Ambiente

CONSERVAZIONE

La salvaguardia dei colobi a Diani ha un'anima italiana

Il centro creato da Luciana Parazzi in difficoltà per la pandemia

25-08-2021 di Freddie del Curatolo

La battaglia di Diani Beach, destinazione turistica costiera tra le più rinomate in Kenya, per conservare quanto più possibile la bellezza della sua natura, habitat ideale per tante specie animali in via d’estinzione, ha un cuore ed un nome italiano.
E’ quello di Luciana Parazzi, residente da cinquant’anni nella località per anni nominata tra le cinque più belle spiagge d’Africa.
Nata 77 anni fa in Etiopia, cresciuta tra la Rift Valley e l’Uganda, all’inizio degli anni Settanta ha scelto il paradiso marino della costa sud keniana e da allora vive in simbiosi con le sue meraviglie.
Tanto che quando anche Diani ha iniziato ad essere intaccata dall’edilizia turistica e con essa uno sviluppo molto poco rispettoso dell’ambiente, Luciana non si è fatta pregare.
“La deforestazione è uno dei grandi scempi che modificano l’intero ecosistema della costa – ammette la conservazionista a Malindikenya.net – non viene deturpato solo il paesaggio ma si mette in pericolo la vita di molte specie animali di terra e di mare, oltre a modificare lentamente il clima e la vita delle piante stesse”.
Uno degli aspetti più drammatici dell’avvento del turismo di massa, negli anni Novanta, fu rappresentato dal rischio di estinzione della bellissima specie di scimme colobo, antichissimi cercopitechi. Nella zona di Diani, la sottospecie “colobus angolensis” ha casa da sempre.
Minacciati da abbattimenti di alberi ed in cerca di cibo, i colobi sono in continuo movimento. Ogni giorno Luciana ne trovava qualcuno investito da una macchina. Dall’esigenza di proteggere questa specie, 24 anni fa ha fondato la Colobus Conservation. Da allora, grazie al suo instancabile lavoro sul campo di assistenza, cura, ricerca e a quello di divulgazione e marketing, Luciana ed il suo team, grazie a sponsor fortunatamente arrivati da tutto il mondo ha dapprima creato lungo tutta la strada principale che separa la natura boschiva di Diani una serie di ponticelli che permettono agli intelligentissimi animali di attraversarla per via aerea e salvarsi la pelle, poi ha dato vita ad un centro unico nell’intera zona costiera del Kenya.
“La Colobus Conservation non è solo un centro di recupero per esemplari orfani, malati o con altri problemi – spiega Luciana  – ma un centro studi impostato da una parte per raccogliere statistiche e monitorare la situazione, dall’altra per educare particolarmente i giovani e le scolaresche sul rispetto ambientale e la protezione degli animali. Abbiamo anche la possibilità di ospitare volontari che si uniscano nelle varie attività del centro o svolgano ricerche”.
Nella Colobus Conservation, a due passi dalla bianca spiaggia celebrata da migliaia di turisti ogni anno, c’è anche un piccolo ospedale per i primati, con sala operatoria e di degenza, una zona di “quarantena” per la convalescenza o per casi difficili da gestire, oltre agli ambienti di svago dei fantastici “ospiti” della struttura e una piccola foresta autoctona che ci ricorda come Diani Beach, ai tempi in cui Luciana Parazzi vi si trasferì, e nei millenni precedenti, fosse incontaminata e meravigliosamente selvaggia.
“Lavoriamo da sempre di concerto con il Kenya Wildlife Service – precisa la fondatrice – ma lo stipendio di 16 dipendenti con varie mansioni, delle iniziative e delle emergenze dipende totalmente dalle donazioni. Anche noi, come il settore turistico, abbiamo sofferto moltissimo questo periodo di restrizioni globali che ci ha privato sia dei tanti volontari che si affiancano al nostro lavoro, sia soprattutto di chi ci aiuta con importanti supporti economici e lo fa spesso dopo aver visitato il centro ed essendosi reso conto dell’importanza dei nostri sforzi”.
In effetti non si può restare insensibili alla bellezza e alla particolarità dei colobi, né alle storie che Luciana racconta durante la visita al Conservation Centre.
“I colobi e gli altri primati sono creature che vivono e si muovono in gruppi formati da famiglie – spiega – il nostro compito, dopo aver salvato gli esemplari in difficoltà, e riportarli nella loro “tribù”. Diamo loro tutto il tempo necessario per essere pronti al reinserimento nell’habitat naturale. Le minacce attuali sono rappresentate da chi li avvelena o li caccia dalle proprietà con ogni metodo. Fortunatamente non siamo soli nella nostra difficile battaglia contro l’insensibilità e l’egoismo umano:  abbiamo creato una rete di “sentinelle” che ci avvertono di colobi in pericolo, ma anche altri primati”.
E’ instancabile Luciana, oltre che un vero pozzo di informazioni, suggestioni, memorie ed iniziative.
Nel suo giardino con vista sull’oceano, attiguo al centro, fanno capolino anche altri animali: dikdik, antilopi nane ed altri trovatelli che hanno la migliore delle mamme, prima di far ritorno in savana o nel bush.
E quella dei colobi è solo la prima delle battaglie dell’ambientalista italiana, prossimamente racconteremo dell’altra sua creatura, il centro di salvaguardia delle tartarughe marine.
Intanto, per chi vuole dare una mano alla Colobus Conservation c’è la possibilità di “adottare” un primate cliccando qui www.colobusconservation.org oppure si può chiamare il +254711479453 o scrivere ad admin@colobusconservation.org per altre donazioni.
 

TAGS: diani kenyacolobi kenyacolobus conservationambiente kenyaconservazione kenyaitaliani kenya

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