Finalmente sulla costa i cittadini keniani, con l’azione decisiva delle istituzioni locali che per settimane sono state invitate (per usare un eufemismo) dall’imprenditoria turistica di Malindi e Watamu ad attivarsi, stanno rispondendo positivamente alla campagna vaccinale.
E questa risposta può portare in breve tempo gli ospedali di Malindi, Kilifi, Gongoni, Rabai, Mariakani, Vipingo e Bamba, ovvero le sedi autorizzate per la somministrazione del vaccino, ad esaurire in fretta le dosi e poterne richiedere sempre di più-
Ciò è avvenuto ad esempio nei giorni scorsi: dopo che martedì il Governatore Amason Kingi e il parlamentare di Watamu Owen Baya sono intervenuti al lancio della nuova campagna vaccinale “moderna” a Malindi, da 250 dosi settimanali si è passati di colpo a 3400 dosi inviate dal Ministero della Salute. Così la Contea di Kilifi, dopo Nairobi, passa ai vertici delle somministrazioni e potrà immunizzare presto una buona parte degli operatori del turismo che lavorano a stretto contatto con molti stranieri che sono quasi tutti muniti di “green pass” o quantomeno sono vaccinati.
Il Kenya attualmente non richiede il passaporto vaccinale per entrare nel Paese, ma quando la situazione in percentuale migliorerà, potrebbe allinearsi ai Paesi che hanno firmato trattati bilaterali per facilitare i viaggi per affari e per turismo ed eliminare definitivamente la quarantena al ritorno dal Kenya ed altre limitazioni, facilitando così la scelta della destinazione.
Anche l’economia risente negativamente della mancanza di flusso di stranieri nel Paese e la sicurezza sanitaria non è più il primo problema per la costa del Kenya, come ha ricordato Kingi nel suo discorso all’Ospedale di Malindi. E’ la sicurezza economica ad essere messa più in bilico dalla pandemia e dalla lentezza del programma vaccinale da parte del Governo.
Kingi si è detto comunque fiducioso che nelle prossime settimane, con l’arrivo di decine di migliaia di nuove dosi, la costa del Kenya possa portarsi a buoni livelli e che la gente comune risponda positivamente alla campagna, che non deve riguardare solamente chi dipende dal turismo e dal suo indotto.