Ho sempre avuto voglia di correre, di correre via.
Non così lontano, perché non esiste un posto per me che sia troppo lontano.
Se ci fosse, credo che l’avrei già trovato.
Badate bene, correre non significa scappare.
Perché scappare è più facile che restare e scoprire che sei l’unico che non è andato via.
Magari anche solo di testa.
Perché correre è la modalità in cui le nostre vite comuni saranno raccontate.
La grande corsa globale, le marce per la pace, per l’ambiente, per i diritti.
La corsa agli armamenti, la corsa del progresso, le corse contro il tempo.  
Perchè “Fuga per la vittoria” è solo un film e le rincorse non fanno testo.
Poi ci sono le corse solitarie, che spesso sono ad inseguimento di un avversario che non esiste.
Correre per guadagno, correre in salita, la scalata al potere...correre per non fare tardi e infine di corsa a chiudersi in casa trafelati, perché c’è sempre qualcuno che corre più veloce di te.
No, io non voglio correre come gli altri, perchè correre mi fa assomigliare a tutti loro.
Io correrò in direzione opposta, non giocherò a nascondino.
Perchè se sapessi dove nascondermi, finirebbe che resterei lì e non dovrei mai correre per trovare un riparo.
E se non corro per la mia vita, dovrei correre per qualcosa di più importante, al limite correre per correre e non per paura.
Perché le cose che temo non possono essere eluse, evitate, nascoste, protette, allontanate.
Non senza mostrare la mia attuale debolezza.
Non devo arrivare a sputare i polmoni per superarle, devo correre nella direzione che mi sono scelto e al ritmo che mi fa stare meglio.
E se verrai più vicino, proverai a raggiungermi, penserai di avermi affiancato,
è allora che mi vedrai correre e saprai davvero perché sto correndo.
Allora lo saprai, perché altrimenti non te lo dirò mai.

(grazie all’airone nero Gil Scott per l’ispirazione)