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Kenya: 5 motivi per riaprire e 5 per non farlo

Oggi attesa la decisione del Presidente Kenyatta

06-07-2020 di redazione

Mentre il popolo keniano e tutti quelli che lo frequentano ed hanno interessi nel Paese attendono con trepidazione le decisioni del Governo in merito alla riapertura o all'estensione delle restrizioni, che scadrebbero domani, martedì 7 luglio, Malindikenya.net ha provato a formulare cinque buone ragioni per la riapertura ecomomica, sociale e turistica del Paese ed altrettante per proseguire con lockdown e coprifuoco.
Eccole.

5 MOTIVI PER RIAPRIRE IL KENYA

  • RILANCIARE L’ECONOMIA: Prima della pandemia, il Kenya era uno dei Paesi del mondo con il PIL più alto (5,5%) e con proiezioni in crescita, indispensabili per il programma di investimenti e per poter sostenere i debiti con la Banca Mondiale e il Governo cinese in particolare. Ora si trova in condizioni di dover rivedere tutti i piani e convincere le grandi potenze mondiali che ci sono i margini di un ritorno in sella. Ma più passa il tempo e più questo costerà caro al Paese, in termini di costo della vita e stabilizzazione della classe media. Senza contare la perdita di fiducia in chi ha iniziato ad investire in Kenya o aveva programmato joint venture nell’immediato futuro.
     
  • EVITARE CONDIZIONI ESTREME DI MISERIA: La mancanza di lavoro, dato in Kenya in buona parte dall’economia circolare creata dai piccoli commercianti, ha investito le classi basse e quella fascia di persone (almeno 5 milioni) che vivono in equilibrio sulla soglia della povertà.
    I mercati dell’usato, le taverne e le baracche alimentari sono chiusi e molti non riapriranno per impossibilità di pagare gli affitti. I trasporti pubblici sono in ginocchio, così come ogni settore legato ai movimenti inter-Contee. Locali e attività notturne, con il coprifuoco giunto a 100 giorni, sono in totale disperazione.
     
  • ARGINARE LA VIOLENZA: La frustrazione non solo mentale portata dalle restrizioni ha creato grandi malumori nei confronti delle autorità in tutto il Paese, particolarmente nelle periferie e negli slum delle città come Nairobi, Mombasa e Kisumu. Gli abusi perpetrati dalle forze di polizia non hanno certo aiutato a migliorare il clima di tensione. Nelle aree rurali invece sono ripresi gli scontri tribali e le faide tra allevatori e contadini per l’utilizzo di zone pascolabili e coltivabili e per l’annosa e terribile piaga dell’acqua. Riaprire riporterebbe ad un clima meno esacerbato e permetterebbe alle istituzioni di tornare a recitare non solo un ruolo da Cerbero.
     
  • SALVARE IL TURISMO: Non è una prerogativa, come pensano in molti, di pochi hotelier, agenti di viaggio e di safari o proprietari di lodge. Il Turismo in Kenya è il quarto guadagno del Paese e dà lavoro, con il suo indotto, ad oltre 2 milioni di keniani. In più crea un afflusso di visitatori di cui ogni anno una parte si trasforma in investitori a vari livelli, quindi di contribuenti oltre che essere veicolo promozionale gratuito per far venire altra gente. Riaprendo gli aeroporti si riattiverebbe, poco alla volta, il flusso che contribuisce allo sviluppo di questo Paese, una crescita che grazie alle bellezze da preservare ogni anno guarda sempre più all’ecosostenibilità. Prova ne sono le recenti leggi del Governo per abolire la plastica nei luoghi più frequentati dai visitatori nazionali ed internazionali.
     
  • PROTEGGERE I GIOVANI: Con la chiusura prolungata delle scuole, il Kenya ha sperimentato un aumento del disagio giovanile. Molte famiglie non si possono permettere di mantenere i propri figli a casa, perché molte scuole specialmente le elementari provvedevano spesso con spese irrisorie, a fornire un pasto ai ragazzi. Altri studenti vengono lasciati al proprio destino a casa e in giro, senza che i genitori possano controllarli, oppure sono stati mandati nei villaggi di origine, dove dovrebbero essere i nonni ad accudirli. Qui sono esposti a cattive compagnie e le ragazze a violenze sessuali. Non a caso l’aumento delle gravidanze di minorenni ha numeri veramente preoccupanti. Con una riapertura adesso, si potrebbe pensare al ritorno a scuola dal 1 settembre, altrimenti tutto slitterebbe a gennaio e sarebbe un vero disastro.

CLICCA QUI PER LEGGERE ANCHE I 5 MOTIVI PER CUI SECONDO NOI IL KENYA NON DOVREBBE RIAPRIRE

 

TAGS: riapertura kenyachiusura kenyakenya lockdown

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