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SCIENZA

Scoperta a Kilifi la tomba più antica d'Africa

In una grotta il sepolcro di un bimbo vissuto 78 mila anni fa

07-05-2021 di redazione

Quando si parla del Kenya come culla dell’umanità non ci si discosta di molto dalla realtà: se è vero che tra Kenya ed Etiopia sono stati ritrovati i resti della prima donna preistorica e al confine con la Tanzania quelli del primo ominide, la nuova incredibile scoperta di ricercatori spagnoli ci porta addirittura sulla costa del Kenya, poco lontano dalle rive dell’Oceano Indiano.
Nelle cave di Panga Ya Saidi, una quindicina di chilometri all’interno dell’insenatura di Kilifi, è stata ritrovata la prima testimonianza di sepoltura umana in Africa, databile all’incirca a 78 mila anni fa.
Una scoperta importantissima per offrire agli studiosi indizi fondamentali per capire quando e come i nostri antenati hanno iniziato a sviluppare il culto dei morti, a comprendere il concetto di abbandono terreno e a piangere e ricordare i loro cari.
I resti trovati a Kilifi sono quelli di un bambino di circa 3 anni, che è stato soprannominato “Mtoto” (in swahili significa appunto “bimbo”). Dagli studi che si riferiscono a scavi iniziati nel 2010 i cui sviluppi sono stati pubblicati dalla rivista “Nature”, si tratta di un homo sapiens vissuto nell’età della pietra. A Panga Ya Saidi a conferma della datazione dei ritrovamenti, erano già stati trovati e studiati i primi utensili umani di quel periodo dell’intero continente.
Il sepolcro di Mtoto si trovava nel centro del sito di scavi ed è stato individuato perchè dopo i primi sopralluoghi i paleontologi del Centro Nazionale di Ricerca sull’Evoluzione Umana di Burgos, in Spagna, si sono resi conto che conteneva sedimenti di un colore diverso da quello dei dintorni.
Dagli studi pubblicati emerge che Mtoto era stato depositato in quel luogo non casualmente, ma gli era stato costruito attorno un “letto” con tanto di cuscino fatto con materiale deperibile sotto la sua testa. Il bambino era riverso sul fianco rannicchiato con le ginocchia verso il petto, lo scheletro era abbastanza intatto, questo rivela che il corpo si sia decomposto in una tomba chiusa e che il corpo fosse stato avvolto in un manto di pelle o del materiale vegetale.
La scoperta della sepoltura di Kilifi fa supporre che si possa andare ancora più indietro nel culto dei morti di Sapiens e Neanderthal. Qualche anno fa in Etiopia sono stati ritrovati resti di cranio e ossa lavorati e levigati, segno che c’erano già riti collegati ai defunti, anche se non propriamente associabili al dolore per la perdita di persone care.
In Europa e Asia i primi cimiteri sono datati 120 mila anni fa.
Prima della scoperta di Mtoto, le prime sepolture africane conosciute erano a Taramsa, Egitto (69.000 anni fa) e Border Cave, Sud Africa (74.000 anni fa). Da segnalare il fatto che in tutti questi siti sono stati ritrovate tombe che contenevano esseri umani molto giovani. Si può pensare che i corpi dei bambini ricevessero un trattamento speciale nella nostra preistoria.

TAGS: kilifi kenyaarcheologia kenyaantropologia kenyaritrovamenti kenya

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