Ogni anno, da quando il Kenya è una meta rinomata di turismo, si suol dire che agosto è una stagione atipica per le vacanze in questo splendido paese.
In realtà lo è solo ed esclusivamente se lo si considera come meta di mare e sole, per due motivi: il primo è che in Italia è contemporaneamente la stagione estiva e (si suppone, al netto dei cambiamenti climatici degli ultimi anni) del sole caldo. Il secondo è appunto perché sulla costa del Kenya si assiste invece ad una sorta di primavera, ovvero alla coda della stagione delle piogge, in cui il vento umido si rafforza e piano piano cederà il passo all’arrivo di correnti più secche che preannunceranno le piccole piogge di fine ottobre e da lì, con variazioni di qualche settimana, l’arrivo della stagione calda.
Ma il Kenya, per sua fortuna, non è solo bianche spiagge e oceano indiano, è anzi uno dei paesi africani in cui il viaggiatore può godere di tanti differenti scenari e relativi servizi di ospitalità che comprendono destinazioni di sola savana per i safari, di montagna, laghi vulcanici, foreste e riserve naturali ad ogni altitudine e con varie connotazioni geofisiche.
Così quest’anno, come capita spesso, la costa non è certo popolata come può avvenire a dicembre e gennaio, durante le feste natalizie o i mesi invernali europei. Tutto ciò è normale, ma ci sono dati che fanno ritenere che le cose potrebbero andare meglio, se almeno in certe destinazioni agosto non fosse considerata da chi si occupa di tariffe aeree e alberghiere come “altissima stagione”.
Le due cose sono strettamente collegate, purtroppo, perché ai prezzi alti dei voli fanno riscontro le strutture ricettive applicano tariffe di alloggio più elevate che nei mesi successivi. Questo accade anche per via della contemporanea chiusura delle scuole e di tanti uffici kenioti ad agosto.
Watamu, Malindi e Diani però soffrono di questo dualismo, perché dopo l’obbligo a non uscire dal paese da parte dei cittadini, i keniani abbienti si sono riversati su mete estere, tornando a viaggiare, mentre appunto chi decide di frequentare il paese arrivando da un altro continente, privilegia i safari. E c’è da capirli, chi ama l’Africa spesso sceglie il mese di agosto per visitare i parchi, dove gli animali tornano a farsi vedere in giro e dare il loro involontario ma graditissimo spettacolo, con una natura al massimo del suo splendore dopo le piogge. L’attrazione della grande migrazione degli gnu nel Masai Mara è un fulgido esempio.
Ma il Kenya di chi ama la natura e gli animali quasi mai include le località di mare, così come chi ad agosto sceglie Malindi e le altre mete turistiche costiere lo fa per motivi che non appartengono esclusivamente all’Africa. C’è chi ha casa, chi ha interesse a trascorrere un periodo di relax, chi ha interessi e relazioni di qualsiasi genere. C’è poi il popolo dei charter e delle vacanze “all inclusive” che spesso viene attratto dalle offerte dei tour operator o delle agenzie che vendono il Kenya, così come Zanzibar in Tanzania, ad esempio, come luoghi di vacanza a 360 gradi, ovvero mare sole e divertimento, senza contare che Watamu, la più gettonata, ma anche Diani, danno la possibilità di abbinare il mare stesso ad un safari a poche ore di macchina dal resort. E poi c'è la possibilità di un tuffo nella vera Africa, mettendo il naso fuori dalla struttura d'accoglienza ed approfittandone per conoscere una realtà speciale che può regalare emozioni uniche.
In tutto questo, il calo di presenze rispetto agli anni d’oro del turismo straniero sulle spiagge keniane, è dovuto principalmente al fattore voli. Perché poi, come ricordano gli hotelier italiani ad esempio, chi arriva scopre che il potere d’acquisto dell’euro nei confronti della moneta locale, lo scellino, è decisamente più favorevole della stagione precedente.
Una cosa è certa, chi ha scelto il Kenya, è già arrivato o sta arrivando in questi giorni, ha fatto una scelta ottima, basta che non abbia considerato unicamente sole e mare.