UN MERCOLEDI' DA KENIOTI
15-06-2022 di redazione
Prosegue con grande partecipazione dei nostri lettori, via mail o sui canali social, la rubrica dedicata al “mal d’Africa”, ovvero a quella ridda di sentimenti evocati dall’andare e venire dal Kenya (nel nostro caso, ma è applicabile a molti altri paesi, almeno quelli che possono vantare oltre alla savana altri scenari fantastici che sicuramente aiutano ad innamorarsene) e dal desiderio a volte avverato di risiederci.
C’è chi lo sogna per una vita ma non ha mai la possibilità o il coraggio di fare “il grande salto”, chi considera il Kenya il “paradiso terrestre” ma non ci vivrebbe e lavorerebbe mai, chi lo utilizza come cura e chi invece ne è rimasto scottato ma comunque non riesce a farne a meno, fisicamente o con il pensiero.
Scrive Franco Cozzi: “Il mio mal d'Africa ? La paura ..quando torno in italia..di non riuscire più a tornare in Kenya. Sembra banale ma non è così ..sogno il roundabout di Malindi...il campo giochi di Karima...il porto di Mombasa...tutta roba semplice Sogno di sedermi fuori da scuola,nascosto, a prendere mio nipote acquisito che non sa del mio arrivo e che mi salterà al collo vedendomi...cerco le facce degli amici da anni per le strade di Malindi o Watamu o per le strade di Eldoret. Non mi manca la savana...mi mancano i Keniani e i loro sorrisi.”
Dall’altra parte, gli fa eco Patrizia, a cui gli esseri umani del continente nero sono la cosa che manca meno: “io amo l'Africa in generale e soprattutto il Kenya che è quanto più si avvicina al mio concetto di paradiso terrestre – spiega la lettrice - ma non ci vivrei mai in pianta stabile. Bellissime lunghe vacanze, questo è il mio sogno-progetto. Il territorio, la natura, il paesaggio insomma, evocano nel mio immaginario il "paradiso terrestre" poi però sono arrivati Adamo ed Eva (gli esseri umani) ed hanno incasinato tutto. Questo per dire che non è così semplice stabilirsi in pianta stabile, avere un'attività, un lavoro”.
Altri invece, come Giusy e Fabio, non fanno differenza tra vita quotidiana, incontri e bellezza dei luoghi: “Il Kenya ti avvolge fin dall’arrivo – dice Giusy - lo senti nell’aria, nell’odore intenso misto tra fiori, polvere rossa, friggitorie e frutta matura, ma anche spazzatura e sudore. E’ l’odore della vita, di quella vita di cui molto spesso ci dimentichiamo in Italia”.
Per Fabio c’è anche qualcosa di più: “Ringrazierò sempre il Kenya per come mi ha fatto tornare a vivere, attraverso lo sguardo di una ragazza e la sua voglia di prendermi e portarmi a vedere la vita e i luoghi reali che si nascondono dietro le tendine della normale vacanza. A quanti può accadere? Non mi sono innamorato di lei, non sono uno da “lei è diversa da tutte le altre” e non so quanto durerà. Ma è bellissimo tornare sapendo che lei, per cui probabilmente non sono l’unico, è lì ad aspettarmi e mi accompagnerà volentieri in una nuova esperienza, una nuova emozione”.
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