Ambiente

AMBIENTE

Foreste, la grande risorsa 'attiva' del Kenya

Perchè non bisogna solo proteggerle 'per principio'

05-06-2023 di Leni Frau

Nella settimana mondiale dell’ambiente, che viene celebrata anche dalle giornate internazionali di incontri a Nairobi nell’ambito del convegno annuale di Un Habitat, risalta sempre più l’importanza delle foreste keniane, non solo per l’ambiente ma anche per tutta l’economia circolare che deriva dalla protezione e dall’utilizzo sostenibile e omnicomprensivo del suo territorio.
Un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, (UNEP), insieme con il governo keniano, ha posizionato il Kenya tra i paesi pionieri che mirano a incentrare i piani di sviluppo sulle risorse naturali.
Il rapporto afferma che le foreste forniscono valore "non solo dalla produzione di vari prodotti forestali legnosi e non legnosi, ma anche da una serie di servizi ecosistemici di regolazione che forniscono un valore assicurativo a diversi settori economici chiave".
E’ questo il tasto che si dovrebbe (e si deve) toccare, non solo in Africa: l’ambientalismo “per principio” e fine a sé stesso sta facendo più danni che altro. Abbracciare virtualmente un albero, poco prima che qualcuno lo abbatta, serve a ben poco. Tenerlo in vita spiegando quali risorse effettive possa dare a chi ne è custode, è invece essenziale, crea empatia e può risolvere davvero i problemi.
Le foreste producono "valore economico diretto per i cittadini", si legge nel rapporto dell’UNEP. "L'effetto negativo della deforestazione sull'economia, dovuto alla riduzione dei servizi di regolazione, è pari a oltre 2,8 volte le entrate in denaro della deforestazione".
Probabilmente, il più importante di questi servizi di regolazione è lo stoccaggio dell'acqua. Durante le stagioni delle piogge, le foreste immagazzinano l'acqua per poi rilasciarla lentamente durante le stagioni secche, dando loro il soprannome di "torri dell'acqua".
La regolazione dell'acqua influisce su molti settori dell'economia, tra cui: risorse energetiche, agricoltura, salute e industria. Nel 2010, la riduzione dei flussi fluviali in Kenya, attribuibile alla deforestazione, ha diminuito l'approvvigionamento idrico agricolo e quindi la produzione agricola.
"La riduzione della qualità dell'acqua dovuta all'insabbiamento e agli elevati livelli di nutrienti che defluiscono dai terreni degradati nei sistemi d'acqua dolce ha ridotto le catture di pesce nelle acque interne e ha aumentato il costo del trattamento dell'acqua per uso potabile", si legge nel rapporto.
Una copertura forestale montana ben gestita è stata anche collegata a una riduzione della prevalenza della malaria e di altre malattie, facendo risparmiare al governo milioni di euro in costi sanitari.
Preservare le foreste con cognizione di causa, creando i presupposti perché siano delle risorse attive, non tanto per fare gli amanti della Natura e considerarle come un bel dipinto da osservare e una boccata d’ossigeno per un pianeta asmatico, ecco cosa serve. E il Kenya ha tutte le carte in regola per essere il traino di questa visione.
 

TAGS: foresteambienteprotezione

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