Con settembre sta per essere archiviata quella stagione “di mezzo” che per il turismo in Kenya significa soprattutto safari e arrivo di amanti della natura africana e che per le sue spiagge si esprime con lo sbarco dei vacanzieri seriali (i cosiddetti “repeaters”) e di turisti da villaggio che non si aspettano l’apice del binomio sole-mare ma anzi, fuggendo dalla cappa europea trovano piacere nella primavera equatoriale.

A meno che l’agenzia gli abbia prospettato scenari tropicali ai massimi livelli o non si siano minimamente informati su internet…
Una stagione turistica che, per gli operatori del settore, può trovare conforto anche nella presenza dei keniani che hanno le loro vacanze di agosto, e le famiglie fino alla riapertura delle scuole che avviene solitamente all’ultima settimana del mese.

Da metà settembre, quindi, si guarda già direttamente all’estate dell’Africa orientale e della costa swahili, ovvero da dicembre a marzo.
Fioccano già le prenotazioni per le più rinomate mete di mare e si chiudono i migliori accordi per un safari da sogno, mentre i tour operator cercano accordi per accaparrarsi camere in strutture adatte alle loro offerte e come sempre mancano voli e quelli che sono disponibili spesso hanno prezzi sempre meno accessibili. E’ il mercato, bellezza, direbbe qualcuno.

Di certo il Kenya è sempre più di chi se lo può permettere e la trasformazione del tipo di turismo fa capire che una volta che ti puoi permettere il costo del biglietto aereo, il Kenya è da vivere in tutte le sue variopinte possibilità e sfaccettature. Perché spendere quei soldi per dieci giorni di spiaggia e mare, allora tanto vale scegliere mete più circoscritte e solo balneari.
La vacanza in Kenya è un’altra cosa, e la situazione della moneta, lo scellino, a fronte del prezzo del volo, può permettere soluzioni di alloggio e di movimento molto più economiche degli anni passati.

Quindi le aspettative per l’alta stagione, il periodo natalizio e l’anno nuovo, non sono tanto sul numero dei viaggiatori che arriveranno, ma sul tempo che vorranno trascorrere in Kenya e sulle cose che faranno, animando non solo i guadagni di un hotel, ma anche quelli di tutto il cosiddetto indotto.
Pensionati, innamorati e svernatori di Malindi già lo sanno, in tre o più mesi di benessere il ticket è già bello che ammortizzato, ma anche per chi viene per la prima volta o programma il sogno africano, parafrasando una celeberrima pubblicità: “du settimans is mej che one”.
Per chiudere con quello che potrebbe essere lo slogan per la stagione che arriverà: Venite pure in pochi in Kenya, ma restateci di più e soprattutto, vivetelo a 360 gradi!