Dopo 55 anni la città di Mombasa torna a tutti gli effetti ad essere un’isola, collegata ad est dal ponte di Nyali e ad ovest dal nuovo e operativo Makupa Bridge, che connette la parte settentrionale della seconda città del Kenya con la terraferma verso nord, divisa da una serie di insenature che culminano in lagune e si ricollegano al mare.
Mombasa era di fatto divenuta un istmo quando con l’urbanizzazione all’ex ponte si era formato un tratto di terra che ospitava l’enorme discarica di Kibarani, i cui rifiuti si gettavano in buona parte nel canale di Port Reitz. Il passaggio era garantito da una doppia strada che da una parte portava al porto commerciale e dall’altra all’aeroporto internazionale Moi. Quella zona di città è stata per tanti anni la prima “visione” del Kenya per migliaia e migliaia di turisti che da Mombasa transitavano verso le località turistiche della costa nord, da Nyali a Bamburi, Kilifi, Watamu e Malindi.
La bonifica della discarica, voluta dall’ex governatore di Mombasa Hassan Joho e portata avanti grazie agli investimenti del governo Kenyatta, ha trasformato la zona, con il moderno ponte che, inaugurato nel luglio scorso dallo stesso Kenyatta, è finalmente operativo, taglia il centro e permette lo smaltimento del traffico, e con giardini verdi al posto della discarica, su iniziativa dell’azienda privata Mombasa Cement..
La strada inoltre si collega allo svincolo di Changamwe che collega direttamente all’aeroporto e all’autostrada Mombasa-Nairobi. Secondo gli ambientalisti marini e le associazioni di residenti, il ritorno di Mombasa ad una dimensione insulare gioverà all’ecosistema marino, grazie al ritorno delle correnti dell’oceano e al libero flusso del microclima acquatico.