Editoriali

EDITORIALE

Kenya-Italia senza facebook e whatsapp: dramma per molti

Pensate che "mal d'Africa" senza social e chat...

05-10-2021 di Freddie del Curatolo

Sono decine di migliaia i keniani che si sono sentiti tagliati fuori dalle comunicazioni con il resto del mondo, particolarmente l’Europa e gli Stati Uniti, durante il blackout totale di Whatsapp e Facebook, quindi anche il servizio audio e chat Messenger.
In questo periodo particolare dove già la pandemia ha limitato i viaggi e i rapporti diretti che tantissimi cittadini keniani hanno con europei e viceversa, il non poter comunicare anche solo per mezza giornata con i loro contatti, ha creato ansia e problemi di ogni genere.
Anche a livello interno, tra residenti e categorie di lavoratori, cittadini keniani e turisti, la disconnessione temporanea dei gruppi, in ogni ambito, ha riportato milioni di persone alla comunicazione singola, ad affidarsi direttamente ai siti per avere informazioni di ogni genere, cosa che per molte persone non è affatto familiare. Una buona parte degli utenti di siti internet sono infatti soliti accedervi unicamente tramite facebook, o ricevere i link nelle chat di gruppo su whatsapp.
A livello turistico, campo in cui abbiamo ricevuto diverse segnalazioni e messaggi, nonché e-mail, per molti proprietari di attività e anche di abitazioni, dover comunicare attraverso la tradizionale linea telefonica, senza potersi scambiare videochiamate o immagini, ha creato addirittura panico.
A questo punto è stato lecito per molti pensare che senza questi servizi (e non senza internet comunque) si tornerebbe indietro di almeno vent’anni, quando le telefonate dirette, con relativi costi, erano l’unico mezzo diretto e “in diretta” per comunicare.
E dove magari ci si sentiva solo per cose veramente importanti.
L’Africa era un luogo così lontano ed inimmaginabile che cresceva in maniera più spontanea e forse più attraente la voglia di scoprirla, andandoci in vacanza.
Oggi quotidianamente (e noi siamo i primi, per amplificare le nostre notizie, i reportage e le storie che pubblichiamo) i social fotografano minuto per minuto ogni angolo di Kenya possibile e immaginabile. Sono davvero migliaia i nostri connazionali che dall’Italia sono “connessi” con il Kenya 24 ore su 24, ognuno con i suoi motivi e le sue priorità.
Dall’avvento di facebook in particolare, e successivamente delle chat come whatsapp e messenger, il rapporto a distanza si è evoluto in un sistema quasi maniacale di trasmissione istantanea di ogni genere di informazioni e di “controllo a distanza” di molte attività e situazioni.
Pensiamo ad esempio a chi in questo periodo gestisce ed amministra attività di hospitality o ristorazione a distanza e grazie a questi servizi può avere la situazione sempre sotto controllo in tempo reale, oppure a chi ha l’abitudine di colloquiare anche per ore, ogni giorno con dipendenti, collaboratori, soci o partner.
Il blackout globale di facebook, instagram e whatsapp ha quindi aperto per un attimo uno squarcio di realtà che ci fa capire quanto certi rapporti e certe dinamiche oggi siano legate più ai mezzi che alla reale predisposizione all’incontro, alla conoscenza, alla fiducia.
Basta qualche ora di “non connessione” e il fragile castello di carta del virtuale può riportarci a quello che siamo: viaggiatori, avventurieri, imprenditori, soci, amici, finanche amanti...ma da tastiera. La realtà è un’altra cosa e non ci sarà mai blackout quando si condivide qualcosa “in presenza”.   

TAGS: facebook kenyawhatsapp kenyablackout kenya

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