Il Kenya utilizzerà il vaccino cinese dell’azienda farmaceutica SinoPharm e le prime dosi potrebbero arrivare a fine febbraio, per essere somministrate innanzitutto ai dipendenti della sanità, agli ammalati, alle forze di polizia e agli insegnanti.
Lo ha dichiarato ieri il Ministro della Sanità keniana Mutahi Kagwe a margine della consueta conferenza stampa sul Covid-19 che da giorni trasmette dati poco preoccupanti ma anche molto limitati sull’emergenza pandemia, che in Kenya ormai sembra tutt’altro che un’emergenza.
“Dalla fine della seconda settimana di Febbraio – ha confermato Kagwe – dovremmo avere a disposizione il vaccino cinese. Non sarà obbligatorio vaccinarsi, lo potrà fare chi lo vorrà senza costrizioni”.
Non si conoscono ancora i contorni dell’operazione tra Kenya e Cina ma si suppone che l’acquisto sia molto vantaggioso per il Paese, dato che la britannica Astra Zeneca aveva già fissato un prezzo molto basso, intorno a 175 scellini per vaccino (meno di 1.50 euro).
Intanto dagli ultimi numeri del 2020 si evince che altri 11 pazienti ricoverati con il virus non ce l’hanno fatta, e i decessi salgono a 1681, mentre i casi totali dell’anno scorso si fermano a quota 96.612 con i guariti che salgono a 78.802.
Le percentuali di casi per tampone restano molto basse, ieri si è registrato il 3.6%.
La preoccupazione del Governo è ora incentrata sulla riapertura delle scuole, prevista per lunedì 4 gennaio e la possibilità di contagi multipli che da quanto suggeriscono le statistiche della sanità keniana, potrebbero mettere in pericolo soprattutto la vita degli insegnanti, che peraltro chiedono da tempo sicurezza, indennizzi e controlli.