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Buone notizie dal regno degli animali del Kenya

Primi risultati del censimento: specie minacciate non calano

01-09-2021 di Leni Frau

Arrivano i primi dati ufficiali del censimento degli animali selvatici incominciato a febbraio di quest’anno grazie all’iniziativa del Governo keniano.
Il Kenya Wildlife Service ha potuto verificare che gli sforzi per combattere il bracconaggio, secondo i dati raccolti, hanno prodotto risultati positivi.
L’attività dei contrabbandieri si rivolge da sempre specialmente a due specie animali della savana africana: gli elefanti, per il preziosissimo avorio, purtroppo ancora richiesto a livello internazionale e i rinoceronti per le supposte proprietà curative ed afrodisiache (secondo la medicina orientale) del loro corno. A tale pericolo di sempre si affianca anche il problema della deforestazione e dell’uso di terre dove un tempo gli animali selvatici si muovevano in libertà, per uso agricolo o per costruire abitazioni. Questo porta a conflitti tra uomo e animali che spesso si concludono con l’uccisione degli ultimi.
Nonostante le minacce di cui sopra, il numero degli elefanti è aumentato del 12% rispetto al precedente censimento ed ora secondo questo conteggio, rilevato con droni e strumenti sicuramente più avanzati tecnologicamente di sette anni fa, sono 36.280.
“Gli sforzi per aumentare i controlli e le pene relative ai crimini ai danni alle specie minacciate sembrano dare i loro frutti” si legge nel rapporto del KWS, che ha contato 30 diverse specie di animali e ha coperto quasi il 59 per cento del territorio nazionale .
A seguito della pandemia, che riducendo il numero di presenze di turisti nelle riserve africani ha dato più libertà ai bracconieri, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) aveva lanciato l’allarme  non solo per il bracconaggio, ma anche per la distruzione dell'habitat che, in particolare a causa della conversione della terra per l'agricoltura, stava devastando il numero di elefanti in tutta l'Africa.
C’è da dire infatti che l’aumento del 12% rispetto al 2014 è solo un piccolo, ancorché significativo, recupero rispetto alla diminuzione vertiginosa degli elefanti in savana, che sono almeno il 60% in meno di cinquanta anni fa.
L’indagine supportata dal Governo keniano, su spinta del Presidente Kenyatta che ha più volte ricordato che la fauna selvatica “è il nostro patrimonio nazionale, l'eredità dei nostri figli, qualcosa che dovremo poter mostrare con orgoglio” ha anche contato, con molta meno approssimazione, gli esemplari di rinoceronte presenti nel Paese.
Sono 1.739 gli ormai rari splendidi animali, che si dividono tra 897 neri (specie in reale pericolo di estinzione) e 840 bianchi del sud. A questi si aggiungono le due femmine di rinoceronte bianco del nord che sono state fecondate artificialmente con il seme dell’ultimo esemplare maschio, il mitico Sudan e da cui dipende la continuazione della specie.  
Nei prossimi giorni il censimento svelerà anche il numero di leoni, zebre (tra cui quelle di Grevy, a rischio scomparsa totale), hirola (antilopi di Hunter) e le tre specie di giraffe presenti in Kenya. Secondo voci riportate dai media locali che hanno parlato con il KWS, nessuna di queste categorie sarebbe in calo di presenze. Più difficile contare la specie migratoria degli Gnu. Durante il censimento gran parte di questi animali, che muovendosi dalla Tanzania al Kenya danno vita all’incredibile spettacolo della grande migrazione, erano fuori dal territorio nazionale, ma il censimento ne avrebbe comunque contati circa 40 mila.
 

 

TAGS: savana kenyaspecie kenyaanimali kenyaestinzione kenyakenya wildlife

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