da 3 milioni di litri al giorno a 32 milioni.
“Pur avendo vinto qualche battaglia – ha detto Kenyatta – la guerra contro il virus non è ancora vinta e non dobbiamo cullarci sugli allori. Ora più che mai dopo la scoperta della nuova variante Omicron che sta portando un alto rischio d’infezione. Ho promesso alla nazione che per il prossimo Natale 10 milioni di cittadini saranno vaccinati, quindi esorto tutti gli adulti keniani a recarsi nel centro più vicino per ricevere il vaccino”.
Kenyatta ha lanciato una campagna mediatica chiamata “25 giorni a Natale” in cui si chiede responsabilità ai keniani.
“Invito tutti i media con tutti i metodi e le forze di cui dispongono ad aiutarci a promuovere questa campagna” ha detto.