E’ ufficiale, dopo il vecchio, storico leader dell’ex opposizione e perdente seriale Raila Odinga ora alleato con il Presidente uscente Uhuru Kenyatta, e il vicepresidente “falco” William Ruto, il Kenya ha un terzo pretendente alla poltrona più alta del Paese in vista delle prossime elezioni nazionali, che si terranno nell’agosto del 2022.
Ed anche il suo, come nel caso di Kenyatta, figlio del primo leader del Kenya indipendente, non è un cognome sconosciuto alla politica nazionale, perché si tratta di un altro “figlio d’arte”, ovvero del discendente del secondo presidente della repubblica, Gideon Moi. Il padre Daniel Arap Moi, già vice di Kenyatta, governò dalla dipartita del padre della patria, nel 1978 fino al 2002.
Gideon, di etnia kalenjin come l’altro pretendente alla presidenza Ruto, ha da tempo preso le redini del partito del padre, il KANU (Kenyan African National Union) e benché abbia aderito all’alleanza OKA insieme ad altri tre esponenti di spicco della politica kenyana, Kalonzo Musyoka, Musalia Mudavadi e Moses Wetangula.
Nell’assemblea nazionale di ieri, giovedì 30 settembre, gli oltre 3000 delegati del Kanu hanno votato all’unanimità la candidatura di Moi alle elezioni generali del 2022.
Secondo i dirigenti del partito, Moi è la persona giusta in grado non solo di ottenere un buon riscontro di voti, ma di coinvolgere altri leader che hanno visioni affini alla sua politica.
A questo punto si attende la mossa degli altri possibili candidati, in quelle che potrebbero essere le prime elezioni in assoluto nel paese che non vedono unicamente due sfidanti come grandi favoriti, sebbene i sondaggi indichino attualmente il vicepresidente Ruto in vantaggio su Raila Odinga, sostenuto però da una crescente fazione di imprenditori della cosiddetta “lobby del Monte Kenya” che rappresenta la forza produttiva ed economica della nazione.