L'angolo di Freddie

L'ANGOLO DI FREDDIE

Il pescatore Hassan e il porto di Lamu

"Qui abbiamo sempre vissuto così, e siamo felici"

22-05-2021 di Freddie del Curatolo

E' un mestiere duro, ma è quello che so fare.
Me l'ha insegnato mio nonno, lo ha fatto mio padre fino al giorno prima di morire.
E quello che abbiamo sempre fatto quasi tutti, sull'isola.
Qui hai solo sabbia, vento e mare.
Sulla sabbia, perché è sabbia africana, cresce qualche ortaggio ed erba da cucinare, il vento ti porta la pioggia che li fa crescere e al resto ci dobbiamo pensare noi.
Il pesce è il nostro resto.
Quello pregiato lo vendiamo e ci comperiamo il riso, lo zucchero e il tè.
Quello meno nobile ce lo mangiamo.
Il vento non porta solo pioggia, ma anche correnti insidiose, improvvise bufere e quando fa comunella con l'oceano sono dolori.
Ma il mare aperto ti fa sentire libero come nessun'altra cosa.
Qui abbiamo sempre vissuto così, e siamo felici.
Ci chiamano antichi, retrogradi.
Qualcuno addirittura selvaggi.
Non abbiamo automobili, quello è vero.
Si fa anche fatica a telefonare e a, come si dice, connettersi?
E quando arrivano i turisti sono loro che si devono abituare al nostro stile di vita e non viceversa.
Però mi hanno detto: "Hassan, adesso il mare non sarà più libero! La tua barca non potrà più uscire sapendo di dover temere solo il vento e le onde!"
Mio figlio ha finito la scuola due anni fa.
Avevo iniziato a portarlo con me per insegnargli il mestiere.
Lui però ha chiesto un prestito e si è comprato una motocicletta.
Ha guadagnato bene prima delle scorse elezioni, andava in giro per l'isola a fare propaganda. E sta finendo di pagare il debito e gli interessi.
Poi ha già detto che ne compererà un'altra e darà lavoro a un boda-boda driver.
Nessuno aveva mai potuto girare in moto per l'isola prima di allora, ma c'era stata una legge speciale per la campagna elettorale.
Non hanno mai più tolto quella legge.
Ora le moto sono decine.
Oggi hanno inaugurato il nuovo porto, lui era lì con la sua moto.
Mi ha assicurato che porterà tanto lavoro, che a Lamu è arrivato il futuro!
E' grande come un quarto dell'isola, ma si dice che diventerà come una città.
E' arrivata anche la prima petroliera, grande come trecento delle nostre barche.
Per farla attraccare, hanno dovuto scavare i fondali intorno all'isola.
Le aragoste non potranno mai più galoppare là sotto e riprodursi.
Gli altri pesci sono destinati a migrare altrove.
Arriverà il petrolio dal lago Turkana e verrà caricato sulle navi che spariranno via, lasciando una scia nera sul mare.
I nostri figli faranno un lavoro ancora più duro, non potranno scegliere orari, salario e riposo. Non avranno la libertà del mare, ma lo stesso pericolo di morire, in un cantiere.
Avranno solo pochi soldi da scambiare con riso e frutta.
E non avranno più pesce da mangiare.
E i selvaggi saremmo noi.

TAGS: porto lamuracconti kenyapescatori kenyapesca kenya

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