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Perchè la tecnologia può salvare il Kenya dalla recessione

Internet, App e ICT risorse per rimediare ai danni della pandemia

06-02-2021 di redazione

Non tutti gli effetti collaterali della pandemia, in Kenya, si sono rivelati deleteri.
Per quanto riguarda l’economia, ad esempio, ci sono settori che hanno consolidato nell’ultimo anno la loro importanza per la crescita del Paese ed il suo progressivo ingresso tra quelli con il miglior tasso di sviluppo del mondo.
E’ soprattutto il campo della tecnologia, con internet, app, imprese ICT ad aver guadagnato non solo l’interesse del mercato, ma anche la capacità attrattiva per investimenti in un Paese che sta cercando di allinearsi con le Nazioni più sviluppate della cosiddetta “fascia B” del mondo.
In un Kenya dove preoccupano le diseguaglianze sociali, dove si cerca di far fronte alla disoccupazione giovanile e cresce l’insofferenza dei lavoratori del terziario e delle piccole e medie imprese, la tecnologia può rappresentare anche un fattore sociale importante, se si pensa ad esempio alla telemedicina (sempre più importante in tempi di emergenze sanitarie).
Come abbiamo già sottolineato nelle scorse settimane, a causa del Covid-19, in Africa si è registrata una caduta del prodotto interno lordo dell’1,4%. In Kenya la decrescita si potrebbe quantificare al 2,5%, ma restano alti i margini di recupero della “Silicon Savannah”, ovvero del polo tecnologico che è sempre più in via di sviluppo.
Le statistiche 2020 evidenziano che l’uso di internet è esteso  all’87,2% della popolazione , il tasso più elevato tra i paesi africani e che fa invidia anche a molti paesi di altri continenti. Grazie ai serivizi di “mobile money” come Mpesa e alla digitalizzazione di molti servizi pubblici, in rete, tra cui l’ibtroduzione dell’obbligo di visto online, oltre che delle patenti e dei permessi di lavoro, il paese appare avere le giusta fondamenta per uno sviluppo tecnologico ancora più avanzato.
La pandemia ha spinto inoltre ancora più avanti tale sviluppo sia per le grandi sia per le piccole imprese, segnatamente nel settore della salute e in quello ICT.
Le piattaforme online ora possono regolamentare anche l’accesso a molte “utilities” parastatali, e anche alle struttire sanitarie, come dimostra l’applicazione lanciata dal Kenya National Hospital per
le prenotazioni di visite o quelle che tracciano farmacie e dispensari o offrono consulti a distanza come “Access Afya” e “MyDawa”.
In Africa la digitalizzazione ha già dato lavoro a quasi 2 milioni di persone, creando un giro d’affari di circa 15.6 miliardi di dollari, dato anche il fatto che per via delle restrizioni, molte aziende ed attività hanno dovuto implementare ed organizzare i propri servizi online.
Se da una lato l’Unione africana ha previsto la perdita di circa 20 milioni di posti di lavoro a causa della pandemia, dovuti al deprezzamento del prezzo del petrolio e alla riduzione del turismo, dall’altro lato il maggiore ricorso ai servizi digitali sta creando nuovi posti di lavoro.
Se lo scenario generale non è positivo, con milioni di persone che rischiano di precipitare sotto la soglia del sostentamento quotidiano, la tecnologia, piaccia o non piaccia, sembra essere la risorsa principale per salvare il salvabile, e contribuire a tornare ad occuparsi di ciò che vale la pena preservare per il bene del Continente. Sempre che ci sia ancora l’interesse di guardarsi dentro e indietro per esaltare quei valori che Paesi come il Kenya dovrebbero tenere sempre in primo piano: la conservazione della Natura e della fauna selvatica, il turismo e l’agricoltura in primis.

TAGS: tecnologia kenyaapp kenyainternet kenya

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